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Pronti per l'END DATE?

 
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Pronti per l’END DATE?

di Flavio, Padovan - 15 Novembre 2011
Si avvicina la migrazione dagli strumenti nazionali a quelli SEPA. Alcune delle questioni ancora aperte: bonifici e addebiti diretti
Cresce l’ansia per l’end date, cioè per la data di chiusura del processo di migrazione, quella in cui diremo addio a bonifici e agli addebiti diretti nazionali per passare finalmente ai corrispondenti schemi paneuropei. Anche se le istituzioni europee non hanno ancora approvato il Regolamento, il cosiddetto End-Date Regulation, che indicherà esattamente il giorno - o probabilmente i giorni - del passaggio, si sa che comunque l’orizzonte temporale massimo è di circa due anni. “Può sembrare tanto tempo, in realtà è poco se si considera il numero di cose da fare per rispettare la scadenza”, avverte Rita Camporeale, Responsabile Ufficio Sistemi e Servizi di Pagamento ABI. La riprova di quanto questo tema sia molto sentito l’ha data il pubblico di SPIN 2011, che ha seguito numeroso la relazione che ha tenuto Francesco Burkhart, Ufficio Sistemi e Servizi di Pagamento ABI. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervento in tema di migrazione delle procedure nazionali.
L’ambito di applicazione riguarderà i servizi di bonifico e addebito diretto fra conti correnti. La Regulation consentirà agli Stati membri di scegliere di adeguare in un momento successivo alcuni prodotti specifici di bonifico e addebito diretto (c.d. “niche products”) purché la quota di mercato (di ciascuno di detti servizi) non superi il 10%. Gli schemi SEPA potranno inoltre essere arricchiti con servizi opzionali aggiuntivi definiti a livello di comunità per rendere più agevole la migrazione. Una delle difficoltà è che le procedure nazionali interbancarie per l’esecuzione dei bonifici e degli incassi commerciali elettronici (gestite dall’ABI) veicolano servizi e prodotti commerciali che possono essere molto diversi fra loro. Sarà necessaria un’attenta analisi del Regolamento, così da poter valutare i vincoli e le opportunità per un riposizionamento complessivo del nostro sistema dei pagamenti nel mondo SEPA. Per alcuni prodotti di nicchia, infatti, potrebbe essere opportuno chiedere alle nostre
Autorità di avvalersi della deroga, per altri invece potrebbe non essere necessaria la migrazione oppure questa potrebbe rappresentare non un vincolo bensì un’opportunità di semplificazione e efficientamento dei servizi.

RiBa

Si utilizza prevalentemente nei rapporti tra Pmi per forniture con pagamento dilazionato ed è ca ratterizzata dall’iniziativa del creditore, dal regolamento interbancario di tutte le disposizioni presentate all’incasso (e contro-regolamento degli insoluti), dall’avvisatura al debitore effettuata dalla banca del pagatore (a domicilio/elettronica) e da un ordine di pagamento che il pagatore conferisce alla sua banca volta per volta per ciascuna ricevuta.. Il pagamento può avvenire con differenti modalità (contanti, con addebito sul conto, mediante versamento di assegno, etc). Il portafoglio RiBa è spesso collegato a operazioni di finanziamento del creditore (sconto/anticipi). Il modello di business è basato sulla MIF (0,46 per l’incasso e 0,38 per l’impagato). Nel 2010 è stato scambiato un numero di operazioni interbancarie RiBa pari a 166,5 milioni (-3,06% sul 2009) per un controvalore di 391.045.740 migliaia di euro. L’importo medio pagato è 2.348 euro.
Lo scorso anno gli insoluti sono stati il 13,4% delle RiBa presentate. La RiBa difficilmente può essere considerata un addebito diretto poiché manca la caratteristica della preautorizzazione del pagatore e non necessariamente il pagamento avviene con un addebito di un contro corrente, inoltre la percentuale di disposizioni non pagate è del 13,4% contro una media europea del 2% per le operazioni di addebito diretto.

