Il diritto oblio è pericoloso. Parola dell'inventore di Internet
di Mattia Schieppati
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8 Gennaio 2015
Un intervento di Tim Berners Lee critica la sentenza della Corte di Giustizia Ue. Perché danneggia la funzione di "memoria collettiva" del web
Un intervento che non può essere considerato di parte (ricordiamo che Berners Lee, per la sua invenzione che ha letteralmente sconvolto il mondo - e il mondo dell'economia - non ha mai rivendicato nessun "diritto di copyright"), ma che sicuramente costituisce uno spunto di riflessione importante, che riapre la discussione intorno alla sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso 13 maggio, che impone appunto ai motori di ricerca di rimuovere dai risultati mostrati i link a notizie ritenute ''inadeguate o non più pertinenti''.
«Il più grave difetto dell'applicazione di questo diritto», ha detto Berners Lee, «è che nessuno ha pensato ai casi in cui un collegamento tra un contenuto deindicizzato e vicende future della persona tornino a essere storicamente, giornalisticamente, giuridicamente importanti. Per questa ragione», secondo Berners-Lee, «se passi il 95% del tuo tempo con la tecnologia, devi accettare di passarne il restante 5% con le sue implicazioni legali».