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Piccole imprese, adottate una start-up!

 
Imprese

Piccole imprese, adottate una start-up!

di Mattia Schieppati - 31 Luglio 2013
Si chiama AdottUp ed è il progetto lanciato da Intesa Sanpaolo e Confindustria Pmi per "allevare in casa" le imprese innovative di domani. A disposizione un plafond di 200 milioni di finanziamenti e molti servizi …
Sono piccole, sono fragili, navigano in un contesto fatto di incertezze e hanno spesso bisogno, più che di soldi (certo, servono anche quelli...) di qualcuno che le prenda sotto la propria ala protettrice fatta di know-how e di esperienza. In pratica, di qualcuno che le adotti. Stiamo parlando delle start-up italiane o meglio delle idee di start-up che tanti - spesso giovani - aspiranti imprenditori hanno nella testa, hanno provato a mettere nero su bianco traducendole in business plan e presentazioni in power point, ma che poi faticano a trovare la strada giusta per cominciare a provarci per davvero. E spesso, va ripetuto, non solo perché mancano i soldi per partire, ma proprio perché fare un'impresa è questione, oltre che di idee innovative, soprattutto di esperienza, cultura e conoscenza.
Parte da questo secondo assunto, che ribalta completamente tanti discorsi sulla "difficoltà dell'accesso al credito per i giovani imprenditori", il progetto che si chiama appunto AdottUp, attivato da una partnership tra il gruppo Intesa Sanpaolo e Confidustria Pmi e che, presentato a giugno in occasione della Fiera delle start-up, entra ora nella fase operativa.
Il progetto è contenuto nell'accordo quadro sottoscritto a marzo tra il gruppo bancario e la rappresentanza dei piccoli-medi imprenditori italiani. Una delle tre direttive strategiche dell'accordo (le altre due riguardano lo Sviluppo del business internazionale e la Crescita dimensionale) è appunto quello relativo alla Nuova imprenditoria. E parte da un'analisi svolta da Intesa Sanpaolo, secondo la quale «la probabilità di sopravvivenza delle start-up italiane è superiore a quella delle analoghe tedesche» prese come benchmark di riferimento. Inoltre, continua l'analisi, «le nostre start-up crescono più rapidamente: negli ultimi 6 anni hanno creato 2,76 milioni di nuovi posti di lavoro (pari al 17% degli occupati)». Conseguenza dell'analisi? Cari piccoli e medi imprenditori, che conoscete bene i vostri rispettivi mercati e territori, guardate avanti, date credito (in primis, professionale) a un'idea di nascente impresa innovativa, e noi come banca provvediamo a dare credito. Procedendo così all'adozione di una start-up e trasformando la propria impresa - che di mestiere fa tutt'altro - in un incubatore.
Per questo progetto, Intesa Sanpaolo ha messo sul piatto un plafond da 200 milioni di euro, ma ha fatto anche una cosa più importante. Ha dato vita alla piattaforma Officine Formative (www.officineformative.it), una scuola-laboratorio che svolge anche attività di tutorship diretta, "in presenza" per chi vuole imparare a creare nuove imprese attraverso un programma formativo qualificato, che affronta tutti i passaggi che consentono di immaginare, disegnare, creare una start- up. Oltre a prevedere un periodo in laboratorio, per sviluppare l’idea con il supporto degli esperti di Intesa Sanpaolo. Un punto di raccordo che mette a sistema anche altre due iniziative già lanciate dal gruppo e che operano sullo stesso target, come la Start-Up Initiative e Atlante Ventures.
Le Officine Formative rappresentano il primo hub di riferimento per chi ha un'idea di impresa innovativa e vuole aderire al progetto. Qui trova formazione, attività di counseling e un network di esperienze e di know-how. Ma Officine Formative si occupa anche di fare da filtro, in collaborazione con un pool di esperti di Confindustria, di selezionare le start-up che sono pronte per l'adozione da parte di una Pmi, di creare il matching e di accompagnare l'attività di tutoraggio.
In pratica, l’adozione Pmi - start-up, a seguito di un percorso formativo, permette agli aspiranti neo-imprenditori di lanciarsi direttamente nell’attività sul mercato, bypassando le prime due fasi di start-up classica – l'incubatore e la ricerca di un business angel investor – fondendoli in uno soltanto e puntando tutto sulla cultura d’impresa.

Perché a una start-up conviene scegliere la via dell'adozione?

Secondo gli organizzatori del progetto non c'è un solo motivo, ma addirittura sei, dove a pesare in maniera considerevole sono tutte le possibili ottimizzazioni che si possono attivare grazie al lavoro in sinergia:
  • si può usufruire di servizi già esistenti;
  • si arricchiscono le proprie competenze pragmatiche;
  • ci si trova già ad avere a disposizione le tecnologie trasversali (non specialistiche);
  • si dispone di maggiori opportunità finanziarie;
  • le risorse organizzative vengono condivise;
  • si utilizzano canali commerciali già esistenti.
  • Detta in questo modo, sembra che i vantaggi siano tutti a favore di chi viene adottato, che ha la possibilità di crescere in un ambiente protetto fino a farsi le ossa ed essere pronto ad affrontare in modo autonomo il mercato. In realtà, l'intelligenza del progetto sta proprio nel vantaggio che porta alle stesse piccole-medie imprese adottanti. Come viene spiegato bene nell'introduzione al Vademecum che presenta il progetto, «oggi le opportunità sono più che mai nell'innovazione. Ma l'innovazione non è una pratica che si gioca da soli. Più è ricco di innovazione il contesto nel quale si muove un imprenditore attivo e incisivo, più la sua azienda è incentivata e abilitata a innovare a sua volta. [...] Ma non tutte le buone idee possono venire all'interno dell'azienda. Molto spesso emergono dall'esterno e sono assorbite dall'impresa. Per saperle far proprie occorre comprenderle fino in fondo. Anche questo è un compito dell'imprenditore: tenere sempre la mente aperta e imparare, perchè innovare è sempre più spesso frutto di un lavoro di rete».
    Investirci soldi ma anche tempo e dedizione, insomma conviene, perché una piccola-media impresa ha così la possibilità di coltivarsi in casa un piccolo tesoro che potrebbe, in tempi brevi, dare grande soddisfazione, anche dal punto di vista del ritorno economico sull'investimento effettuato.
    L'obiettivo è ambizioso: arrivare a una prima selezione di idee imprenditoriali entro la fine di settembre (in poche settimane, le candidature degli startupper sono già arrivate a quota 650) e di concludere così le prime adozioni entro la fine del 2013.
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