Auto connesse, di chi sono i dati?
di Mattia, Schieppati
-
18 Febbraio 2016
Si chiama "My Car My Data" l'iniziativa lanciata dall'ACI per sensibilizzare i consumatori sul "problema" della proprietà dei dati sensibili raccolti dai dispositivi di bordo ...
Auto intelligenti, auto sempre più connesse, auto che sanno dove abiti, come parcheggi, quanto pesi, quando sei stanco. La rivoluzione tecnologica in atto nell'automotive è straordinaria e il livello di intelligenza digitale delle auto fa passi da gigante, grazie alla capacità sempre più raffinata di raccogliere, analizzare e trasmettere dati che i vari dispositivi di bordo hanno ormai messo a sistema.
Ma se i vantaggi sono evidenti, in tutto questo accumulo di materiali sensibili ci sono anche rischi. In primis, perché le auto sono ormai degli hotspot di accesso alla nostra vita digitale. E se ormai ci siamo abituati a proteggere gli smartphone, i tablet, per non parlare dei pc, da virus e intrusioni, le auto ultimo anello dell'Internet of Things che utilizziamo tutti i giorni, sono ancora soggetti fragili. Come proteggersi? Come sapere, con certezza, dove vanno a finire tutti i dati che la nostra quattroruote raccoglie quotidianamente? A porre questo quesito, sensibilizzando gli utenti, è la Federation Internationale de l'Automobile - FIA (che rappresenta 38 milioni di soci di 111 Automobile Club di Europa, Medio Oriente ed Africa), che ha lanciato la campagna "My Car My Data" sul problema della proprietà dei dati trasmessi dalla propria automobile connessa.
Campagna condotta in Italia dall'ACI, che al progetto ha dedicato una sezione del proprio sito (
clicca qui). La FIA ha voluto su questo tema non solo impegnarsi in prima persona ma anche coinvolgere gli Automobile Club europei al fine di sollevare con forza il problema presso le Autorità comunitarie di Bruxelles, affinché queste intervengano istantaneamente con una regolamentazione chiara e trasparente. «Il mercato dovrebbe consentire ai prestatori di servizi di operare in regime di libera concorrenza, in modo da offrire all'automobilista, tramite i dati che ha autorizzato a diffondere, i migliori servizi possibili», dice l'organizzazione. «L'ACI e la FIA vogliono che tu sia
davvero proprietario dei dati prodotti dal tuo veicolo e promuovono il principio del "consenso informato" per l'accesso ai dati sui comportamenti di guida. È per questo che è nata la campagna My Car My Data: tu, e solo tu, puoi decidere se condividere i tuoi dati e con chi e mantenere così la libertà di scegliere i servizi di cui hai bisogno per i tuoi viaggi».