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25 Aprile 2024 / 00:43
Contante, è la fine di un amore?

 
Pagamenti

Contante, è la fine di un amore?

di Mattia Schieppati - 1 Ottobre 2021
Calano del 23% gli italiani che preferiscono l’uso del cash, cresce la consapevolezza e l’abitudine all’utilizzo delle funzioni contactless e il boom dell’ecommerce spinge l’incidenza delle transazioni online. Il 19esimo Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di CRIF fotografa i rapidi cambiamenti in corso nell’ambito dei pagamenti dopo la “scossa digitale” accelerata dalla pandemia
I cluster statistici li definiscono Cash Lovers. Non sono un gruppo musicale, e nemmeno i membri di una delle ultime comunità hyppies californiane, ma rientrano in questa categoria quegli individui che continuano a conservare un legame forse prima ancora affettivo che funzionale con il denaro contante. Una passione tutta italiana, come studi e ricerche degli ultimi due decenni hanno confermato, ma che – complice l’accelerazione digitale data dalla pandemia – anche nel nostro Paese si stanno riducendo drasticamente. Addirittura di un -23% secco in un anno. È senza dubbio questo il dato che emerge con maggiore evidenza, e offre una chiave di lettura efficace del mutamento di scenario, dall’ultimo come al solito corposo Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments, curato da da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di CRIF e giunto alla sua 19 esima edizione (la versione completa è acquistabile qui).Come ogni anno, l'Osservatorio propone una visione integrata del mercato degli strumenti di pagamento, mettendo a disposizione in modo organizzato informazioni, dati e trend evolutivi relativi sia al mondo dell'offerta che a quello della domanda.
Si tratta di una delle bussole più efficaci, aggiornate e approfondite per poter avere un quadro netto da un lato di tipo finanziario rispetto al mercato dei pagamenti, dall’altro di tipo sociologico, relativo appunto alle abitudini diffuse nella pratica quotidiana delle persone. Una sorta di “dimmi come paghi e ti dirò chi sei”, insomma, che dimostra come il tema dei pagamenti non sia solo una questione tecnica o economica, ma sia in tutto e per tutto una questione sociale. Dai dati dell’Osservatorio emerge in maniera netta questa correlazione soprattutto quest’anno, con un report che fa i conti sugli andamenti del periodo durante il quale la pandemia ha forzosamente introdotto nuove abitudini e nuovi stili di vita, e con essi anche nuovi trend legati ai pagamenti.

Come pagano gli italiani

L’analisi dell’utilizzo dei diversi strumenti di pagamento per gli acquisti mette in luce, come si anticipava, una contrazione del ricorso al contante, con tendenza alla sua ulteriore riduzione: il target dei Cash Lovers registra un calo del -23% rispetto al 2020, con interessanti dinamiche Regionali e nei segmenti della popolazione, delineando un quadro della realtà italiana molto articolato e dinamico.
I primi mesi del 2021 hanno evidenziato una crescita di oltre il 20% del possesso/presa di consapevolezza della funzionalità contactless della propria carta. Anche l’utilizzo è in forte crescita, infatti ben il 70% dei titolari di carte contactless ha utilizzato questa modalità di pagamento più di 2 volte al mese e la media di utilizzo mensile è di 3,7 volte. Il 50% dei titolari dichiara, inoltre, di aver fatto pagamenti contactless con la carta più spesso negli ultimi 6/9 mesi rispetto al recente passato. 
Il ricorso all’eCommerce, che nel 2020 ha registrato cambiamenti repentini e significativi, nei mesi recenti evidenzia che le abitudini si sono stabilizzate, in parte con ritorni all’acquisto in-store, ma anche consolidando i nuovi comportamenti di acquisto online. A livello mondo il 31% indica l’online quale primario canale di acquisto. L’Italia si posiziona appena sotto la media con il 24%, al pari di Germania e Spagna, con una quota superiore alla Francia. Risulta inoltre sempre più accentuato, in Italia, il calo dei pagamenti degli acquisti eCommerce attraverso contrassegno/bonifico, a favore delle carte e pagamenti digitali.
L’analisi delle dinamiche dei pagamenti da mobile (m-payments/smart payments) evidenzia consistenti evoluzioni: il 70% dei decisori li conosce, in crescita di 10 punti percentuali rispetto al 2020 e + 37% rispetto al 2019. L’Osservatorio registra un bacino potenziale di users di m-payments in crescita del 10% rispetto al 2020 e del 33% rispetto al 2019.

