Mobile payments, il futuro è in Asia
di Mattia Schieppati
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9 Settembre 2013
La geografia dei pagamenti in mobilità premia i paesi emergenti e in via di sviluppo. Nel 2016 nel Sud-Est asiatico (più India) si effettueranno transazioni per 165 miliardi di dollari, mentre rallenta il trend storico dell'Africa. Usa ed Europa limitati dall'NFC …
Siamo ormai al testa a testa e entro il 2017 sarà inevitabile un netto ribaltamento della classifica. È questa la data entro la quale, secondo gli analisti di Gartner Group, l'Africa dovrà cedere ai paesi arrembanti dell'Asia-Pacifico un record raggiunto e detenuto in maniera incontrastata dal 2005: quello di continente dove si effettua il maggior numero di pagamenti via mobile device (telefonino, soprattutto). È questa la tendenza più significativa che emerge dall'ultimo report della società di consulenza statunitense, intitolato "Forecast: Mobile Payment, Worldwide. Update 2013" (
si può scaricare a pagamento qui, previa registrazione). Dal 2012 al 2013, infatti, la consuetudine al mobile payment nel Sud-Est asiatico è cresciuto del 38%, arrivando a generare transazioni per 74 miliardi di dollari. Un corsa guidata in particolare da tre paesi,
Corea del Sud, Singapore e
India, che porterà al sorpasso del Continente Nero nel giro dei prossimi tre anni: se i trend continueranno a crescere con la stessa progressione, nel 2016 l'Asia-Pacifico effettuerà transazioni in mobilità per 165 miliardi di dollari, lasciando al palo - si fa per dire - l'Africa, a 160 miliardi. Sono destinati a crescere, in prospettiva, con un ritmo più contenuto gli Stati Uniti (37 miliardi di dollari le transazioni 2013, contro i 24 miliardi del 2012) e l'Europa (dai 19 miliardi dello scorso anno ai 29 del 2013), per i quali la progressione, nei prossimi anni, dovrebbe essere più contenuta, per motivi sia demografici sia di crescita economica meno esplosiva.
Una partita a due, quella tra Africa e Asia del Sud Est, facilitata anche da un gap in cui sono incorsi i Paesi Occidentali, Stati Uniti in particolare, come sottolineano in maniera critica da Gartner: il grosso investimento, tecnologico e di comunicazione, fatto sui sistemi NFC - Near Field Communication - per i pagamenti hanno prodotto magri risultati. Sistemi che sono stati accolti in maniera piuttosto tiepida dal pubblico dei consumatori, dicono i ricercatori, «perché è mancata da parte di operatori e fornitori di servizi una strategia di mercato chiara che evidenziasse i vantaggi per i consumatori». Risultato: negli Stati Uniti l'utilizzo dei sistemi NFC nel 2013 è stato del 40% al di sotto delle aspettative messe a bilancio per l'anno dagli operatori e anche servizi fortemente innovativi come Google Wallet o ISIS non sono ancora riusciti a entrare nelle abitudini di pagamento. Tirando le somme, nel 2013 quelli effettuati attraverso sistemi NFC hanno rappresentato solo il 2% dell'ammontare totale dei pagamenti e secondo Gartner entro il 2017 questa "fetta" non salirà oltre il 5%. «Ma una crescita più consistente potrebbe registrarsi a partire dal 2016 in poi», dicono i ricercatori, «quando tutti gli smartphone e gli altri device mobili saranno equipaggiati con sistemi NFC e i lettori contactless raggiungeranno la loro massima espansione».
Asia e Africa invece, senza troppo andare per il sottile con l'innovazione, hanno continuato a macinare crescita (si pensi che, per esempio in Africa, la maggior parte dei sistemi di pagamento da mobile avviene ancora via Gsm, cioè con i cellulari di vecchia generazione; il passaggio agli smartphone, infatti, visti i costi dei device, riguarda ancora solo un'élite). Dando così una spinta decisiva alla crescita globale del mobile payment: dai 163,1 miliardi di dollari di transazioni del 2012 ai 235,4 miliardi del 2013 (+44%), che dovrebbero arrivare addirittura a 720 miliardi di dollari nel 2017, quando nel mondo diventerà la modalità di pagamento abituale per oltre 450 milioni di utenti, in maggior parte residenti in Paesi attualmente in via di sviluppo.
Da notare un dato interessante: nelle due parti di mondo dove la crescita del mobile payment è più esplosiva, a farla da padrone sono soprattutto i servizi di money transfer, che da soli rappresentano circa il 71% delle transazioni totali. Cresce il numero assoluto delle transazioni, anche se in media sono di importo più basso rispetto alle rilevazioni degli anni passati, segno che i costi di transazione posti dagli operatori calano, mentre non riescono a essere altrettanto flessibili e competitivi gli operatori bancari "tradizionali", che non sono stati abbastanza rapidi a proporre alla potenziale clientela servizi efficienti e a basso costo per lo spostamento di denaro. Ma la sfida è solo agli inizi ...