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20 Aprile 2024 / 00:22
Google: due procedure formali dell'Antitrust Ue

 
Fintech

Google: due procedure formali dell'Antitrust Ue

di Mattia, Schieppati - 16 Aprile 2015
Il Commissario Vestager affronta in maniera ufficiale il nodo della posizione dominante dell'azienda di Mountain View. Che ora ha 10 settimane per rispondere alle accuse ed evitare una multa di 6 miliardi di dollari
Era stata la prima promessa del neo insediato Commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ma dopo che per sei anni, tra richiami, indagini e audizioni, la Commissione aveva tentato senza frutto di mettere nell'angolo Google sulla questione da sempre aperta - operare su tutti i mercati ma con le "regole" dettate dai paradisi fiscali dove ha sede legale - sembrava più che altro una sparata per accreditarsi come "donna forte".
E invece mercoledì 15 aprile, al termine di una lunga seduta, la Commissione ha aperto due procedure formali contro il colosso americano del web, una per fare luce sull'accusa di «abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca su Internet», l'altra per capire se vi sono state irregolarità nella gestione della tecnologia Android utilizzata su una parte rilevante di smartphone e tablet.
Ora Google ha 10 settimane di tempo per spiegare le proprie ragioni e per evitare una multa che potrebbe arrivare al 10% del suo fatturato, superando i 6 miliardi di dollari. La Vestager assicura che non ci sarà tregua nel monitorare la condotta di Google, oggetto di 32 reclami presentati negli ultimi cinque anni all'Antitrust Ue da diverse aziende concorrenti. «Nel caso di Google sono preoccupata del fatto che la società abbia dato un vantaggio sleale al proprio servizio di comparazione prezzi per lo shopping online», ha dichiarato il Commissario, «in violazione delle norme antitrust comunitarie. Google ha ora l'opportunità di convincere la Commissione del contrario. Tuttavia, se l'inchiesta confermerà le nostre preoccupazioni, Google dovrà affrontare le conseguenze legali e cambiare il modo in cui svolge la propria attività in Europa».
Una decisione che ha l'appoggio pieno del Parlamento europeo, tanto che Manfred Weber, Presidente dell'Eurogruppo del Ppe, ha subito dichiarato che «Google ha una posizione di gran lunga dominante sul mercato. Sosteniamo pienamente la Commissione europea nella sua indagine sulla posizione di Google e sul suo comportamento commerciale», ed è stato molto duro: «L'Europa deve anche mostrare i denti contro questi giganti americani. Il diritto dell'Unione europea vale per tutti loro e deve essere rispettato. Tutto ciò nell'interesse dei consumatori e della concorrenza. Internet non è il selvaggio West: esistono regole in materia di web che devono essere rispettate».
Altrettanto netta la replica dell'azienda di Mountain View, che continua a sostenere di essere dalla parte della ragione (e ha una posizione di forza in tutto questo dibattito: non dimentichiamo che dai suoi server passa l'80% delle ricerche effettuate dagli utenti europei su Internet): «Siamo fortemente in disaccordo», ha detto il vicepresidente di Google, Amit Singhal, «e siamo ansiosi di spiegare le nostre ragioni nelle prossime settimane. Peraltro, abbiamo dimostrato che le accuse di danno ai consumatori e ai concorrenti non sono corrette». Del tutto fuori luogo, secondo Singhal, le accuse legate al vantaggio portato dal sistema operativo Android: «Non siamo i soli ad avere beneficiato del suo successo», ha dichiarato lapidario.
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