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19 Aprile 2024 / 16:17
Misurare il rischio rapine

 
Sicurezza

Misurare il rischio rapine

di Giovanni, Gioia - 9 Luglio 2014
Da OSSIF un nuovo modello di analisi. Con numerose novità, a cominciare dal dettaglio territoriale che arriva fino al livello di ogni singolo cap
Come testimoniato anche nell’ultimo Convegno Banche e Sicurezza (vai allo Speciale di Bancaforte), nel primo trimestre del 2014 le rapine in banca hanno subito un crollo di circa il 50% rispetto allo stesso periodo del 2013, proseguendo quel trend decrescente che ha visto calare tale reato di oltre il 60% tra il 2007 e il 2013 (vai all'articolo).
Ma l’attenzione deve rimanere sempre alta soprattutto per il possibile coinvolgimento di dipendenti e clientela e alla luce dei dettami normativi del d.lgs. n.81/2008. In particolare l’art.28 prescrive alle aziende di valutare “tutti i rischi” per la sicurezza e per la salute durante il lavoro ed è ormai condiviso che anche il rischio rapina debba formare oggetto di valutazione. Nello specifico, nell’ambito della valutazione dei rischi, sono due i principali obblighi:
  • analisi/valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori;
  • elaborazione di un documento apposito contenente, tra l’altro, una relazione sulla valutazione del rischio effettuata.
  • Proprio su questo aspetto, nell’ambito delle attività di OSSIF, il Centro di ricerca dell’ABI sulla sicurezza anticrimine, è stata realizzata una nuova versione dello Strumento di supporto per la valutazione del rischio-rapina, capace di determinare, per ciascuna banca, il livello di rischio di ogni singola filiale e di realizzare un documento di analisi con il dettaglio di tutte le misure adottate ai fini antirapina.
    Il nuovo modello prevede l’introduzione di tre elementi innovativi:
    1.un metodo di calcolo del rischio esogeno che integra diverse componenti socio-ambientali e consente di dettagliare la georeferenziazione per i comuni multi-cap;
    2.una revisione della procedura di individuazione del cosiddetto rischio composto, che riguarda il rischio endogeno e il rischio residuo
    3.la creazione di un sistema software evoluto basato su Reti Neurali Artificiali in grado di calcolare in modo dinamico le diverse componenti del rischio rapina a partire dalle componenti fondamentali.
    Il modello si basa dunque sulla distinzione tra la dimensione esogena, associata alle componenti ambientali che contraddistinguono le diverse agenzie del territorio nazionale e la dimensione endogena, che riflette le caratteristiche di ogni agenzia a prescindere dal framework geografico in cui essa opera.

    Il rischio esogeno

    Con riferimento alla dimensione esogena il modello integra una serie di variabili non direttamente connesse al settore bancario attraverso una ponderazione dei diversi gradi di rilevanza delle singole componenti in funzione delle rapine e dei furti in banca. In particolare, il calcolo prende in esame le seguenti variabili:
  • Numero di rapine
  • Numero di furti
  • Numero di rapine in banca
  • Numero di furti in banca
  • Disoccupati
  • Disoccupazione di lunga durata
  • Indice di povertà della popolazione
  • Indice di povertà delle famiglie
  • Indice di criminalità diffusa
  • Indice di criminalità organizzata
  • Indice di criminalità violenta
  • Indice di criminalità minorile
  • Percezione del rischio di criminalità
  • Tasso di omicidi
  • Tasso di suicidi
  • Indice di disoccupazione.
  • Dopo opportune analisi dei dati attraverso Reti Neurali Artificiali i valori del Rischio Esogeno vengono distribuiti in un range compreso tra 0 e 100 e attribuiti a due ordini di geounità: il cap nel caso di comuni multi-cap e il comune nel caso delle rimanenti realtà geografiche.

    Il rischio endogeno

    L'indice di rischio endogeno esprime il grado di esposizione al rischio di evento rapina da parte di un'agenzia in relazione alle proprie caratteristiche intrinseche, a prescindere dalla collocazione geografica e, soprattutto, al netto dei fattori di mitigazione del rischio (i cosiddetti "presidi") posti in essere in termini preventivi e/o difensivi da parte del sistema bancario. In stretta correlazione con il rischio endogeno esso contribuisce a determinare il rischio inerente cui è esposta l’agenzia. La dimensione endogena del rischio prende in considerazione le seguenti variabili caratteristiche di un’agenzia: tipologia di attività, collocazione, confinanti dell’edificio, modalità di apertura, numero di dipendenti e massimale di filiale.

    Il rischio residuo

    Infine l'indagine sui "presidi", ossia sulle misure adottate per ridurre il rischio, si articola in due step fondamentali:
  • stima di adeguatezza a priori del presidio = potenziale capacità di mitigare il rischio;
  • valutazione di efficacia a posteriori = effettiva capacità di mitigazione del rischio.
  • In primo luogo a ciascun presidio è associato un peso numerico in percentuale che esprime il contributo non lineare alla mitigazione del rischio rapina. Il valore del rischio residuo deriva, infine, dalla composizione non lineare del rischio esogeno, delle componenti del rischio endogeno (caratteristiche dell'agenzia) e dai diversi pesi dei presidi. Le misure di prevenzione prese in considerazione sono le seguenti:
  • Sistemi di ingresso
  • Sistemi di protezione dei confini perimetrali
  • Sistemi di ripresa
  • Sistemi di allarme
  • Sistemi per cassieri
  • Servizi (guardiania, videosorveglianza, ecc.)
  • Formazione
  • Il pannello di simulazione

    Guida Antirapina, tutte le novità

    Marco Iaconis, Coordinatore di OSSIF ed autore del volume insieme a Isabella Corradini, spiega le principali novità nel campo della sicurezza antirapina contenute nell'edizione 2014 di "Antirapina - Guida alla sicurezza per gli operatori di sportello" pubblicato da Bancaria Editrice. Guarda l'intervista
    I simulatori neurali integrati nel DB Anticrimine di OSSIF consentono, infine, di determinare diversi scenari in funzione dell’applicazione dei presidi di mitigazione del rischio. In altri termini, grazie all’ambiente di simulazione il gestore della sicurezza può valutare ex ante l’adeguatezza dei propri presidi e sperimentare diverse combinazioni al fine di mitigare virtualmente il rischio di evento criminoso corrispondente a una data agenzia.
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