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20 Aprile 2024 / 13:22
Pagamenti digitali in crescita anche nel 2022

 
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Pagamenti digitali in crescita anche nel 2022

di Flavio Padovan - 4 Ottobre 2022
Positivi i segnali del primo semestre, che confermano il trend di sviluppo dopo il +24% di pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante registrato nel 2021. La fotografia dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Ipsos e Nomisma con il contributo di CRIF
Non si ferma l’onda lunga avviata con il Cashback di Stato e con il cambiamento di abitudini dei cittadini indotto dall’emergenza sanitaria Grazie anche alla ripresa dei consumi, nel primo semestre 2022 i pagamenti digitali continuano la loro crescita, dopo un 2021 di grande espansione in cui le transazioni effettuate con strumenti diversi dal contante hanno registrato un balzo del 24%. A fotografare le tendenze dei pagamenti digitali è la 20° Edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Ipsos e Nomisma con il contributo di CRIF, che affronta anche gli aspetti della rischiosità del mercato e dell’evoluzione della domanda, con un focus sul Buy Now Pay Later.
Numerosi come sempre gli spunti che offre lo studio. Vediamo i principali:

Aumentano gli heavy users del digitale

Per quanto riguarda la domanda, il documento evidenzia un dato particolarmente interessante: l’incremento della frequenza d’uso e dei cosiddetti heavy users dei pagamenti digitali nel 2022. In crescita anche la spesa media mensile con carta, pari a 405 euro nel primo semestre rispetto ai 397 euro del 2021.
Anche l’utilizzo della carta di debito registra significativi aumenti: la media sale a 4.6 volte al mese rispetto al 4.2 del 2021. La spesa media mensile dichiarata rimane elevata e superiore a 400 euro.
Trainante risulta la funzionalità contactless: i titolari che la utilizzano più di 4 volte al mese sono in continuo aumento e il 77% ha utilizzato questa modalità più di due volte al mese, rispetto al 70% di inizio 2021

App di pagamento sempre più popolari

Cresce il numero di persone che utilizzano le App di pagamento. Il bacino potenziale degli m-payment è in costante e progressiva crescita e, considerando l’attuale quota di user, le potenzialità di ulteriore espansione sono elevate. In particolare, i pagamenti via App registrano una fortissima crescita di interesse tra i decisori (tasso di crescita del +73% vs il 2021). Un elemento trainante e che può facilitare l’adozione dei pagamenti innovativi è certamente costituito dai dispositivi wearable, che registrano quote di propensi all’uso in aumento. La crescita di interesse verso i pagamenti via wearable emerge in tutte le generazioni, evidenziando come questa modalità stia conquistando anche i segmenti solitamente meno smart.

Carte di credito, valori in ripresa

Nel 2021 il numero di carte di credito attive in Italia risulta pari a 15,2 milioni con un valore delle transazioni effettuate che si attesta nell’ordine di 84.6 miliardi di euro, dato in netta ripresa rispetto all’anno precedente, ma non ancora ai livelli del 2019. In leggera diminuzione il valore medio delle transazioni effettuate, pari a 62 euro. Un calo che continua da alcuni anni: rispetto ai 77 euro del 2017 la riduzione è del 19,5%, evidenziando un utilizzo sempre più quotidiano della carta, non relegata solo ad acquisti costosi.

L’utilizzo esplosivo” delle carte di debito

Gli analisti dell'Osservatorio lo definiscono proprio un “utilizzo esplosivo” quello che ha riguardato le carte di debito nel 2021. Il numero delle operazioni ha registrato una crescita del 53,5% rispetto al 2020, confermata anche dal rialzo significativo dei volumi complessivi (+36,1%) che nel 2021 hanno sfiorato i 184 miliardi di euro. Nomisma sottolinea come questa tendenza sia stata favorita dall’iniziativa Cashback Italia e dalla progressiva ripresa delle attività e dei servizi.

Carte prepagate in costante sviluppo

Si conferma la corsa all’utilizzo delle carte prepagate da parte degli italiani già rilevata negli scorsi anni. Nel 2021 il numero di operazioni è cresciuto del 34,7% favorito anche dallo sviluppo dell’eCommerce. Un aumento che ha dato origine a un flusso transato di oltre 54,1 miliardi di euro, che rappresenta un +26,6% sul 2020.