MAV/RAV e Freccia

Gli incassi documentati sono basati su bollettini cartacei e in prevalenza sul pagamento in contanti allo sportello. In Freccia è il creditore che stampa il bollettino e lo invia al pagatore., Nel servizio MAV è di solito la banca del creditore a stampare e inviare il bollettino al domicilio del pagatore. L’iniziativa contabile a livello interbancario è sempre della banca del pagatore che si attiva per trasferire i fondi alla banca del creditore quando riceve l’ordine di pagamento dal debitore. Il modello di business del MAV è basato sulla MIF (0,61 per l’incasso) e la gratuità del servizio al pagatore. Nel 2010 è stato scambiato un numero di operazioni interbancarie MAV/RAV pari a 19 milioni (+11% sul 2009) per un controvalore di 10.951.312 migliaia di euro. L’importo medio pagato è 576 euro. Nello stesso periodo le operazioni relative a Freccia sono state 1,9 milioni (+8% sul 2009) per un controvalore di 949.365 migliaia di euro. L’importo medio pagato è 490 euro. Le analisi delle banche nei gruppi di
lavoro ABI potrebbero considerare l’opportunità di studiare dei servizi opzionali aggiuntivi da innestare sullo schema SEPA al fine di migrare anche queste operazioni.

Bonifici

Nel 2010 sono state scambiate 381,8 milioni di operazioni interbancarie (+ 1,93% sul 2009) per un controvalore di 1.462.421.376 migliaia di euro. L’importo medio è pari a 3.829 euro.
Per la migrazione ci sono ancora diversi punti aperti:
• Utilizzo del BIC nei pagamenti nazionali: il dato è obbligatorio a livello interbancario, ma i database della clientela ordinante bonifici nazionali non sono predisposti. L’ABI sta gestendo l’attività di popolamento del database nazionale ABI-CAB-BIC per consentire alle banche di offrire alla clientela un servizio affidabile di derivazione del BIC dall’IBAN.
• L’accredito di stipendi e pensioni di MEF e INPDAP avviene presso la banca del beneficiario attraverso il c.d. “archivio deleghe”, costruito sulla base delle coordinate d’azienda. Con l’obiettivo di passare ad una lavorazione standard in fase di accredito si rende necessaria un’attività di verifica (ed eventuale riallineamento) con la PA (tramite Bankit) in vista del passaggio all’utilizzo esclusivo dell’IBAN.
• Il bonifico SEPA non è al momento predisposto per la veicolazione strutturata delle causali ABI. Questo dato è spesso utilizzato dagli applicativi delle banche per trattamenti specifici delle singole aziende sulle operazioni ricevute.
• Utilizzo delle parole chiave nel campo info banca-banca e lunghezza del campo remittance information: il SCT ha 140 caratteri di remittance information ad uso della clientela, mentre a livello nazionale si arriva sino a oltre 500 caratteri. Inoltre, alcune parole chiave possono essere utilizzate dagli applicativi delle banche per trattamenti specifici delle singole aziende.

RID

Nel 2010 sono state scambiati a livello interbancario:
• RID “ordinario”: 255,4 milioni di operazioni per un controvalore di 164.323.671 migliaia di euro e un importo medio di 643 euro. Gli insoluti sono stati il 2,8% dei RID ordinari.
• RID “veloce”: 14,4 milioni di operazioni per un controvalore di 103.689.438 migliaia di euro e un importo medio di 7.203 euro. Il numero di insoluti è risultato pari al 3,31% dei RID veloci.
Le questioni ancora aperte:
• Migrazione del servizio di allineamento elettronico archivi. Occorre pianificare nel dettaglio i termini della migrazione del servizio di allineamento elettronico archivi RID al servizio opzionale aggiuntivo denominato SEDA (SEPA Electronic Database Alignment) che la comunità italiana ha già deciso di sviluppare . Il modello di business del servizio SEDA non è ancora stato definito in attesa che sia chiaro nella Regulation il quadro normativo di riferimento.
• Adeguamento lato cliente Creditore al modello CMF. Il modello CMF è l’unico previsto dallo Schema SEPA e prevede una gestione del mandato interamente a carico del creditore. Il servizio di allineamento SEDA ipotizzato non prevede un AOS per la raccolta del mandato presso banca (realizzato invece dalla comunità greca). Il Regolamento lascia spazio a questo tipo di servizio e occorrerà svolgere attente riflessioni.
• Gestione dei mandati in essere: le imprese (e i PSP) che intendono dare continuità ai mandati RID in essere potrebbero dover acquisire nei propri archivi dati oggi non presenti o codificati diversamente. È necessaria un’attività di allineamento archivi?
• Utilizzo del BIC negli incassi nazionali: il dato è obbligatorio sul mandato ed a livello interbancario ma i database dei creditori non sono predisposti.
• Utilizzo del nuovo codice Creditore: il codice adottato su richiesta delle imprese per il censimento in SEPA dei creditori è basato sul codice fiscale/partita IVA. Risulta quindi sostituito il codice SIA. Diversamente dal codice SIA, non è stata per il momento prevista la registrazione dei nuovi codici in un archivio di sistema.

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