App economy, 1,6 milioni di lavoratori in Europa
di Mattia, Schieppati
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28 Gennaio 2016
Il Progressive Policy Institute di Washington ha calcolato l'impatto sull'occupazione delle professioni legate allo sviluppo di applicazioni. L’Italia a sorpresa è al quinto posto, con 97 mila occupati, dietro ai "soliti noti". E anche Apple scommette sulle intelligenze italiane ...
L'annuncio in pompa magna dato dal numero uno di Apple in persona, Tim Cook, durante la sua visita in Italia dei giorni scorsi, dell'apertura a Napoli il primo Centro di sviluppo app iOS d’Europa (
leggi la notizia su Bancaforte) ha immediatamente acceso i riflettori sul valore reale del giro d'affari che passa attraverso le app, ovvero quanti posti di lavoro reali stanno dietro a questi "simbolini" che usiamo quotidianamente sullo smartphone e quanto rende il business di un''app per chi avesse una brillante idea in testa e volesse prima o poi svilupparla.
A diradare un po' di nebbia intorno al settore (che è tanto cool, ma poco misurabile secondo le consuete categorie economiche, in primis vista la "mortalità" molto precoce della maggior parte delle mini imprese che nascono intorno allo sviluppo di ogni app), è uno studio del
Progressive Policy Institute (PPI), un think tank indipendente di Washington dal titolo
App Economy Jobs in Europe e pubblicato proprio in coincidenza con il grande annuncio di Cook. Premessa dello studio, secondo i ricercatori del PPI «il lancio dell'iPhone nel 2007, seguito dall'apertura dell'App Store nel 2008, ha dato vita a una forza economica quasi senza precedenti» (
qui lo studio e i dati di riferimento).
Europa come Stati uniti
Quanto fa questa «forza» tradotta in numeri? È presto detto. Nei
28 Paesi Ue più Norvegia e Svizzera il settore dà lavoro oggi a
1,64 milioni di cittadini sia direttamente (con 547mila sviluppatori e ingegneri), sia indirettamente (addetti a marketing e vendite, più tutti i lavori che dipendono dalle entrate generate dalle app). Guida la classifica il Regno Unito, con 321.200 addetti, seguito da Germania (267.900) e Francia (228.900). Peso non indifferente in un Continente dove gli addetti del settore Ict sono in generale 5,9 milioni. Una bella affermazione per la «vecchia» Europa, che ha saputo mettere a frutto, in termini di occupazione, questo nuovissimo spicchio dell'economia praticamente al pari degli
Stati Uniti, dove l'app economy dà lavoro a
1,66 milioni di persone.
App intensity
Se questa quasi parità fa ben sperare, il dato significativo e che deve spingere l'Europa a non adagiarsi sugli allori è quello che i ricercatori hanno chiamato "app intensity", ovvero il peso degli occupati nella app economy rispetto al totale degli occupati. Mentre negli Stati Uniti questa percentuale è del 1,2%, in Europa siamo ancora allo 0,7% (se guardiamo questo indicatore, l'Italia perde posizioni: ha un'incidenza dello 0,4%, al quart'ultimo posto, ben lontana dall'1,9% della Finlandia, che guida la classifica).
Italia quinta
In ogni caso, anche se nascono spesso in ambienti frizzanti popolati da ragazzini-startupper che programmano quasi per gioco, insomma, si tratta di un'industry importante in epoca di occupazione ballerina e di chiusura delle opportunità «classiche» di trovarsi un posto di lavoro. Anche in Italia. Il settore delle applicazioni per smartphone e tablet dà attualmente lavoro nel nostro Paese a oltre 97 mila persone (quinta posizione in Europa, non male rispetto al piagnisteo cui siamo abituati: considerando il gap tecnologico che ci separa dalla maggior parte dei 28, il fatto di aver comunque sviluppato un business che sta appena dietro ai "soliti grandi" la dice lunga sulla nostra arte di arrangiarsi ...); solo Apple nel Belpaese ha calcolato la presenza di 264 mila sviluppatori, su un totale europeo di 2,96 milioni che finora hanno guadagnato 10,2 miliardi di euro. Numeri già importanti, ma non bisogna fermarsi qui.
Perché le app sono strumenti che veicolano servizi, spesso molto sofisticati e sempre più spesso servizi che muovono economie tradizionali: secondo i dati raccolti dal Politecnico di Milano, nel 2015 gli italiani hanno speso in applicazioni e contenuti in app 300 milioni di euro; sui nostri smartphone ci sono in media 32 app, il 71% degli italiani scarica solo quelle gratuite, il 27% prevalentemente gratuite e il 2% gratuite e a pagamento in egual misura. Le percentuali sono simili per la piattaforma Android, ma chi ha un iPhone tende a spendere di più, indicano dal Politecnico: solo 55% scarica unicamente app gratuite e c'è un 1% che fa download in prevalenza a pagamento.
Sul tema del rapporto tra occupazione e nuove professioni legate al digitale e alle start-up, vedi anche la
recente intervista di Bancaforte a Guido Melis
, storico delle istituzioni della Sapienza di Roma ...