Continua la crescita delle carte di credito opzione/rateali

Nel primo semestre 2022 registrano un significativo +16,8%, a dimostrazione dell’apprezzamento dei clienti verso questo tipo di carte, che aveva già registrato un rimbalzo nel 2021. L’incremento di quest’anno, spiegano gli esperti dell’Osservatorio, “risulta più marcato rispetto a quello del numero di transazioni effettuate, anche per via della ripresa delle spese delle famiglie nell’ambito del travel & entertainment”. I volumi rateizzati tramite carta, dopo due anni di calo, tornano in territorio positivo (+11%), anche grazie all’impulso della funzionalità instalment (che permettono il finanziamento di una o più spese attraverso un piano di rimborso predefinito).
Attualmente le carte opzione/rateali, che costituiscono la metà delle carte di credito attive sul mercato italiano, sono prevalentemente utilizzate in modalità a saldo (82% dei flussi). Solo il 18% fa riferimento a rateizzazioni. Di questi, i flussi rimborsati ratealmente con le carte opzione riguardano il 12% del totale e sono a loro volta ripartiti tra utilizzi via linea di credito e operazioni instalment. Il restante 6% è relativo al valore delle transazioni con carte rateali “pure”.
Interessante l’analisi di utilizzo, da cui emerge che quasi un quarto delle transazioni complessive delle carte opzione/rateali del primo semestre 2022 sono legate ad acquisti di eCommerce.

Rischiosità, le incognite della situazione macroeconomica

I dati mostrano una lieve riduzione del tasso di sofferenza delle carte a saldo e un lieve aumento per quelle rateali. Ma, secondo gli analisti dell’Osservatorio, la situazione macroeconomica e geopolitica potrebbero acuire nel 2022 le criticità incontrate da imprese e famiglie, generando tensioni sugli indicatori di rischio. Indicatore che finora si sono mantenuti su posizioni contenute grazie all’attivazione delle moratorie pubbliche e private, di sussidi, della cassa integrazione e dei diversi strumenti a sostegno del reddito.

Si amplia la base clienti del BNPL

Si rafforza presso i consumatori la notorietà del Buy Now Pay Later, anche tra i Baby Boomer. La maggiore quota di utenti si registra per gli acquisti eCommerce. La percentuale di capifamiglia tra i 18 e i 34 anni che conoscono il BNPL è più che raddoppiata nei primi 6 mesi del 2022. Emergono anche elevate potenzialità di crescita del bacino di user: tra chi conosce, ma non utilizza il BNPL, è elevata la quota di interessati a sperimentare questa nuova modalità di pagamento dilazionato per i futuri acquisti. Quindi il Buy Now Pay Later potrebbe avere positive ricadute sulla propensione all’acquisto e incrementare i volumi di spesa futuri da parte degli italiani.
Da una analisi condotta per confrontare il segmento ascrivibile al BNPL con in finanziamenti finalizzati small ticket più classici emerge come gli andamenti della domanda di credito nel corso del 2020 e del 2021 siano esponenzialmente maggiori rispetto al finalizzato tradizionale.
Pur rimanendo un fenomeno tendenzialmente a basso rischio, nel periodo d’analisi i contratti BNPL hanno registrato una rischiosità maggiore dei finalizzati small ticket e in lieve aumento.
In prospettiva, sottolinea l'Osservatorio, le potenzialità di crescita dipenderanno anche dall’evoluzione del framework normativo, considerando la volontà dei regulator di includerlo nel perimetro del credito al consumo, al fine di garantire la sostenibilità dei finanziamenti e di tutelare i consumatori finali e gli stessi player.
Nonostante gli eventuali possibili impatti negativi dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie, il BNPL si configura come un servizio strategico, molto merchant driven, a sostegno dei consumi di beni e servizi delle famiglie, accanto alla tradizionale offerta di finanziamenti al consumo.

Il contante non recupera

Il cambio epocale che ha registrato il settore dei pagamenti digitali in questi ultimi anni trova un riscontro nei dati dell'approvvigionamento di contante. Nel 2021, infatti, il numero di operazioni è aumentato in modo molto contenuto (+1,8%) rispetto al calo del 20% del 2020. Contemporaneamente si riduce anche l'importo medio prelevato sul totale delle operazioni.
 
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