Dall'Europa una guida ai diritti umani della rete
di Mattia, Schieppati
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23 Aprile 2014
Il Consiglio d'Europa pubblica un documento che spiega agli utenti del web come farsi valere presso i governi e l'industry del digitale. Dal diritto di connessione alla privacy, più difficile ora snobbare le regole ...
«Quello che rende questo testo particolarmente interessante», ha dichiarato Jan Kleijssen, direttore del Dipartimento per l'informazione del Consiglio d'Europa, «è che i diritti in esso contenuti sono fondati sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani e che quindi qualsiasi cittadino di uno dei 47 Stati membri dell'organizzazione può ricorrere a Strasburgo se ritiene che il suo Paese non li stia rispettando».
Una sottolineatura buttata lì tra le righe, ma che suona quasi come una minaccia questo chiarimento che accompagna la pubblicazione, da parte del Consiglio d’Europa, della Guida ai Diritti Umani di Internet (
qui il testo completo): un documento pratico e scritto in modo semplice e diretto - senza arzigogoli burocratici e senza linguaggio supertecnico - che spiega quelli che sono i "diritti inalienabili" dell'utente rispetto al vasto mondo della rete. Una sorta di Carta dei diritti fondamentali dell'uomo tradotta in salsa 2.0.
Un'iniziativa interessante e utile perché mette per la prima volta nero su bianco in maniera comprensibile quelli che devono essere i requisiti di base che un utente ha il diritto di esigere dal proprio Paese e dell'industry dell'information technology. Sia come possibilità di utilizzo, sia come attenzione e tutela dei propri diritti.
La Guida affronta tematiche come:
il diritto di accesso e di non discriminazione ("non si dovrebbe essere disconnessi da Internet contro la propria volontà, se non a seguito di una decisione di un tribunale" e la sospensione del servizio dovuta a disposizioni contrattuali, per esempio con un operatore, dovrebbe essere l'ultima misura da adottare),
la libertà di espressione e di informazione,
la libertà di riunione, di associazione e di partecipazione,
la protezione della vita privata e dei dati personali,
il diritto all’istruzione e alle conoscenze generali,
la protezione dei bambini e dei giovani,
il diritto a un ricorso effettivo in caso di violazione dei diritti umani online.
Scorrendo le varie voci si ritrovano, portati in astratto e generalizzati quel tanto che basta per indicare una linea comune di azione, tanti "casi" che quotidianamente toccano l'attualità. Dal rapporto tra regimi politici e libertà di web (pensiamo, per esempio, ai casi di sospensione di Twitter e Facebook avvenuti durante le recenti proteste in Turchia, Paese che aspira da anni a entrare nella Ue), al quotidiano dibattito relativo al trattamento dei dati e alla privacy che regola la navigazione, per esempio sul posto di lavoro (in uno dei paragrafi della guida viene sottolineato che "il datore di lavoro deve informare i dipendenti se ne sta sorvegliando o monitorando l'accesso e il comportamento online").
Riporta alla drammatica attualità dei recenti suicidi di adolescenti che hanno subito bullismo attraverso social network fuori controllo anche tutta la parte della guida che riguarda appunto le tutele per i minori. Il Consiglio d’Europa ha appositamente sottolineato come i bambini e gli adolescenti abbiano diritto a una protezione speciale e a un affiancamento specifico quando navigano online. Se i contenuti che hanno pubblicato possono nuocere alla loro dignità, alla loro sicurezza e alla loro privacy o possono in futuro avere ripercussioni negative sulla loro vita, dovrebbero avere la possibilità di chiedere che tali contenuti siano eliminati in tempi ragionevolmente brevi. Devono godere di una protezione contro ogni minaccia al loro benessere fisico e morale, in particolare contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali. Un richiamo ai big della rete, Facebook in particolare, perché rafforzino la loro attenzione e capacità di reazione nei casi di presenza sui social network di materiali e azioni che possano nuocere all'infanzia.
L'impegno a che questo documento non resti un elenco di buone intenzioni, ma diventi un riferimento per tutti coloro che, sul fronte pubblico e su quello privato, operano sulla rete, viene direttamente dal Segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjørn Jagland, che nel presentare la Guida ha dichiarato: «I governi, le imprese private e gli altri attori della società hanno l'obbligo di rispettare i diritti della persona umana online e offline. Li assisteremo nei loro sforzi per applicare le norme di questa guida e garantire che gli utenti di internet abbiano accesso a ricorsi effettivi quando ritengono che siano stati limitati o calpestati i loro diritti».
Il testo della “Recommendation CM/Rec(2014)6 of the Committee of Ministers to member States on a Guide to human rights for Internet users” adottato il 16 aprile 2014 è disponibile al seguente link http://goo.gl/l9LvcU.