Il vice di Bezos per digitalizzare l'Italia
di Mattia Schieppati
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11 Febbraio 2016
Matteo Renzi annuncia la nomina di Diego Piacentini, numero due di Amazon, a capo del digital office. A lui il compito di digitalizzare il Paese ...
Salto di qualità nella strategia digitale del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che gioca un asso pigliatutto: ieri il Consiglio dei Ministri ha nominato Diego Piacentini, attuale vicepresidente di Amazon e braccio destro di Jeff Bezos, a capo del "digital office". Una sorta di Commissario alla digitalizzazione del Paese, che entrerà in carica la prossima estate con un mandato (a titolo gratuito) della durata di due anni. Una mossa che ha avuto una risonanza mondiale, visto il ruolo e la notorietà di Piacentini, 55 anni, dal 2000 in Amazon (in precedenza era capo delle operazioni europee di Apple), uno che - come scrive il sempre ben informato Luca De Biase sul Sole24Ore (
leggi qui), «conosce il meglio delle soluzioni tecnologiche contemporanee e sa che cosa vuol dire pensare in termini di piattaforma:?una struttura abilitante, facile da usare, orientata all'utente».
Iper contemporanee le modalità di comunicazione di questa novità: uno scambio diretto di tweet tra Matteo Renzi e lo stesso Jeff Bezos. Scrive Bezos: «Signor primo ministro, siamo così orgogliosi di Diego. Meraviglioso per l'Italia»; risponde Renzi: «Grazie, sarà un piacere lavorare con lui. Venga in Italia così possiamo parlare di innovazione», gli risponde Renzi.
La sfida per Piacentini - che ha dichiarato che la scelta di sospendersi per due anni dalla sua attività in Amazon è «un modo per restituire qualcosa al Paese nel quale sono nato e ho vissuto per quarant'anni» - è enorme. Da una parte, portare la macchina burocratica dello Stato «a portata di click» per il cittadino, dall'altra pianificare in maniera realistica e costruttiva una digitalizzazione della Penisola che per ora viaggia a macchia di leopardo. Per non parlare dell'intrico di organismi e competenze che si sono succeduti, negli ultimi anni, sul fronte del digitale di Stato. Come sottolinea sempre De Biase, «la difficoltà del compito di Piacentini è aumentata dal complesso intreccio di organismi, agenzie, aziende che si occupano di questa materia, dall'AgId alla Sogei, dai tavoli di coordinamento tra lo Stato e le regioni ai comitati vari. Da qualche tempo, lo si deve dire, la buona volontà stava superando l'inerzia. Ma il processo sembra faticare nella fase di decollo».