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19 Aprile 2024 / 23:02
Carte di pagamento sempre più sicure

 
Sicurezza

Carte di pagamento sempre più sicure

di Francesco, Carpenito Sergio, Zorzo (UCAMP) - 13 Ottobre 2011
Nel 2010 è calato il numero di contraffazioni, manomissioni e furti legati all'utilizzo della moneta elettronica in Italia. E' quanto emerge dal primo Rapporto statistico sulle frodi con le carte di pagamento realizzato dall'UCAMP, l'Ufficio Centrale Antrifrode dei Mezzi di Pagamento
Il Rapporto statistico sulle frodi con le carte di pagamento, curato dall'Ucamp - Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento, fotografa la realtà italiana in materia di frodi effettuate con le carte di pagamento; revoche delle convenzioni con i punti di vendita per motivi di sicurezza; manomissione degli ATM.
Ciascun fenomeno viene analizzato in tutti i suoi aspetti specifici e valutato nella sua evoluzione temporale e nella distribuzione geografica.

Transazioni non riconosciute

L’ incidenza sul valore è risultata pari allo 0,025% mentre quella sul numero è pari allo 0,013%. Questi risultati rimangono sostanzialmente stabili nei primi due semestri del 2009 e nel primo semestre 2010.Il numero e il valore delle transazioni non riconosciute è stato rapportato al numero e al valore complessivo delle transazioni(riconosciute e non riconosciute) fornito da Banca d'Italia.
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L’ evoluzione temporale del fenomeno non presenta situazioni allarmanti ed evidenzia un 2010 in netto e costante miglioramento rispetto ai valori del 2009.
L’analisi delle modalità attraverso le quali la frode viene condotta mostra una netta prevalenza della contraffazione (clonazione) rispetto alle altre casistiche. Tale modalità rimane preponderante nei semestri considerati anche se si evidenzia una sua costante riduzione a fronte di un aumento degli smarrimenti e delle frodi su internet.
In confronto ad altri paesi l’Italia mostra una netta prevalenza della contraffazione delle carte rispetto alle altre causali di frode. La causale più rilevante per tutti i paesi presi a confronto risulta essere quella della carta non presente (equivalente al nostro utilizzo fraudolento della carta in internet). Il tasso di frode per l’Italia (0,025%) è risultato comunque molto inferiore all’analogo valore di Francia (0,059% - Observatoire de la SécuritédesCartes de Paiement) e UK (0,071% - UK Card Association).
Nell’arco del 2009, l’operazione con la più alta incidenza di non riconoscimento è quella effettuata via internet (0,06%) sebbene si tratti di un fenomeno con volumi estremamente ridotti, come evidenziato nella tabella successiva. Seguono con incidenze decisamente più basse le operazioni di prelievo e POS (rispettivamente, 0,0108% e 0,0133%). La dinamica temporale evidenzia che nel passaggio dal primo al secondo semestre del 2009 l’incidenza del numero e del valore delle operazioni su internet è triplicato. Nel passaggio dal II semestre 2009 al I semestre 2010 non compaiono cambiamenti di rilievo.
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Fra le transazioni nazionali non riconosciute, nell’arco del 2009, quelle effettuate su POS hanno un peso pari a circa il 70%, sia in termini di numero che di valore. Seguono i prelievi (24%-25%) e le operazioni su internet (5%-7%). Queste ultime presentano un valore medio (euro) inferiore a quello del complesso delle transazioni non riconosciute.
Per quanto riguarda le transazioni non riconosciute di carte italiane all’estero , nel corso del 2009, le operazioni su POS presentano, il peso maggiore: il 59% ed il 66% in termini, rispettivamente, di numero e di valore. Il peso delle operazioni internet, anche in questo caso, è quello inferiore fra i valori delle tre tipologie considerate; ma nel contesto estero assume una valenza leggermente superiore (in termini di valore, 11% contro il 7%). La dinamica temporale delle composizioni percentuali non evidenzia mutamenti rilevanti, rispetto a quanto osservato nel corso del 2009, se non per una significativa riduzione del peso dei prelievi a favore di quello delle operazioni su internet, avvenuto nel passaggio dal primo al secondo semestre 2009.
In relazione sempre al 2009, il 66%del valore delle transazioni non riconosciute si riferisce alle operazioni su POS e quasi la metà di queste sono transazioni nazionali mentre il peso dei paesi esteri vede gli Stati Uniti ed il Regno Unito che presentano le percentuali maggiori: circa 15% per entrambi. Seguono, la Spagna (7,6%) e la Francia (6,5%); la Germania, la Bulgaria, l’Arabia Saudita, la Romania e l’Australia che presentano pesi compresi fra il 3 e 5 per cento. I paesi rimanenti seguono con una percentuale al di sotto del 3%.

