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19 Aprile 2024 / 18:58
Una via italiana all'e-commerce ...

 
Fintech

Una via italiana all'e-commerce ...

- 18 Maggio 2016
Presentati all'e-Commerce Forum i dati dello shopping online degli italiani. Che vale oggi 19 miliardi di euro. Una crescita significativa ma i numeri sono ancora deboli rispetto ad altri Paesi europei. Ma il Made in Italy potrebbe lanciare la sfida
Raddoppia in 5 anni l'e-commerce italiano che dai 9 miliardi del 2011 raggiunge nel 2016 i 19,3 miliardi con un incremento di oltre il 100% e del 17% rispetto al 2015 (+2,7 miliardi). I settori che più contribuiscono alla crescita sono Abbigliamento (+25%), Informatica ed elettronica di consumo (+22%), Editoria (+16%) e Turismo (+11%). Bene anche i settori simbolo del Made in Italy che, pur considerati ancora emergenti, stanno registrando le crescite più alte: il Food&Grocery otterrà nel 2016 un incremento del 29% e supererà i 530 milioni mentre l'Arredamento&Home Living crescerà del 39% sfiorando i 570 milioni. La penetrazione dell'e-commerce nel 2016 raggiungerà il 5% delle vendite retail.
Sono alcuni dei dati presentati dall'Osservatorio eCommerce B2C Netcomm Politecnico di Milano all'e-Commerce Forum in corso a Milano il 18 e 19 maggio, che fa il punto su scenari, tendenze e prospettive dell'intera filiera del commercio online.
"I grandi numeri raccontano che gli italiani che acquistano online sono 18,8 milioni. Rapportata alla popolazione Internet in grado di fare acquisti, ovvero 30,8 milioni di individui, la cifra indica che l'e-commerce vanta una penetrazione del 61%, in crescita rispetto agli scorsi anni se consideriamo che fino a due anni fa eravamo ancora sotto il 50%", commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. "Non c'è niente in Italia che cresca come il commercio elettronico a +17%, così da superare, nelle stime che presentiamo oggi, quota 19 miliardi di euro. In Italia esiste, però, un paradosso perché nel Paese esistono tutte le condizioni potenziali perché quei 19 miliardi raddoppino diventando 40 miliardi. Mentre gli e-shopper italiani sono raddoppiati, le imprese non si sono digitalizzate con lo stesso ritmo. In Italia sono state censite appena 40 mila imprese che vendono online, contro le 800 mila a livello europeo di cui 200 mila solo in Francia: 5 volte le nostre. In questo modo le aziende italiane non solo perdono quote di mercato sugli acquirenti italiani, ma rischiano di perdere fatturati anche da e-shopper esteri. Il mio monito, quindi, oggi dall'e-commerce Forum va alle aziende italiane: che serva a spronarle a essere sempre più presenti online e a capire come il "fare e-commerce" sia davvero vitale per la loro sopravvivenza, soprattutto laddove la forza del brand Made in Italy è più rilevante, come nei settori moda, arredamento e alimentare."
Il mercato
Il mercato e-commerce B2C resta ancora legato prevalentemente ai servizi, che valgono il 55%, con il 45% dei prodotti. A trainare è il Turismo, con l'acquisto di biglietti per i trasporti, soprattutto ferroviari, e dalla prenotazione di alloggi, non solo hotel ma anche affitti temporanei gestiti dai principali operatori della sharing economy. Nell'Informatica ed elettronica, l'apporto arriva principalmente dagli acquisti di smartphone e tv, a seguire si trovano gli elettrodomestici bianchi e gli accessori (questi ultimi acquistati principalmente dai big del settore). Nell'Abbigliamento continuano a essere determinanti gli acquisti high fashion, con il contributo di abbigliamento sportivo e mass market. Nell'Editoria, la crescita è trainata dai libri, in particolare si prevede una crescita proveniente dai testi scolastici.
Crescono mobile e export
Smartphone e tablet giocano un ruolo sempre più rilevante negli acquisti online. Quelli fatti tramite telefono aumentano del 51% e superano i 2,8 miliardi di euro (15% dell'e-commerce nel 2016,  24% se aggiungiamo quelli via tablet). Tra i servizi più acquistati via smartphone sono quelli legati al Turismo (10% del totale); tra i prodotti, invece, troviamo al primo posto Arredamento & Home Living ed Editoria, entrambi con il 23%, a seguire Informatica (20%), Abbigliamento (19%) e Food & Grocery (9%).
L'export, ossia il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, invece, aumenta del 18% e supera quota 3,5 miliardi di euro. Il 42% di questo valore è imputabile al Turismo, grazie prevalentemente agli operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per il 38% all'Abbigliamento grazie ai grandi marchi e ai retailer tradizionali ma anche alle boutique multi-brand italiane. In crescita anche l'Arredamento & Home Living e il Food&Grocery grazie al contributo sia di imprese produttrici che di Dot Com specializzate italiane.
Strategia multicanale
Sempre più imprese tradizionali, sia commerciali che produttrici, stanno cercando di avviare una strategia multicanale per consentire ai clienti di proseguire l'esperienza d'acquisto online. Anche nel 2015 diverse imprese tradizionali hanno attivato un sito di e-commerce e allo stesso tempo molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso marketplace come Amazon, eBay ed ePrice. Questi ultimi inoltre sono utilizzati sia dai piccoli operatori che non hanno i mezzi per investire adeguatamente nello sviluppo di un sito proprio sia da alcuni grandi operatori in ottica multicanale.
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