Banche, si rafforza l’imprenditoria straniera
di Sara, Aguzzoni
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2 Marzo 2015
In tre anni +42% i conti correnti intestati alle piccole imprese di migranti ed uno su tre è intestato a donne. Da Bangladesh, Pakistan, Cina e India le comunità con maggiore crescita. Dall’indagine dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti …
L’imprenditoria immigrata continua a crescere in Italia. Fra il 2010 e il 2013, l’area small business a titolarità immigrata è cresciuta del 42% nei tre anni. Pari al 4,2% del numero complessivo di correntisti immigrati, nel 2013 sono circa 105.500 i piccoli imprenditori immigrati titolari di un conto corrente. Un conto corrente su tre è intestato a donne.
Un osservatorio prezioso
Prima esperienza nel panorama italiano ed europeo, l’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti è un progetto pluriennale nato dalla collaborazione fra l’ABI e il Ministero dell’Interno e gestito dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI).
Obiettivo è fornire uno strumento di analisi e monitoraggio costante e organico del fenomeno dell’inclusione finanziaria dei migranti nel Paese, quale condizione necessaria per favorire il processo di integrazione, e supportare così gli operatori nella definizione di strategie integrate. Oltre ad analizzare la relazione tra migranti residenti in Italia e sistema finanziario dal punto di vista dell’offerta e della domanda di servizi e prodotti, l’Osservatorio dedica un focus specifico all’imprenditoria.
È quanto emerge dall’indagine dell’
Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti, al termine del terzo anno di attività. La popolazione straniera è sempre più attiva nel lavoro autonomo e nella piccola e media imprenditoria. Tendenza confermata dalle stime di Unioncamere secondo cui nel 2013 le imprese a guida straniera sono aumentate di circa il 5% in un anno contribuendo a mantenere il bilancio anagrafico positivo di tutto il sistema imprenditoriale italiano e producendo una ricchezza di circa 80 miliardi di euro, il 5,5% della ricchezza nazionale nel 2011.
Componente territorialità e nazionalità
In termini di distribuzione geografica si conferma, anche per quanto riguarda l’attività imprenditoriale, una maggiore concentrazione di conti correnti presso filiali bancarie nel Nord Italia con il 63%; i correntisti imprenditori concentrati nel Centro sono il 30%, mentre al Sud il 7% (in crescita rispetto al 5,5% rilevato nel 2010), dati che vanno letti coerentemente con la distribuzione della popolazione immigrata sul territorio italiano concentrata per l’85% al Nord e che conferma una maggiore vivacità imprenditoriale delle regioni centrali e soprattutto meridionali se si considera l’incidenza del segmento small business sul totale dei conti correnti intestati ai cittadini migranti.
Se analizziamo l'incidenza dei titolari c/c segmento small business sul totale dei conti correnti intestati a immigrati, abbiamo:
Nord: 4,3%
Centro: 6,7%
Sud: 7%.
L'incidenza per nazionalità (c/c small business su c/c totali intestati a migranti) Le comunità coi maggiori incrementi per titolarità di impresa provengono da
Bangladesh (+22%),
Pakistan (+14%),
Cina e India (entrambe +12%). Rispetto all’incidenza del segmento imprenditoriale sul totale dei conti correnti intestati a cittadini immigrati, emerge la comunità asiatica col 9% a fronte di una media del 4,9%. In rapporto alla nazionalità, nel rapporto con le banche, l’indagine evidenzia la maggiore vivacità delle comunità di imprenditori originari da Cina, Egitto, Pakistan, Macedonia e Bangladesh.
L’impresa “evoluta”
Oltre all’evoluzione del segmento small business nel portafoglio delle banche, l’indagine è interessata a comprenderne il fenomeno tramite l’analisi delle imprese condotte da cittadini stranieri presenti in quattro territori campione: Milano, Bergamo, Brescia e Roma. Dal rapporto emerge che in un campione di oltre 58.000 imprese a titolarità immigrata nei quattro territori d’indagine, quasi 1.500 (il 2,5%) sono risultate appartenere alla categoria evoluta. Hanno cioè una dimensione superiore alle 15 unità di dipendenti, fanno investimenti in ricerca e sviluppo, sono in prevalenza società di capitali, operano con l’estero, a volte in partnership con imprenditori italiani, esportano made in Italy. Rispetto ai dati di sistema, indice di un rapporto sempre più solido con la banca è la titolarità dei conti correnti con un’anzianità superiore ai 5 anni che mostra una crescita significativa negli anni: dal 16,3% del 2010 al 37,4% del 2013.
L’imprenditoria migrante femminile
L'incidenza delle imprese femminili Significativa la crescita dell'imprenditoria al femminile, che pesa quasi il
31% sul segmento small business a titolarità immigrata (era pari al 27% nel 2012). Rapporto che sale al 70% per la comunità ucraina, al 60% per quella filippina e polacca, al 46% per la comunità cinese. In riferimento al territorio di insediamento, l’imprenditoria femminile si concentra soprattutto al Sud (44%).