Manomissioni ATM

Le manomissioni di sportelli ATM presentano una forte variabilità nel tempo ed una forte concentrazione geografica dovuta anche ad eventi criminosi che si sviluppano per periodi più o meno lunghi in una specifica area geografica
I mesi di gennaio e di dicembre presentano la minor concentrazione di manomissioni, per entrambi i mesi il 5%. I mesi di aprile e maggio sono quelli con il maggior numero di manomissioni (11%), ma tali valori non si discostano in modo rilevante da quelli medi. Infatti, non si registrano dei veri e propri picchi nella frequenza mensile delle manomissioni.
L’ incidenza percentuale specifica di un area è data dal rapporto fra il numero degli ATM manomessi ed il numero di quelli attivi nella stessa. In relazione al 2009, i rischi maggiori di manomissione si presentano nel Nord-ovest (2,48%) e nel Centro (2,36%). Le rimanenti aree presentano rischi inferiori a quello medio nazionale (1,62%) ed in particolare al di sotto dell’1%. Tale ordinamento, osservato nel 2009, non appare, tuttavia, perfettamente stabile nel tempo: nel Centro e nel Sud vi è una lieve tendenza alla crescita, mente nel Nord-ovest vi è stata una decisa riduzione nel passaggio dal primo al secondo semestre del 2009.
A livello regionale , nel corso del 2009, le incidenze maggiori di manomissioni si hanno in Valle d’Aosta (5,2%), Toscana (3,4%) e Lombardia (2,2%). Seguono, in ordine decrescente di rischio, il Lazio (2,3%) e la Lombardia (2,2%); tutte le altre regioni presentano incidenze inferiori al 2%. Tutte e tre le regioni che costituiscono il Nord-ovest presentano livelli di rischio di manomissione di rilievo. I rischi esaminati nel corso dei tre semestri di osservazione non si mantengono affatto stabili. Quelli della Valle d’Aosta, della Lombardia e del Piemonte diminuiscono già a partire dal secondo semestre del 2009: il primo si riduce ad 1/5, il secondo a meno della metà, il terzo di un quarto. Il rischio della Valle d’Aosta si contrae ulteriormente nel primo semestre del 2010 fino ad annullarsi. I rischi della Toscana si riducono, in modo graduale, di quasi la metà. Il Lazio, invece, aumenta il proprio rischio con continuità passando dal 2,1% al 3,9%.

Revoca di convenzioni

La revoca di convenzioni presenta un trend decrescente , molto accentuato nel corso del 2009. La distribuzione geografica di questo fenomeno risulta sostanzialmente diversa da quella delle manomissioni ATM, anche a causa della diversa natura del fenomeno e degli attori coinvolti.
Nella distribuzione geografica delle revoche compare sia l’indicazione sulla frequenza (incidenza) percentuale delle revoche sul totale delle convenzioni attive che la composizione percentuale sul totale delle convenzioni revocate. La ripartizione geografica con il maggior rischio di revoca è il Sud (0,27%), seguono, in ordine di rischio, le Isole (0,20%). Il Nord-est è la ripartizione con il minor rischio: 0,06%, inferiore alla metà di quello medio nazionale (0,14%). Il Sud rappresenta la ripartizione con maggiori criticità anche in termini di composizione: un terzo delle revoche totali si concentra in questa area. Le Isole pur avendo rischi superiori a quelli del Centro e del Nord-ovest si colloca, in termini di volumi, al di sotto di esse. Nel confronto fra il dato 2009 e quello semestrale 2010 si nota una sostanziale invarianza delle composizioni percentuali relative al Sud ed alle Isole, mentre i pesi delle altre ripartizioni mostrano una lieve dinamicità. La concentrazione delle revoche nel Nord (est unito ad ovest) è in crescita (dal 31% al 39%), mentre quella nel centro è in diminuzione (dal 21% al 14%).
In relazione al 2009, la Campania è la regione con il più alto rischio di revoca convenzione, la sua incidenza è pari allo 0,53%, quasi 4 volte più alto di quello medio nazionale (0,14%); si consideri che le due regioni che la seguono, in ordine decrescente, la Calabria e la Sicilia, hanno una incidenza pari alla metà: 0,26% la prima, 0,24% la seconda. Queste tre regioni determinano l’alto rischio delle ripartizioni del Sud e delle Isole, esaminato nell’analisi precedente. Al di là delle quattro regioni Piemonte, Lombardia, Lazio e Molise che presentano livelli di rischio compresi fra lo 0,1% e lo 0,2%, tutte le altre si collocano al di sotto dello 0,1%. Il volume di revoche osservato nel Sud si concentra, a sua volta, per il 76% nella regione Campania, in cui si riscontra un quarto del totale delle revoche effettuate in Italia (26% nel 2009 e 24% nel 2010). Nella Sicilia e nella Lombardia si concentrano pesi simili (rispettivamente 14% e 13%) pur avendo la prima un rischio doppio di revoca rispetto alla seconda (0,24% vs 0,13%). In generale, la distribuzione delle revoche per regione è alquanto concentrata. Nel 2009 tre quarti delle revoche hanno riguardato solo 5 regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. Nelle rimanenti regioni si concentra il restante 25% delle revoche e in ciascuna di esse la concentrazione non supera il 4%. I pesi delle regioni con maggiori criticità del Sud e delle Isole non mostrano segni di cambiamento nel passaggio al primo semestre del 2010, come si era già notato a livello di ripartizione. Mentre, la crescita della concentrazione nel Nord è determinata dall’aumento dei pesi in Lombardia (dal 13% al 20%) ed in Veneto (dal 4% all’8%), mentre la diminuzione della concentrazione al Centro è indotta dal calo del peso del Lazio (dal 15% al 9%).