Il profilo dei consumatori

Alla luce della 2° Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento (PSD2) l’analisi su un campione significativo mostra che circa il 37% dei clienti fornisce il consenso all’utilizzo dei propri dati di conto corrente e la metà di essi completa il processo inserendo le credenziali, permettendo così l’accesso al conto e all’analisi dei dati transazionali. Da un primo profilo dei dati transazionali emerge come il saldo medio dei conti analizzati sia di 3.463 euro con una media di transazioni in entrata e uscita di 3 e 25. Il 78% dei clienti fornisce un conto con accredito dello stipendio o pensione. Siamo quindi di fronte a conti significativi, appartenenti per il 30% a lavoratori autonomi e con prestiti attivi nel 60% dei casi.

Carte di credito, carte di debito

Nel 2020 il numero di carte di credito attive in Italia risulta pari a 15,3 milioni con un valore delle transazioni effettuate che si attesta nell’ordine di 75,4 miliardi di euro, dato in netta riduzione rispetto all’anno precedente. E’ proseguito il trend di leggera diminuzione del valore medio delle transazioni, che si attesta a 65 euro. Negli ultimi 15 anni è stato rilevato un calo del 35% degli importi medi.Confermato, nello stesso anno di riferimento, l’elevato utilizzo di carte di debito. Nonostante il crollo dei consumi, infatti, il numero delle operazioni delle carte di debito ha registrato una lieve crescita rispetto al 2019 (+1.1%) confermata anche dall’analisi degli importi complessivi delle transazioni che nel 2020 sfiorano i 135 mld di euro. Su queste dinamiche ha avuto un peso significativo il cashback di Stato.

Carte prepagate e carte opzionali

Si è confermato importante utilizzo delle carte prepagate già osservato durante gli anni precedenti. Nel 2020, infatti, l’Osservatorio ha registrato un ulteriore aumento delle carte in circolazione, con una variazione sul 2019 di oltre il 10%, confermando il successo di questa tipologia di strumento, favorita negli acquisti on line. A ciò si associa anche una crescita consistente del numero di operazioni pari al 19.5%, dando origine ad un flusso transato di oltre 42 miliardi di euro (+16.7% sul 2019).
È aumentata l’offerta di carte opzione/rateali, che coprono quasi la metà delle carte di credito attive. Per tali carte, che vengono utilizzate prevalentemente a saldo (81% dei flussi), si rileva una debolezza dei flussi complessivamente movimentati nel corso del 2020 e nei primi 6 mesi del 2021 non si recuperano i livelli pre-Covid. Come osservano i ricercatori, «ha impattato su tale trend la contrazione dei consumi, in particolare quelli a maggiore penetrazione dei pagamenti con carta (quali viaggio e turismo)». Il segno positivo si riscontra rispetto al numero delle operazioni complessivamente effettuate (+6,3% nel primo semestre del 2021 rispetto al medesimo periodo 2019), a conferma del trend di utilizzi più frequenti per importi più contenuti.
Segnale ancora negativo per i volumi rateizzati tramite carta: -16,7% nel 2020 rispetto al 2019. In questo caso per l’Osservatorio si sconta «l’attuale cautela nelle propensioni d’acquisto e di ricorso al credito a seguito dell’incertezza sulla ripresa».

Il ruolo dell’ecommerce

La pandemia ha stimolato lo sviluppo dell’e-commerce imponendo una forte accelerazione. Oltre il 50% dei clienti analizzati compie più di 30 transazioni ogni mese. La crescita degli acquisti in rete è avvalorata dall’aumento dell’incidenza dagli utilizzi di carte  online i quali – ad oggi - costituiscono il 22% delle transazioni complessive delle carte opzione/rateali nel 2021 (4 punti percentuali in più rispetto al 2019).

Rischiosità delle carte

L’analisi del livello di rischiosità del comparto delle carte di credito mostra una lieve riduzione del tasso di sofferenza delle carte a saldo e un calo più marcato per quelle rateali. La crisi economica e sanitaria ha riacceso l’attenzione sul rischio di credito. Le criticità incontrate dalle imprese e dalle famiglie avrebbero potuto, infatti, generare tensioni sugli indicatori di rischio, che invece si sono mantenuti su posizioni contenute grazie all’attivazione delle moratorie pubbliche e private, di sussidi, della cassa integrazione e dei diversi strumenti a sostegno del reddito.
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