Proposte concrete per rilanciare il mattone
di Ildegarda Ferraro
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24 Maggio 2013
In un documento ABI-ANCE tutte le iniziative per rivitalizzare l’immobiliare, per rilanciare la domanda e riattivare il circuito del credito
Correggere l’Imu in modo da ampliare e incentivare fiscalmente il mercato delle locazioni; perseguire l’efficacia energetica e riqualificare le città; favorire la mobilità della popolazione sono alcune delle misure raccomandate dall’ABI e dall’ANCE per rilanciare la domanda di immobili. A queste si affiancano precise iniziative per rilanciare l’offerta di credito, come la creazione di un circuito di obbligazioni bancarie garantite, i cosiddetti covered bond, e l’introduzione nel nostro Paese del “risparmio casa”, ossia di piani di accumulo di risparmio diretti all’acquisto della prima casa. Senza dimenticare l’importanza che può avere la creazione di un Fondo dello Stato per le fasce più deboli. Sono queste le principali proposte delineate dall’Associazione bancaria italiana e dall’Associazione nazionale costruttori edili.
In un lungo incontro il Presidente e il Vice Direttore generale dell’ANCE, Paolo Buzzetti e Antonio Gennari, e il Presidente e il Direttore generale dell’ABI, Antonio Patuelli e Giovanni Sabatini, hanno indicato in un documento comune (
vai al pdf) le iniziative che possono rilanciare il mercato degli immobili in Italia.
Tra gli strumenti per riattivare il credito a medio e lungo termine viene indicata la creazione di un circuito di emissioni di obbligazioni bancarie garantite, i covered bond. Il documento evidenzia che “le banche potrebbero impegnarsi ad effettuare nel 2013 un flusso di credito per l’acquisto di abitazioni per 10 miliardi di euro, utilizzando raccolta attraverso la forma dell’emissione di obbligazioni bancarie garantite che possono essere sottoscritte con il supporto importante di investitori istituzionali italiani”. Tra le ipotesi direte a rendere più ampio il ricorso a queste obbligazioni viene anche indicato che “si potrebbe richiedere a Banca d’Italia di ridurre il livello di capitale minimo necessario per poter emettere questo strumento (ad esempio dagli attuali 500 milioni a 350 milioni di euro)”.
Le proposte si inseriscono nei lavori che ABI e ANCE da tempo portano avanti, nell’ambito di un tavolo diretto a dare risposte concrete alle questioni sul tappeto.
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