E-commerce, l'Europa punta al raddoppio in 3 anni
di Franco, Volpi
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13 Gennaio 2012
Bruxelles sta lanciando 16 azioni concrete per raddoppiare entro il 2015 il volume delle vendite online continentali, dando maggiori tutele ai consumatori e arrivare alla realizzazione di una Single European Payment Area. Predisposto anche un Libro verde che valuta l'attuale panorama dei pagamenti per mezzo di carte, Internet e dispositivi mobili
Gran consulto a livello europeo. Ben tre Commissari coinvolti, Neelie Kroes (Agenda digitale), Michel Barnier (Mercato interno) e John Dalli (Consumatori), e un programma di impegni fitto per tutto il 2012. Tema? Fare dell'e-commerce uno dei grandi motori dello sviluppo del Vecchio Continente.
Non si tratta di fantascienza, o di libro dei sogni, ma di un impegno preciso che la Commissione europea ha preso proprio questa settimana emanando una comunicazione che individua 16 azioni per raddoppiare, entro il 2015, le vendite al dettaglio effettuate attraverso e-commerce, che oggi rappresentano una quota significativa, ma pur sempre limitata, del 3,5% del totale. E arrivare così a raddoppiare anche il peso dell'economia digitale sul Pil europeo, che oggi rappresenta solo il 3% del fatturato continentale.
Ogni anno sono infatti 200 milioni gli europei (il 40% della popolazione totale) che effettuano acquisti via web, ma meno di uno su quattro compra beni e servizi al di fuori dei confini nazionali. Ed è proprio sul problema dei limitati acquisti transfrontalieri che il piano d'azione dell'Unione europea prevede gli interventi maggiori, partendo proprio da quelle che sono le esigenze - ma sarebbe più corretto dire i timori - dei consumatori, ancora molto titubanti all'idea di acquistare online prodotti all'estero.
Problemi di pagamento e di consegna, scarse informazioni o informazioni difficili da reperire, problemi in caso di controversie post-vendita, ma anche sistemi di pagamenti troppo cari o inadeguati, spese di spedizione eccessive rispetto al valore dei prodotti acquistati sono gli elementi frenanti che più spaventano i consumatori. Da questa analisi prendono il via gli interventi Ue, che partono proprio col mettere in campo uno strumento di ascolto: la Commissione ha lanciato infatti una consultazione aperta a tutti i cittadini dell'Unione (
http://ec.europa.eu/internal_market/payments/cim/index_en.htm
) su un Libro verde che valuta l'attuale panorama dei pagamenti per mezzo di carte, Internet e dispositivi mobili in Europa.
Queste azioni si inseriscono nell'obiettivo generale della Ue che è la realizzazione di una Single European Payment Area. Per raggiungerlo bisogna predisporre strumenti che garantiscano transazioni online semplificate e più sicure. Come? Introducendo per esempio in modo definitivo il diritto di recesso da parte dell'acquirente entro i 14 giorni dall'acquisto e l'obbligo, per il fornitore, di rifondere il cliente sempre nel giro di due settimane.
Non solo. I fornitori online dovranno lavorare sul fronte della trasparenza, pubblicando sul proprio sito di vendita tutti i recapiti necessari alla clientela per mettersi in contatto e avere informazioni nel pre e post vendita, e la consegna delle merci acquistate dovrà avvenire entro 30 giorni dall'acquisto, pena la rescissione del contratto (e il rimborso dell'intera cifra).
Ma è proprio sul meccanismo della consegna che la Commissione sta preparando la normativa più dura nei confronti dei siti di e-commerce: Bruxelles pare orientata a fare una legge affinché siano i venditori (e non più gli acquirenti) ad accollarsi i costi di spedizione per ordini superiori ai 40 euro. È stato rilevato, infatti, che spesso è proprio l'alto costo delle spedizioni a far desistere il consumatore dall'acquisto online.
Tra le 16 azioni, importanti quelle che riguardano direttamente la sicurezza delle transazioni online. Sicurezza che verrà maggiormente tutelata dallo sviluppo di infrastrutture che rendano le connessioni più veloci (meno tempo dura una transazione, meno possibilità hanno gli hacker di piratare carte di credito), e da una maggiore e meglio coordinata circolazione delle informazioni relative a frodi e abusi telematici. Punto di arrivo potrebbe essere l'istituzione di un ombudsman europeo per aiutare gli acquirenti ad affrontare i contenziosi con i fornitori online.