Online e prepagate spingono i pagamenti elettronici
di Andrea Alemanno (Ipsos PA)
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18 Giugno 2012
Una ricerca Ipsos traccia il profilo degli utilizzatori di carte e bancomat e analizza le aspettative degli italiani che tra 10 anni...
L’Italia per diversi anni ha visto procedere con molta lentezza la penetrazione dei pagamenti elettronici tra i cittadini. Ciò è certamente dovuto alla presenza di una popolazione abbastanza anziana e con una ridotta dimestichezza con la tecnologia, ma anche ad una diffidenza verso lo strumento immateriale, per possibili errori e abusi. Qualcosa però sta cambiando. Se da una parte i comportamenti non sembrano rivoluzionarsi, dall’altra a livello di prefigurazione registriamo una forte consapevolezza dell’ineludibile aumento di peso del pagamento elettronico nella vita di tutti i giorni. Nel cambiare questo atteggiamento degli italiani si possono ravvisare alcuni elementi importanti: la crescente abitudine agli acquisti online, che vengono quasi esclusivamente regolati con un pagamento elettronico; la diffusione delle carte prepagate, la cui frequenza e tipologia di uso è molto evoluta; non ultime sono da ricordare le norme amministrative, che impongono di utilizzare strumenti mediati per i pagamenti oltre una certa soglia.
L'identikit degli utilizzatori
La situazione oggi vede quasi due terzi degli italiani (62%)
fino ai 64 anni
avere
familiarità
con i pagamenti elettronici, mentre andando oltre quella età la percentuale si inverte: solo poco più di un terzo degli over 64 (37%) paga a volte con bancomat, carta di credito, ricaricabili; oltre all’età, è l’
istruzione
che spiega maggiormente la propensione al pagamento elettronico. Nel dettaglio gli italiani ci dicono che lo strumento principale per il pagamento non in denaro è il
bancomat
: usato da più persone e con maggiore frequenza che non la carta di credito. La
carta di credito
è uno strumento con ampie possibilità di diffusione: il 35% degli italiani tende ad utilizzarla almeno sporadicamente, il 14% pur avendola non la utilizza mai, gli altri non l’hanno o ignorano di averla.
Una parte del basso utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici è spiegata dal fatto che
per importi modesti si preferisca il contante
, in generale 2 italiani su 3 ritengono che non abbia senso pagare con strumenti elettronici per importi inferiori ai 50 euro e circa uno su tre porta la soglia a 100 euro.
Il canale ha molta importanza nell’indurre la tipologia di pagamento: per i pagamenti di utenze, multe, tasse si preferisce pagare in contanti in più di 3 volte su 4.
Nei supermercati invece il bancomat
è usato con una certa frequenza da quasi la metà della popolazione in età da lavoro (25-70 anni), mentre sono marginali carta di credito e prepagate, le quali diventano importantissime nell’e-commerce. In particolare,
la carta prepagata è molto utilizzata dalla popolazione
giovanile (18-35 anni)
ed è certamente uno strumento che molto ha contribuito a familiarizzare i giovani con pagamenti, specie online, e con il trasporto di denaro tramite modalità differenti dal contante.
Il pagamento elettronico sembra avere un vero e proprio “valore” in sé presso diversi italiani: infatti molte persone non solo sarebbero interessate a pagare bollette, bollettini e ricariche tramite strumenti elettronici (in particolare il bancomat per il 76% degli intervistati, e con la carta di credito il 47%), ma in una buona percentuale (superiore al 40% degli interessati) sarebbero persino disposte anche a pagare un poco di più pur di non pagare in contanti.
Cash addio?
Per questi motivi si può guardare con ottimismo il futuro del pagamento immateriale:
proiettandosi fra 5 anni
solo una minoranza di italiani (31%, dato che sale a quasi il 50% per gli ultra 55enni) ritiene che lo strumento che utilizzerà di più sarà il contante, via via sostituito dal bancomat: tra i più giovani grande spazio prenderanno anche le varie carte: carta conto, prepagata, carta di credito. L’Italia però appare “spaccata”’ in due rispetto a questa aspettativa: se nel Nord Ovest e nel Nord Est si dà quasi per scontato un passaggio al pagamento elettronico, nel Centro Italia e nel Sud il campione si divide in una metà che ritiene che il contante sarà ancora il modo di pagare prevalente, ed una metà che invece ritiene si passerà al pagamento elettronico. Un altro dato si affianca a questo e lo rafforza:
tra 10 anni 2 italiani su 3 ritengono che il denaro contante scomparirà completamente
: verrà sostituito dai pagamenti elettronici.
Per un passaggio epocale di questo tipo è però necessario rassicurare i cittadini sui due rischi tra loro differenti: da un lato, molti vivono il pagamento immateriale con preoccupazione, col timore che il pagamento non vada a buon fine o con quello di essere
vittime di abusi e truffe
. Ovviamente queste avvengono anche col denaro contante, ma l’immaterialità del pagamento elettronico fa ancora più paura. Dall’altro ci sono coloro che invece temono per la propria
privacy
, soffrono in controllo e questi sono più complessi da convincere: infatti la garanzia che si può offrire ai primi (i preoccupati) sui livelli di sicurezza, potrebbe insospettire ancor più i secondi (gli amanti della privacy) sulle possibilità di controllo.
Pur con questi punti da risolvere, non dobbiamo dimenticare che l’aspettativa dei più è per un sistema di pagamenti che semplifichi la vita e vada verso il pagamento elettronico, in ogni forma lo si riesca a pensare.
SPINning Innovation in Payments
Il tema di questo articolo sulle percezioni e sulle aspettative degli italiani riguardo ai pagamenti elettronici sarà affrontato dall'autore a SPIN 2012, la Conference&Expo Internazionale dell'ABI su sistemi e servizi di pagamento che si svolgerà a Firenze il 21 e 22 giugno.
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