Netflix intasa la banda Usa
di Mattia Schieppati
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15 Febbraio 2016
Il servizio di video streaming occupa il 37% del traffico Internet degli Stati Uniti. Sollevando dubbi sulle «possibilità infinite» delle connessioni ...
"Immagina, puoi". È il motto di uno dei principali operatori di fibra ottica operante in Italia. Bene, immaginate ora che domani tutti gli italiani decidessero di abbonarsi a Netflix, il servizio di videostreaming che sta spopolando negli Usa e che è sbarcato nel nostro Paese lo scorso dicembre. Se così accadesse, forse il payoff della campagna andrebbe rivisto, perché banda larga e fibra varia rischierebbero l'intasamento.
La provocazione viene in seguito alla pubblicazione dei
dati su traffico e download statunitensi raccolti da Sandvine, da cui risulta che Netflix è responsabile del 37% del totale dei download effettuati negli Stati Uniti. Una quota davvero record, se si considera che YouTube si trova al secondo posto con "solo" il 18% del traffico. Seguono staccatissime tutte le altre piattaforme più note (Amazon Video, BitTorrent, iTunes, Hulu, Facebook ..., ciascuna oscillante intorno al 3%). Mentre il 25% è occupato in modo cumulativo da tutti gli altri elementi che, di norma, determinano la navigazione degli utenti: dalle mail alla messaggistica, passando per l'informazione online.
Secondo Sandvine, l'incredibile risultato di Netflix è la dimostrazione di come la rete del futuro sarà sempre più permeata dalla TV via Internet, anche perché si configura uno scenario dove sempre più piattaforme consumeranno quantità ingenti di banda, considerato come i contenuti siano differenziati a seconda del provider e, di conseguenza, lo stesso utente si abbonerà a più servizi alla volta. La domanda quindi è lecita e urgente: quanto e in che modo i provider di servizi ad alto consumo di banda dovranno in qualche modo farsi carico di mettere risorse a disposizione dello sviluppo e del potenziamento delle infrastrutture? Oppure è giusto che assorbano banda su infrastrutture fatte da altri, massimizzando i vantaggi senza doversi preoccupare del resto?
Come osservano gli
esperti del sito specializzato webnews.it, «in molti si chiedono quale sia il ruolo di queste società di produzione e distribuzione di contenuti nel futuro. L'ingente traffico è destinato a crescere non solo per l'aumento del numero di abbonati, ma anche grazie alla disponibilità di filmati di qualità e risoluzione sempre maggiore, in uno scenario dove il 1080p è già lo standard e ci si avvicina sempre di più al 4K per tutti. Mentre la banda occupata è destinata a moltiplicarsi inesorabilmente, è lecito domandarsi se siano le strutture di distribuzione a doversi adattare a questo trend di mercato o siano le stesse società a dover investire attivamente nel miglioramento dei collegamenti. Su questo fronte, tuttavia, una risposta certa non esiste: qualora i colossi dello streaming si accordassero con i provider per canali di distribuzione preferenziali, ad esempio, potrebbero venire meno i principi della net neutrality
».