WhatsApp sotto controllo nel Regno Unito
di Mattia Schieppati
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14 Gennaio 2015
Il premier Cameron annuncia che tutti i sistemi di messaggistica criptati potrebbero essere messi fuorilegge per motivi di sicurezza. La privacy alla prova del terrorismo
Certo, tra i 700 milioni di utenti di WhatsApp, i 300 milioni di iMessage, gli oltre 100 milioni di Viber e i 500 milioni di persone che ogni giorno usano Facebook Messenger per scambiarsi messaggi e chiacchiere, può essere che si nasconda anche qualche terrorista o aspirante tale. Ma l'annuncio del premier britannico David Cameron che ha prospettato la possibilità di mettere fuori legge nel Regno Unito tutti i sistemi di messaggistica personale criptata perché «strumenti che sfuggono a qualsiasi controllo e possono essere usati per organizzare attentati» è parsa subito a tutti i commentatori piuttosto eccessiva.
Cameron, aprendo ieri la sua campagna elettorale, ha infatti dichiarato che se dovesse essere rieletto, il suo governo ragionerà sulla possibilità di mettere al bando tutti gli strumenti che permettono di comunicare in maniera criptata, perché potrebbero essere utilizzati da gruppi terroristici per organizzare i loro movimenti. Molte app di messaggistica, infatti, adottano ora sistemi che non consentono a terzi (nemmeno agli apparati di sicurezza governativi) di intercettare le conversazioni online: Apple, ad esempio, ha più volte spiegato di non poter leggere i messaggi di iMessage, mentre da qualche mese WhatsAppha introdotto un algoritmo che codifica i testi quando vengono composti sul dispositivo del mittente e li rende di nuovo comprensibili solo quando arrivano al destinatario. Una tutela estrema della privacy dei cittadini, che evidentemente può avere anche risvolti negativi sul fronte della sicurezza.
Dopo la minaccia della messa fuorilegge, Cameron cala l'asso di quella che potrebbe essere una via di mediazione: la creazione di una "backdoor", una sorta di porta di servizio nei codici di programmazione delle app e dei servizi di messaggistica, che dia accesso ai dati delle conversazioni in caso di sospetti di attività terroristica, per svolgere attività di prevenzione e fornire informazioni ai servizi di intelligence. La proposta fa parte di un nuovo quadro legislativo che obbligherebbe gli operatori telefonici e i provider Internet a raccogliere e conservare alcuni dati degli utenti. Riferendosi a servizi come WhatsApp, Snapchat, Telegram e altri. Ieri Cameron nel corso di un comizio ha detto: «Possiamo permettere che esista un mezzo di comunicazione impossibile da leggere anche se c'è un mandato del giudice? No, la mia risposta è che non possiamo».