Pmi a scuola di export e comunicazione digitale
di Flavio Padovan
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5 Marzo 2018
Intesa Sanpaolo, Agenzia ICE e Piccola Industria Confindustria avviano la seconda edizione del percorso formativo Digital4Export dedicato alle piccole e medie imprese
Accompagnare le piccole e medie imprese italiana nel processo di internazionalizzazione e digitalizzazione per sostenerne lo sviluppo. È questo l'obiettivo di Digital4Export, l'iniziativa ideata da Intesa Sanpaolo insieme all'Agenzia Ice e a Confindustria Piccola Industria, di cui è stata lanciata la seconda edizione.
Quest'anno sono Torino, Varese, Pordenone, Ancona, Caserta e Cosenza le città coinvolte a partire dal 4 aprile. Digital4Export prevede 6 giornate formative per ogni tappa, con cadenza quindicinale e possibilità di accedere a 8 ore di consulenza aggiuntiva in risposta alle esigenze specifiche delle aziende che ne faranno richiesta.
"La nostra banca sottolinea Manuela Montagna, responsabile Imprese Banca dei Territori Intesa Sanpaolo - reputa il capitale umano, quindi la formazione, un elemento intangibile fondamentale per l'accesso al credito, tanto da averlo inserito tra gli elementi qualitativi che concorrono all'assegnazione del rating. Ed è questo, in sintesi, il perché abbiamo deciso di contribuire con convinzione a Digital4Export". Dalla prima edizione del programma, ricorda ancora Montagna, sono uscite importanti storie di successo. Imprese, spesso di piccole dimensioni, che hanno trovato sbocchi all'estero e scritto un nuovo capitolo della loro storia aziendale, anche in tempi molto brevi.
Digital4Export è stato lanciato nel 2016 e presenta forti elementi di coerenza con Industria 4.0, il piano nazionale promosso dal Governo: una serie di provvedimenti, incentivi, investimenti volti a portare la digitalizzazione in tutte le fasi dei processi produttivi dell'industria italiana. In questa seconda edizione il programma è stato perfezionato e rafforzato al fine di sostenere al meglio la crescita qualitativa delle PMI, rendendole - attraverso gli strumenti digitali - più aperte all'export, più vicine ai nuovi consumatori e con maggiori possibilità di interpretare in anticipo le esigenze del mercato.
Nelle giornate del corso, progettato e realizzato con il contributo di Intesa Sanpaolo Formazione, si metteranno a fuoco le opportunità offerte dal digitale mondiale, si analizzeranno in concreto le fasi di un progetto di espansione internazionale attraverso i canali digitali e si entrerà nel merito dei principali strumenti di comunicazione digitale e delle metodologie per stimare il potenziale dei mercati online nei principali paesi.
Export, leva di crescita
La presentazione della nuova edizione di Digital4Export è stata anche l'occasione per fare il punto sullo scenario delle esportazioni. Secondo l'approfondimento della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, presentato dal responsabile Industry & Banking Fabrizio Guelpa, le imprese italiane che esportano sono circa 200 mila, ma nel manifatturiero sono solo una su 5. Anche in futuro le esportazioni malgrado l'apprezzamento del cambio dell'euro - saranno la leva della crescita italiana, considerato che la domanda internazionale viaggia a un ritmo del +5% annuo e vista la ripresa di alcuni paesi emergenti, come Russia, Turchia, Brasile. Gli attuali esportatori e quelli potenziali necessitano quindi di rafforzare la loro strategia utilizzando nuovi approcci digitali.
Dalla relazione sono emerse inoltre alcune tendenze strutturali del commercio estero, che caratterizzano i distretti industriali italiani negli anni compresi tra il 2008 e il 2016. In un contesto di forte crescita dell'export (+14%), le vendite si sono maggiormente concentrate sui primi 4 mercati, diversi a seconda dei settori, ma principalmente verso i grandi paesi europei; la distanza media dall'Italia dai mercati di sbocco è aumentata di 400 km ed è aumentata anche la distanza "culturale", in quanto i paesi con la maggior crescita sono asiatici, come Cina, Hong Kong, Corea del Sud; il peso dei paesi emergenti è aumentato ulteriormente, dal 33% al 34%; alcuni paesi, tra cui Svizzera ed Emirati Arabi, si stanno aggiudicando il ruolo di hub per successive riesportazioni.