Per i fondi una tassazione finalmente “comune”
di Francesco, Di Marco
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4 Maggio 2011
Equiparata la fiscalità italiana a quelle estera per i fondi comuni d'investimento: dal 1° luglio al via la tassazione per cassa, applicata al singolo sottoscrittore e non alla società di gestione
Ci sono voluti anni, ma alla fine l’industria italiana del risparmio gestito ha raggiunto l’obiettivo di una tassazione finalmente comune. L’equiparazione del trattamento fiscale applicato ai fondi italiani a quello dei fondi esteri ha infatti preso forma nel maxiemedamento al decreto Milleproroghe che il Parlamento ha approvato a fine febbraio. Dal 1° luglio 2011 scomparirà dunque lo squilibrio nel trattamento fiscale cui sono sottoposti i fondi di diritto italiano (tassati per maturazione) e quelli di diritto estero (tassati per cassa). Da tale sperequazione, peraltro, sono derivate incertezze normative sulla classificazione dei rendimenti generati, ovvero sulla loro classificazione come redditi di capitale o redditi diversi.
Recupero di competitività
I fondi italiani sono sempre stati tassati in capo alle società di gestione sulle plusvalenze maturate dai fondi, compensando le minusvalenze. Altrove in Europa la regola prevedeva invece la tassazione in capo al singolo sottoscrittore in base alle effettive plusvalenze maturate in sede di vendita delle quote del fondo, con la possibilità di compensare le eventuali minusvalenze con plusvalenze negli anni successivi. Il diverso trattamento fiscale ha storicamente penalizzato le performance dei fondi italiani, che scontavano nel valore della quota l'effetto fiscale, e ha condizionato l'evoluzione dell'industria del risparmio, spingendo le Sgr a trasferire progressivamente all'estero le proprie attività, per offrire alla clientela italiana i vantaggi della tassazione estera. Da qui lo sviluppo delle filiali irlandesi e lussemburghesi delle case di gestione italiane, che hanno consentito di far fronte a una concorrenza estera sempre più aggressiva e in grado di aggiudicarsi importanti quote del risparmio italiano.
La novità introdotta dal Parlamento è in linea con le aspettative dell’industria bancaria italiana, che poche settimane prima dell’entrata in vigore del provvedimento aveva sottolineato, per bocca del proprio Presidente Giuseppe Mussari nell’audizione alla Camera del 12 gennaio, l’opportunità di valutare una sostituzione del regime di tassazione per maturazione dei fondi di diritto italiano con il regime della tassazione per cassa, operando dunque secondo uno schema analogo a quello attualmente seguito per i fondi esteri armonizzati Ue.