Cresce la cultura dell’antiriciclaggio
di Maddalena Libertini
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30 Agosto 2013
Economia sommersa vale oltre un quarto del PIL, ma le segnalazioni all’UIF sono aumentate di 6 volte dal 2008 al 2012
Vale il 27,4% del PIL nazionale l’economia sommersa italiana, suddivisa tra il 10,9% delle attività illegali e il 16,5% di evasione e riciclaggio. Un volume così elevato, secondo le stime di Banca d’Italia, da avere pesanti ricadute per il sistema Paese. “Le attività criminali e quelle legali svolte irregolarmente – ha sottolineato
Claudio Clemente
, direttore dell'Unità di Informazione Finanziaria (UIF) intervenendo al
IX Incontro Compliance
organizzato da
Aicom
e
Dexia Crediop
- alimentano l’economia sommersa e, attraverso il riciclaggio, alterano l’economia “sana” e rischiano di compromettere l’integrità, la stabilità e la fiducia nel sistema economico-finanziario, incidendo negativamente sull’ottimale allocazione delle risorse e sul corretto funzionamento dei mercati”.
Un segnale positivo arriva dall’aumento delle segnalazioni di operazioni sospette inviate dagli operatori privati alla UIF: oltre 67.000 solo nel 2012 di cui oltre 60.000 trasmesse agli organi investigativi, quasi il doppio rispetto al 2011, e sei volte di più rispetto al 2008. “C’è una crescita della cultura dell'antiriciclaggio”, ha fatto notare Clemente, e insieme alla sensibilità degli operatori aumenta anche l’efficienza del sistema antiriciclaggio, nel cui ambito la UIF svolge un ruolo centrale. Ma è necessario ancora migliorare. “Ulteriori progressi saranno consentiti dalla maggiore collaborazione degli operatori oggi meno attivi, dall’incremento della qualità delle segnalazioni e dall’accesso della UIF a una maggiore quantità di informazioni, anche a carattere investigativo, allo scopo di potenziarne le capacità di analisi”, ha dichiarato Clemente, precisando che “tali fattori, supportati da regole nazionali più armonizzate e da una consapevole attività di compliance di sistema e all’interno dei singoli operatori, sono fondamentali per intercettare le conseguenze finanziarie dei reati, agevolarne la repressione e, in ultima analisi, disincentivarne la commissione, favorendo l’emersione dell’economia sommersa”.
L'importanza della compliance in questa azione di contrasto è stata ricordata nel corso del convegno da
Mario Sarcinelli
, Presidente di
Dexia Crediop
. L'antiriciclaggio – ha spiegato - è parte determinante della Funzione Compliance, in quanto per ridurre i rischi di ripulitura del denaro, finanziamento del terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa è necessario seguire determinare procedure che vanno controllate da chi è responsabile di assicurare la conformità dei comportamenti alle regole. “Il rischio non si origina all'interno dell'organizzazione, proviene dall'esterno. Ma – ha concliso Sarcinelli - diventa interno se in presenza di operazioni sospette non si procede alla loro segnalazione alle Autorità competenti”.
Le videointerviste di Bancaforte
La compliance non è un tema che riguarda solo le banche, ma interessa tutti i settori industriali. Lo ricorda a Bancaforte
Claudio Cola, Presidente AICOM, sottolineando anche il suo contributo al miglioramento dei processi industriali. Non va dunque più vista come obbligo, ma come attività che aiuta lo sviluppo (vedi
videointervista)
La compliance si sta dimostrando una leva molto utile nella lotta contro il riciclaggio e l'evasione fiscale. Ne spiega il perché
Daniela Condò
, socio Aicom (vedi
videointervista
)
Le interviste sono state registrate a Roma in occasione del IX Incontro Compliance organizzato da
Aicom
e
Dexia Crediop
.