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25 Aprile 2024 / 11:22
Al via il piano per Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti

 
Banca

Al via il piano per Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti

di Flavio Padovan - 23 Novembre 2015
Interverrà il Fondo nazionale di risoluzione, senza nessun costo o finanziamento a carico dello Stato. Lo prevede il decreto legge del Governo in vigore da lunedì 23 novembre. Previsto un impegno di 3,6 miliardi di euro. Roberto Nicastro Presidente
Inizia oggi, lunedì 23 novembre, un nuovo corso per Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti. Secondo quanto previsto nel decreto legge approvato nel tardo pomeriggio di ieri dal Consiglio dei ministri, le 4 banche sono messe in sicurezza – tutelando pienamente i correntisti e dando continuità all'attività creditizia e ai rapporti di lavoro – con un intervento sostenuto finanziariamente dall'intero sistema bancario, dagli azionisti e dai titolari delle obbligazioni subordinate. Come specifica espressamente il testo del decreto, che entra in vigore oggi, non è prevista "alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione" (leggi qui il testo del decreto).
Nel dettaglio – spiega in una nota la Banca d'Italia (leggi qui il testo completo) - il piano prevede che per ciascuna delle quattro banche la parte "buona" venga separata da quella "cattiva" del bilancio. Alla parte buona ("banca buona" o "banca-ponte" o bridge bank) sono conferite tutte le attività diverse dai prestiti "in sofferenza", cioè quelli di più dubbio realizzo. Il capitale è stato ricostituito a circa il 9% del totale dell'attivo (ponderato per il rischio) dal Fondo di Risoluzione, che è amministrato dall'Unità di Risoluzione della Banca d'Italia e alimentato con contribuzioni di tutte le banche del sistema. La banca buona viene provvisoriamente gestita, sotto la supervisione dell'Unità di Risoluzione della Banca d'Italia, da amministratori da questa appositamente designati.
Di tutte le 4 banche il Presidente è Roberto Nicastro, ex Direttore Generale di UniCredit. "Gli amministratori – si legge nella nota - hanno il preciso impegno di vendere la banca buona in tempi brevi al miglior offerente, con procedure trasparenti e di mercato, e quindi retrocedere al Fondo di Risoluzione i ricavi della vendita". Amministratori Delegati sono: per nuova Banca Marche Luciano Goffi (attuale DG della stessa banca), per nuova CariChieti Salvatore Immordino (oggi commissario straordinario della stessa banca), per nuova Carife Giovanni Capitanio (commissario straordinario della stessa banca) e per nuova Banca Etruria Roberto Bertola (già dirigente in UniCredit e ora consigliere della CR Saluzzo).
Viene inoltre creata una "banca cattiva" (bad bank), priva di licenza bancaria nonostante il nome, in cui sono concentrati i prestiti in sofferenza delle quattro banche che sono stati svalutati a 1,5 miliardi dall'originario valore di 8,5 miliardi, e che saranno venduti a specialisti nel recupero crediti o gestiti direttamente per recuperarli al meglio.
Nessun costo per lo Stato
L'intervento è a carico innanzitutto degli azionisti e dei titolari di obbligazioni subordinate delle 4 banche, ma l'impegno prevalente è a carico del sistema bancario italiano nel suo complesso, che alimenta con i suoi contributi, ordinari e straordinari, il Fondo di Risoluzione.
L'impegno finanziario immediato del Fondo di Risoluzione è, complessivamente per le quattro banche, così suddiviso: circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie (recuperabili forse in piccola parte); circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone (recuperabili con la vendita delle stesse), circa 140 milioni per dotare la banca cattiva del capitale minimo necessario a operare. Quindi, in totale, circa 3,6 miliardi di euro.
La liquidità necessaria al Fondo di Risoluzione per iniziare immediatamente a operare è stata anticipata da Intesa Sanpaolo, UniCredit e UBI Banca, a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi.
Le quattro banche originarie divengono dei contenitori residui in cui sono confinate le perdite e la loro copertura, e vengono subito poste in liquidazione coatta amministrativa. Le banche buone (banche-ponte) ne assumono la stessa denominazione con l'aggettivo "Nuova" davanti e proseguono nell'attività essendo state ripulite delle sofferenze e ricapitalizzate. La banca cattiva resterà in vita solo per il tempo necessario a vendere o a realizzare le sofferenze in essa inserite.
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