La Ue benedice il Digital Single Market. Troppo tardi?
di Mattia, Schieppati
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20 Maggio 2015
Presentate le 16 linee d'azione per la creazione di un "mercato unico" europeo del digitale. Una sfida agli over the top (statunitensi) per rilanciare il mercato interno
La scadenza che a Bruxelles si sono dati - la fine del 2016 - pare piuttosto ambiziosa (se non irrealistica) visto il campo sterminato che si vuole andare a mappare e normare e la varietà di soggetti che entrano in questo gioco. Ma, in effetti, su questo tema si rischia già oggi di essere in terribile ritardo. Stiamo parlando del piano presentato il 6 maggio dalla Commissione europea per arrivare a tappe forzate alla definizione di un Digital Single Market comunitario, ovvero un mercato unico digitale che garantisca l'attività in regime di corretta concorrenza a tutta la platea di aziende coinvolte (dalle telecom agli Ott, dai content provider alle startu-up), e un libero e corretto accesso a beni e servizi a tutti i consumatori/cittadini. Non una cosa da poco, si diceva, considerando che a tutt'oggi nell'ambito del digitale ogni nazione (28 Paesi) fa per sé, con una propria legislazione, che come si può ben immaginare su temi delicati che si confrontano con grandi player globali (Google o Amazon, tanto per fare due nomi caldi) poco o nulla possono.
Le leve su cui agire
Sono 16 le azioni previste dalla Ue, che poggiano su tre pilastri programmatici:
migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese;
creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi;
massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale
Per le singole azioni vedi box – per ulteriori dettagli,
cfr. il sito Ue.
Il Piano Ue in 3 pilastri e 16 azioni
Primo pilastro - Migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese
1. Introdurre norme intese ad agevolare il commercio elettronico transfrontaliero
2. Garantire un’attuazione più rapida ed omogenea delle norme di protezione dei consumatori
3. Assicurare servizi di consegna dei pacchi più efficienti e a prezzi accessibili
4. Eliminare il blocco geografico ingiustificato
5. Individuare potenziali problemi relativi alla concorrenza che possano incidere sui mercati europei del commercio elettronico
6. Aggiornare la legislazione sul diritto d’autore, rendendola più moderna ed europea
7. Rivedere la direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo
8. Ridurre gli oneri amministrativi che derivano alle imprese dai diversi regimi IVA
Secondo pilastro - Creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi
9. Presentare un’ambiziosa revisione della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni
10. Riesaminare il quadro dei media audiovisivi per adeguarlo al XXI secolo
11. Effettuare un’analisi dettagliata del ruolo delle piattaforme online nel mercato
12. Rafforzare la fiducia nei servizi digitali e la sicurezza degli stessi, in particolare per il trattamento dei dati personali
13. Proporre un partenariato con l’industria sulla sicurezza informatica
Terzo pilastro - Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale
14. Proporre un’iniziativa europea per il libero flusso dei dati, per promuoverne la libera circolazione nella UE
15. Individuare le priorità per l’elaborazione di norme e l’interoperabilità in settori fondamentali per il mercato unico digitale
16. Promuovere una società digitale inclusiva in cui i cittadini dispongano delle competenze necessarie per sfruttare le opportunità offerte da Internet
«Abbiamo gettato le basi per il futuro digitale dell’Europa. Voglio assistere alla creazione di reti di telecomunicazioni su scala continentale, servizi digitali che attraversano le frontiere e una moltitudine di start-up europee innovative» ha spiegato
Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, presentando il progetto. «Voglio che ciascun consumatore faccia gli affari migliori e che ciascuna impresa abbia accesso al mercato più esteso, ovunque si trovino in Europa. Esattamente un anno fa, ho promesso di fare del mercato unico pienamente digitale una delle mie massime priorità. Oggi manteniamo la promessa. Le iniziative previste dalla nostra strategia per il mercato unico digitale contribuiranno a preparare il mercato unico all’era digitale».
Scorrendo le 16 voci che costituiscono le azioni concrete, si incontrano tutti i "nodi" che via via sono venuti al pettine della Commissione in questi ultimi anni, molti dei quali sono questioni tuttora apertissime e di non semplice soluzione. Un esempio? L'indicazione di definire (finalmente) un pacchetto di regole comuni per le telecom e gli Ott: è quello che la Commissione definisce come «creazione di un level playing field», un campo di gioco uguale per tutti, che incentivi lo sviluppo di un'industria telecom pan-europea. Pensiamo a situazioni in cui da una parte le telecom continuano a far pagare i servizi voce, mentre dall'altra soggetti come WhatsApp e Skype mettono a disposizione servizi di chiamate vocali gratuite. Oppure alle ormai note vicende che riguardano Google e le accuse di posizione dominante...
Le prime reazioni
La tabella di marcia dell'iniziativa Come ha segnalato il Financial Times, le nuove norme Ue hanno già fatto alzare il sopracciglio al governo statunitense:
Barack Obama non ha esitato a definire i regolatori europei dei «protezionisti», che vogliono favorire le aziende europee a discapito delle grandi imprese Usa della Rete. Obiettivo dichiarato della Commissione, infatti, è promuovere investimenti e innovazione in questo settore, e aiutare a sviluppare un'industria telecom pan-europea e la diffusione dell'ultra-banda larga, fondamentale per sostenere la nuova generazione di servizi di Internet mobile.
«La nostra strategia è un programma ambizioso e necessario che contiene iniziative mirate ai settori in cui l’Ue può fare davvero la differenza», ha ribadito Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale: «Esse preparano l’Europa a raccogliere i frutti del futuro digitale e daranno ai cittadini e alle imprese la libertà di beneficiare appieno, anche online, dell’enorme mercato interno europeo. Le iniziative sono interconnesse e si rafforzano reciprocamente. Devono essere realizzate rapidamente affinché possano contribuire al meglio alla creazione di posti di lavoro e alla crescita. La strategia è il nostro punto di partenza, non la linea di arrivo».
La prima reazione italiana al pacchetto di Bruxelles è stata quella di Confindustria Digitale, per voce del suo presidente Elio Catania: «Finalmente», ha dichiarato Catania, «Se fosse stato fatto qualche anno fa, avremmo avuto maggiori chance di avere una "Google" europea. Il mio auspicio ora è che le 16 iniziative messe in campo da Bruxelles camminino con date certe e non si perdano nei meandri della burocrazia. Auspico, inoltre, che la decisione della Commissione europea sia da stimolo all'Italia per colmare il gap digitale del nostro Paese soprattutto nella PA e nelle Pmi. La decisione dell'esecutivo europeo è assolutamente positiva anche per il mondo delle imprese. La dimensione digitale tecnologica è diversa in ogni Paese e le barriere fra i vari Stati europei hanno frenato lo sviluppo del settore. Ecco perché non abbiamo un colosso del web europeo».