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18 Aprile 2024 / 22:56
Fabio Carniol: «Dalla casa al pet: l'IoT ci fa crescere»

 
Banca

Fabio Carniol: «Dalla casa al pet: l'IoT ci fa crescere»

di Mattia Schieppati - 25 Luglio 2019
Coperture sempre più legate alle potenzialità della tecnologia, ma anche il digitale come importante canale distributivo. Per il Ceo di Helvetia Vita e Chiara Assicurazioni, Gruppo Helvetia, il modello di digital bancassurance fa bene al comparto. E anche al cliente
Un triangolo virtuoso quello tra assicurazione, banca e tecnologia, che riguarda sia i rapporti con il cliente, sia l’opportunità di offrire prodotti e servizi sempre più evoluti. Ma che richiede una forte capacità di comprendere i nuovi modelli che si stanno delineando e che chiamano sia le banche che le assicurazioni a sviluppare nuove visioni strategiche. È uno sguardo d’orizzonte molto ampio, frutto di un’esperienza consolidata nel settore, quello che Fabio Carniol, Ceo di Helvetia Vita e Chiara Assicurazioni, Gruppo Helvetia, porterà il prossimo 25 e 26 settembre a Bancassicurazione 2019 (qui il sito), l’evento di riferimento per il comparto delle banche e delle assicurazioni promosso da ABI e ANIA che si svolgerà presso Roma Eventi - Piazza di Spagna.

La convergenza tra mondo bancario e mondo assicurativo è ormai un qualcosa di assodato o è ancora un cammino in itinere?

Banche e assicurazioni operano in modo integrato da anni nel campo dell'assicurazione. Il canale bancario è oggi il principale distributore di prodotti “vita” con una quota di mercato sulla nuova produzione, a cui va aggiunto un ulteriore 15% rappresentato dai promotori finanziari. In ambito “danni” il fenomeno è più recente, ma sta accelerando. A fine 2018 le banche hanno raccolto oltre 2 miliardi nell'assicurazione “danni non auto” con una quota di mercato di circa il 10% e con una crescita di circa il 10%. Le previsioni per il 2019 parlano di una crescita attesa superiore al 10%, cioè il quadruplo di quella prevista per il canale agenti. D'altro canto, la banca rappresenta un punto di accesso unico molto gradito ai clienti. Sta cambiando tuttavia qualcosa nel modello. Da un lato vi sono le compagnie captive di gruppi bancari, che hanno il vantaggio di poter gestire in modo davvero integrato tutti i processi. Dall'altro gli accordi commerciali, che tendono ad essere sempre più "strategici" e di lungo periodo, per gestire in modo più efficace la formazione del personale, lo sviluppo dei nuovi prodotti e soprattutto la consulenza al cliente. La nuova normativa Idd chiede che produttore e distributore collaborino davvero nell'interesse del consumatore e ciò rende necessaria anche una forte integrazione delle procedure e dei sistemi informatici, soprattutto per il monitoraggio nel tempo della coerenza fra bisogni della clientela e caratteristiche dei prodotti.

Un elemento determinante che negli ultimi anni ha cambiato le regole, sia nel mondo bancario che in quello assicurativo, è l'innovazione digitale. Quanto e come la digital trasformation è entrata nella vostra cultura aziendale? 

La digital transformation sta impattando molto il mondo della bancassicurazione. I primi effetti si sono visti sui prodotti “danni non auto” con la diffusione di soluzioni assicurative in grado di combinare vere e proprie coperture con servizi digitali, tipicamente IoT. Ora si nota una maggiore volontà delle banche di utilizzare canali digitali per la vendita dei prodotti, tra cui quelli assicurativi. Da parte nostra abbiamo messo a punto un modello di digital bancassurance in partnership con operatori specializzati che consente alla banca non solo di offrire i nostri prodotti tramite Internet banking ma anche di coinvolgere i clienti con iniziative di marketing digitale.

Quali sono gli aspetti della rivoluzione tecnologica che meglio siete riusciti a valorizzare?

Chiara Assicurazioni ha lanciato tre anni fa "In casa con Chiara", un prodotto multirischio per l'abitazione che consente al cliente di ricevere una smart box autoinstallante da posizionare in casa e da collegare a una serie di sensori in grado di monitorare il rischio incendio, il rischio perdita d'acqua e il rischio fenomeno elettrico. Tramite la smart box il cliente può accedere anche a una serie di servizi di assistenza a distanza o a domicilio. Poi abbiamo lanciato “A spasso con Chiara”, il prodotto per il segmento pet multirischio che abbina alle coperture assicurative un servizio di geolocalizzazione dell'animale domestico. Sul fronte dei processi, la digitalizzazione consente una maggiore automazione. Nel nostro caso è stato così per la nuova copertura “caso morte” con assunzione del rischio totalmente automatizzata, che consente di semplificare al massimo la fase di vendita. Anche sul fronte dei sinistri il digitale può semplificare e velocizzare. Da tempo abbiamo introdotto la videoperizia nella liquidazione dei danni.

Un elemento che di sicuro è cambiato nella "nuova era" tecnologica riguarda il cliente, e le sue attese. Che tipo di cliente è quello che oggi si rivolge a voi? Come sono cambiate le sue esigenze?

In generale il cliente chiede semplicità e trasparenza. Le tecnologie digitali possono aiutare innanzitutto a comprendere meglio le sue necessità  perché il tipico cliente italiano è sottoassicurato e ha bisogno di essere aiutato a capire meglio i rischi a cui è esposto, ma le tecnologie di oggi sono in grado di facilitare anche l'accesso alle informazioni nella fase post-vendita e a semplificare la fase di liquidazione dei sinistri.

Quanto conta, in un'epoca di smaterializzazione e di disintermediazione, il rapporto diretto con il cliente? Quanto vale il "fattore umano" nel business assicurativo?

Resta fondamentale un'attività di consulenza, che in questa fase il canale fisico è più attrezzato per offrire. Le ricerche dicono che oltre il 70% dei clienti preferisce ancora andare in filiale per le operazioni complesse e tra queste vi è certamente l'acquisto di una copertura assicurativa. Ciò non significa tuttavia che non vi sia spazio già ora per soluzioni assicurative semplici da proporre tramite canali digitali, ma il fattore umano resta in questa fase preponderante. 
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