WhatsApp pronto a sbarcare nell'e-payment

Il primo indizio, colto solo da chi ha i radar ben puntati sul tema, sta nell'apertura di una posizione lavorativa che ha fatto suonare un campanello d'allarme. Per la sua filiale in India, WhatsApp sta cercando un «digital transactions lead che abbia competenze sulle leggi locali e con gli standard tecnologici richiesti». Appena è circolata la notizia, più che una marea di curriculum vitae l'azienda di messaggistica istantanea è stata subissata di richieste di chiarimenti da parte di tutta la stampa specializzata, che ha fatto due più due ed è arrivata presto a formulare un'ipotesi che pare tutt'altro che remota: Whatsapp sarebbe ormai a un passo dal lanciare il proprio servizio di micropagamenti e trasferimento di denaro peer-to-peer, e avrebbe scelto come mercato in cui testare il nuovo sistema appunto l'India, dove conta qualcosa come 200 milioni di utenti.

La piattaforma ideata da Jan Koum e controllata oggi da Facebook, sarebbe in grado di proporre nel giro dei prossimi sei mesi un sistema di pagamento proprietario. Stando alle indiscrezioni, l'azienda starebbe discutendo con il governo indiano per poter rispondere a tutti gli standard previsti dal sistema di pagamenti unificati Upi, Unified Payments Interface, come previsto dalla legislazione locale. In pratica, gli utenti della piattaforma di messaggistica potranno trasferirsi il denaro fra loro grazie all'accordo con le diverse banche aderenti e ai network di carte di credito e debito.

«L'India è un paese importante per WhatsApp», si è limitato a dire un portavoce della compagnia al sito specializzato Mashable, «e stiamo cercando di capire come possiamo contribuire in misura maggiore alla visione di un'India digitale. Stiamo valutando il modo in cui possiamo collaborare con aziende che condividono la nostra visione e nel frattempo continuiamo ad ascoltare con attenzione il feedback dei nostri utenti». Tutto e niente, insomma, ma la terra del Gange si conferma regione strategica per l'azienda.