Per il lavoro soluzioni coerenti con il mondo che cambia
di Ildegarda Ferraro
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25 Giugno 2012
Il punto sugli aspetti di maggior impatto per l’occupazione secondo Francesco Micheli, che presiede il Comitato del lavoro dell’ABI
“Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. C’è molto da fare”. Chi dice che non bisogna fermarsi è Francesco Micheli, Presidente del Comitato sindacale e del lavoro dell’ABI, che ha guidato la trattativa per il nuovo contratto e segue giorno per giorno gli sviluppi di quanto accade in materia di lavoro. Non bisogna fermarsi, nonostante sia stato chiuso un nuovo contratto molto innovativo e nei giorni scorsi sia stato varato il Fondo nazionale per occupazione nel settore del credito, il nuovo strumento per favorire lavoro stabile e garantire insieme una riduzione dei costi per un periodo determinato alle imprese che assumono a tempo indeterminato. Introdotto lo scorso gennaio con il nuovo contratto dei bancari, il Fondo è pronto ad essere utilizzato dopo la firma pochi giorni fa tra ABI e organizzazioni sindacali di categoria al regolamento che ne disciplina l’attività. “Il Fondo – sottolinea Micheli – è una risposta concreta su una questione determinante come l’occupazione. Occorre trovare soluzioni in linea con i cambiamenti in corso. I 'tagli' non possono essere una risposta in sé. Il taglio, anche se ben sostenuto dal punto di vista sociale, va bene se è finalizzato a superare momenti di crisi contingente. Diversamente – aggiunge Micheli – è necessario fare altre valutazioni più generali, che riguardano il sistema organizzativo nel suo insieme. Quello che conta è trovare soluzioni coerenti con un mondo che cambia. La vita lavorativa è diventata più lunga e quindi occorre trovare il coraggio di mettersi sempre in gioco per affrontare il cambiamento ed essere pronti alle sfide nuove che ci aspettano”.
Un contratto innovativo
In primo piano c’è naturalmente il nuovo contratto. “Con il sindacato abbiamo varato un contratto molto innovativo – ribadisce Micheli – che si caratterizza per l’originalità e la coerenza delle soluzioni. Soluzioni che potrebbero valere anche in altri settori. Una originalità che sconta purtroppo difficoltà nella fase di attuazione. Il valore aggiunto è nel complesso delle misure individuate. Metterei comunque l’accento sul sostegno all’occupazione a fronte di una moderazione salariale. Infine ci sono gli orari, direttamente collegati al necessario miglioramento della produttività oggi, purtroppo, in calo”.
In primo piano i prossimi passi da compiere. Secondo Micheli: “È importante far scendere il più possibile questo nuovo modello contrattuale nel concreto della vita delle aziende. E questo quando, nella prospettiva di breve a fronte di condizioni di scenario che continuano a peggiorare, alla contrattazione integrativa tipica del settore si sostituisce la contrattazione di prossimità. Insomma, sempre più ricerca di soluzioni organizzative innovative per far fronte ai processi di riorganizzazione nella prospettiva che la produttività e la redditività tornino a crescere”.
Determinante la dinamica dei rapporti sindacali. Micheli sottolinea che “Con il sindacato abbiamo lavorato, e lo stiamo ancora facendo, nelle Commissioni previste dal contratto. Abbiamo concluso sull’apprendistato, anche se avremmo preferito registrare ulteriori miglioramenti che la riforma del mercato del lavoro avrebbe potuto prevedere. C’è la Commissione sull’orario, quella sul bilanciamento vita-lavoro e quella sulle pari opportunità. Fondamentale è poi la Commissione inquadramento, che dovrà operare affinché ad una nuova e diversa organizzazione del lavoro corrisponda il superamento degli assetti incentrati su ruoli e gradi”. “Abbiamo il 41% di quadri e dirigenti nel settore – aggiunge Micheli – e questo rende l’organizzazione del lavoro poco flessibile, malgrado possiamo ora contare sulla fungibilità sperimentale tra i quattro livelli dei quadri. C’è poi la costituzione di un Osservatorio sulla produttività, che dovrebbe consentire di misurare il miglioramento o il peggioramento dell’andamento della produttività di sistema, utilizzando indici semplici come la completa fruizione delle ferie dell’anno o degli anni precedenti”.
Il Fondo per l'occupazione
Il lavoro è sicuramente una delle prime emergenze del Paese. “Con il Fondo per l’occupazione – ribadisce Micheli - pensiamo di aver dato il nostro contributo. È una soluzione assolutamente nuova che si propone di sostenere nuova occupazione giovanile. Poi, certo, i cambi di rotta come quelli prodotti dalla riforma delle pensioni rendono più difficile mantenere con coerenza l’obiettivo. Il Fondo per l’occupazione potrà operare anche in concorso e sinergia con il Fondo di solidarietà del settore, soprattutto in questo momento di particolare incertezza che riguarda i cosiddetti esodati. Si tratta di un eventuale supporto a complemento, che potrebbe risultare particolarmente utile nella attuale fase di incertezza. Per esempio, si potrebbe immaginare di coprire fasi in cui gli esodati dovessero rischiare di non essere garantiti”.