La Spagna dice sì alla Google tax
di Mattia Schieppati
-
4 Novembre 2014
Sarà in vigore dal 1 gennaio 2015. Una decisione che continua a fare discutere, non solo gli utenti web ma anche gli editori stessi
Tempi duri per Google in Europa. Dopo Francia e Germania, la scorsa settimana anche il Parlamento spagnolo ha dato il via libera alla modifica della legge sulla proprietà intellettuale che introduce la cosiddetta (e tanto dibattuta, anche in Italia) "Google tax". La normativa approvata a Madrid - sarà in vigore dal 1 gennaio 2015 - consente agli editori di riscuotere una «compensazione equitativa» dagli aggregatori di contenuti come Google News. Secondo quanto previsto nella legge, il compenso verrà riscosso per il diritto di citazione o di rassegna, anche se limitato a frammenti «non significativi di informazione, opinione o intrattenimento». E di sicuro non si scherza: sono previste infatti sanzioni fino a 600mila euro per le pagine web che faciliteranno l'accesso specifico e di massa a contenuti offerti illecitamente, eludendo le richieste di ritiro di quelli che contravvengono la legge.
Una decisione che continua a fare discutere: in un comunicato, Google si è detto «deluso» dall'approvazione della legge, perché convinto che «servizi come Google News aiutano gli editori a portare traffico ai propri siti Web». Il gruppo ha assicurato che «per il futuro si valuteranno le scelte da fare nell'ambito della nuova regolazione». Ma non è solo il primo diretto interessato ad aver espresso il proprio dissapore. A protestare sono anche numerosi editori, media e aggregatori di link in Internet, oltre che di associazioni di internauti e autori. Prima della decisione parlamentare, 80mila utenti avevano sottoscritto una petizione per chiedere il ritiro della legge, che considerano «un regalo del governo ai grandi quotidiani» che danneggerà i motori di ricerca e i progetti in Rete di centinaia di piccoli imprenditori. A favore si era invece espressa l'Associazione di Editori di Quotidiani Spagnoli.