Pizzetti a capo del Gruppo europeo di cooperazione giudiziaria e di polizia (WPPJ)
-
11 Aprile 2011
La definizione di un “quadro giuridico uniforme di protezione dati” continentale tra gli obiettivi del mandato
Sarà ancora il Garante italiano per la Privacy a guidare il Gruppo europeo in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia (Working Party on Police and Justice, WPPJ). E’ il quinto anno consecutivo che l’incarico è affidato al vertice dell’Authority italiana. La conferma di Francesco Pizzetti, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, è maturata nel corso della Conferenza di primavera che ha visto riuniti a Bruxelles le Autorità per la privacy europee. La cooperazione in materia di giustizia e polizia tra gli Stati europei ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo crescente e la protezione dei dati ha assunto di conseguenza sempre più rilevanza. Le dimensioni crescenti della raccolta, utilizzazione e conservazione dei dati, lo scambio a livello globale delle informazioni, lo sviluppo delle nuove tecnologie, specialmente sulla Rete, rappresentano una sfida enorme e rendono sempre più necessaria la definizione di un ''quadro giuridico uniforme di protezione dati''. E questo anche in considerazione del nuovo contesto derivante dal Trattato di Lisbona che ha sostanzialmente trasferito il law enforcement nella sfera di diretta competenza dell'Unione. In linea con questo scenario, il nuovo mandato attribuito al WPPJ e alla presidenza di Pizzetti punta, in particolare, allo sviluppo di sinergie tra il WPPJ e il Gruppo che riunisce i Garanti dell'Ue (Gruppo ''Articolo 29'') con l'obiettivo di rafforzare l'efficacia dell'azione a protezione dei dati dei cittadini europei e il ruolo di supporto alle decisioni della Commissione europea. Nel corso di quest'anno, inoltre, il WPPJ è chiamato a portare a termine una serie di attività legate alla verifica dell'implementazione della Decisione quadro sulla protezione dei dati nel ''Terzo Pilastro'', alla definizione di una politica di supervisione tra gli Stati europei nel settore giudiziario e di polizia, all'uso dei dati Dna per finalità di giustizia e sicurezza.