Il Wall Street Journal? Lo leggi su Facebook
di Fabio, Cavallotti
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28 Ottobre 2011
La storica testata americana porta l’informazione finanziaria direttamente dentro Facebook, puntando sulle potenzialità dell’economia della condivisione
“WSJ Social” è l’applicazione creata dal Wall Street Journal per Facebook (
http://social.wsj.com
). L’iniziativa rappresenta una rottura rispetto al passato: fino a ieri i quotidiani usavano la piattaforma Facebook per condividere e segnalare gli articoli, ora l’app del WSJ porta il contenuto direttamente
dentro
Facebook
. Non solo, c’è un link che consente il proseguimento della lettura sul sito
www.wsj.com
.
Il cambio di strategia è radicale. La lettura sul sito rimane a pagamento, almeno per i contenuti di alto livello qualitativo, mentre quella sul social media è gratis, anche se qui gli articoli sono decisamente più divulgativi. WSJ Social punta diritto ai grandi numeri di Facebook: si calcola che a livello globale gli utenti FB siano 750 milioni. Negli Stati Uniti, a maggio, 53 miliardi di minuti sono stati dedicati alla navigazione sulla piattaforma. Yahoo, classificato al secondo posto, si ferma a 20 miliardi di minuti. E anche in Italia le performance FB sono di assoluto rilievo: 19 milioni di utenti, per circa 140 milioni di pagine viste al mese.
Dunque secondo WSJ ci sono gli ingredienti – la quantità e il tempo – per interessanti investimenti pubblicitari: i ricavi di WSJ Social arrivano dallo sponsor (“courtesy of… “) e dall’advertising presente all’interno delle pagine, mentre a Facebook vanno i guadagni della pubblicità esterna, quella presente nella colonna a destra.
Dopo il Wall Street Journal, altri quotidiani hanno realizzato prodotti analoghi, come il Guardian (
http://apps.facebook.com/theguardian
) e il Washington Post (
https://apps.facebook.com/wpsocialreader/
). Evidentemente molti scommettono sull’economia della condivisione. Le potenzialità, come si è visto, sembrano concrete, anche se non vanno nascoste le difficoltà. Prima fra tutte quella dell’attenzione, diventata merce rara nell’età dell’abbondanza dei contenuti.
È indicativo che la prima applicazione/giornale su Facebook porti la firma di un quotidiano economico. Segno dei tempi. Il protrarsi della Grande crisi e le turbolenze dei mercati rendono il know how del Wall Street Journal conoscenza strategica per i social reader. Anche in Italia il Sole 24 Ore mostra segnali interessanti: nel periodo marzo-agosto le vendite sono cresciute del 23%, accompagnate da un aumento del 47% di visitatori del sito.
La piattaforma Facebook e più in generale i social media possono rappresentare sviluppi interessanti anche per le banche, creando un processo in cui esse diventano, oltre che intermediari finanziari, anche intermediari della conoscenza, andando a rafforzare il rapporto di fidelizzazione con la clientela. Creare un ambiente all’interno della piattaforma sociale potrebbe infatti portare il contenuto (che è fatto di informazione e comunicazione) al livello delle reti amicali. Una dimensione che richiede all’organizzazione trasparenza, capacità di informare e volontà di ascolto. La sfida diventa quella di “conquistare” l’utente/cliente e indurlo alla condivisione. E la distribuzione tra gli amici svolge una funzione virale potenzialmente efficiente (“la banca X su Facebook mi dice quali sono i prodotti migliori, come posso investire il Tfr, come risparmiare con tranquillità, ecc.”). E un circolo virtuoso che è possibile “disegnare” ma che richiede competenza, decisione e pazienza.
L’esperienza del quotidiano americano può fornire interessanti suggerimenti per definire la presenza sui social media che consenta di:
creare una community, i cui membri possono interagire con l’organizzazione, scambiandosi informazioni;
con l’aiuto di quella community tracciare alcune linee sui possibili prodotti che gli utenti si attendono;
informare e fare comunicazione, in modo trasparente e a costi marginali molto bassi.
Beninteso queste sono caratteristiche note, già in uso sul web, sin dai tempi dei forum o dei newsgroup, ma grazie alle piattaforme social questi strumenti si affinano e si allargando.
WSJ Social rappresenta un esempio interessante non solo per gli editori. Un’applicazione che rispetto alla classica fan page ha il pregio di una gestione della comunicazione più autonoma e più
precisa rispetto al modello” segnalazione/condivisione/commenti”. Anche l’eventuale personalizzazione rappresenta una fonte preziosa d’informazioni: un prodotto di questo tipo può generare un rapporto forte e diretto con i propri clienti e pone le basi per offrire prodotti in linea con le loro esigenze e ad alto valore aggiunto. Con un’avvertenza: Facebook e gli altri social media amplificano quello che di positivo fanno le aziende, non lo inventano.