Identikit del Rapporto

Il Rapporto è realizzato attraverso l’analisi dei dati estratti dal Sipaf (Sistema Informatizzato per la Prevenzione Amministrativa delle Frodi sulle Carte di Pagamento) che è l’archivio,di cui è titolare il MEF - Dipartimento del Tesoro, istituito con la Legge 17 agosto 2005, n. 166, nel quale confluiscono tutti i dati relativi alle frodi sulle carte di pagamento.
Gli enti che alimentano l’archivio sono le società, le banche e gli intermediari finanziari che emettono carte di pagamento e gestiscono reti commerciali di accettazione di dette carte.
L’Archivio Sipaf si compone di due sezioni, il segmento Dati e il segmento Informazioni, ed è alimentato dalle seguenti tipologie di dati immesse direttamente dagli Enti segnalanti:
  • nel segmento Dati sono gestite le segnalazioni di eventi riferiti a fatti consolidati, oggettivi e già avvenuti relativi a punti di vendita revocati (c.d. sconvenzionamenti), punti di vendita riconvenzionati, transazioni non riconosciute dai titolari della carta di pagamento, sportelli automatici (ATM) manomessi;
  • nel segmento Informazioni sono gestite le segnalazioni di eventi riferite a fatti non ancora consolidati e in corso di monitoraggio da parte degli Enti segnalanti relativi a potenziali sospetti di frode in corso.
  • Il Rapporto ha cadenza annuale e contiene un annesso riservato destinato agli Enti segnalanti del Sipaf e alle Istituzioni (Banca d’Italia, Magistratura, Forze di Polizia). Nel Rapporto pubblico vengono riportati i risultati delle analisi in forma aggregata e in percentuale, mentre nell’annesso riservato vengono riportate le stesse informazioni in valore assoluto e con un grado di dettaglio molto più elevato.
    La pubblicazione si propone di fotografare la realtà italiana in materia di frodi legate alle carte di pagamento in modo da permettere, a chiunque manifesti la volontà di informarsi in maniera approfondita,di poter conoscere la portata del fenomeno e l’attività svolta dall’Amministrazione. Altri obiettivi della pubblicazione sono quelli di rendere più consapevole e informato l’utente consumatore e soprattutto di incentivare l’utilizzo delle carte di pagamento.
    Il Rapportoin particolare contiene un’analisi statistica di tre distinti fenomeni: frodi effettuate con le carte di pagamento; revoche delle convenzioni con i punti di vendita per motivi di sicurezza; manomissioni degli ATM. Ciascun fenomeno viene analizzato in tutti i suoi aspetti specifici e valutato nella sua evoluzione temporale e nella distribuzione geografica.
    La prima edizione del Rapporto - No. 0/2010 (1 gennaio 2009 – 30 giugno 2010), contiene, oltre alla sezione statistica, una descrizione delle attività curate dall’Ufficio, della banca dati Sipaf, delle caratteristiche delle carte di pagamento e della loro diffusione, delle tipologie di frode perpetrate e del quadro normativo di riferimento. Contiene inoltre una sezione in cui sono stati messi a confronto i risultati italiani con quelli di altri paesi europei ed extra-europei. I dati utilizzati nel Rapporto provengono dalla banca dati Sipaf e dalla Banca d’Italia, che ha fornito informazioni dettagliate sul transato complessivo, sugli esercizi convenzionati e sugli ATM attivi.
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