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29 Marzo 2024 / 13:00
Rapine, un indice per l'intensità

 
Sicurezza

Rapine, un indice per l'intensità

di Giovanni, Gioia - 29 Luglio 2014
Continuano a diminuire le rapine in banca. Ma come vengono effettuate e quanto sono traumatiche? OSSIF ha messo punto un indicatore in grado di misurare l'intensità ...
Le rapine in banca stanno crollando. I dati OSSIF sono evidenti: dal 2007 al 2013 le rapine consumate ai danni degli sportelli bancari sono diminuite del 68% e nei primi sei mesi del 2014 si registra un calo del 49% ( da 531 a 271) rispetto al primo semestre del 2013 (vedi l'articolo di Bancaforte). Il calo delle rapine sta caratterizzando tutto il territorio nazionale, le rapine sono in diminuzione da Nord a Sud. Soltanto per citare le maggiori province italiane, nel primo semestre del corrente anno le rapine risultano in calo a Milano (-76%, da 71 a 17), a Torino (-66%, da 29 a 10), a Roma (-56%, da 45 a 20), a Palermo (-56%, da 16 a 7), a Napoli (-46%, da 22 a 12). Il cosiddetto indice di rischio, ossia il numero di rapine annue ogni 100 sportelli bancari presenti sul territorio, è risultato pari a 1,7, valore tra i più bassi mai registrati, in netto calo rispetto al valore di 3 rapine ogni 100 sportelli registrato nel 2013.

Il concetto di intensità di una rapina

Ma come più volte ribadito non va mai abbassata la guardia. Un’analisi completa delle rapine, che aiuti a sviluppare le migliori strategie di prevenzione, non può limitarsi a un’analisi della frequenza del fenomeno criminoso, ma deve essere accompagnata da un approfondimento sulle modalità di esecuzione del reato che possono far venire alla luce particolari criticità proprio dal punto di vista dell’impatto che il manifestarsi di una rapina ha sulla filiale e sul personale coinvolto, dipendente o clientela.
La principale missione di qualsiasi Servizio Sicurezza delle banche è, infatti, la tutela dell’incolumità delle persone e questo si estrinseca attraverso due imprescindibili linee di indirizzo:
  • la mitigazione del rischio rapina, ovvero ridurre la probabilità del verificarsi dell’evento;
  • la mitigazione della magnitudo o dell’intensità della rapina, una volta che questa si è verificata, contenendo il rischio che la stessa procuri danni fisici/psicologici.
  • Il nuovo concetto di magnitudo o intensità di una rapina sta ad indicarne la traumaticità, intesa come capacità di arrecare trauma fisico o psichico alle persone coinvolte. Da qui deriva l’esigenza di misurare l’intensità di una rapina. Se infatti esistono diversi indicatori quantitativi per analizzare la numerosità delle rapine (variazione %, rapine ogni 100 sportelli), non era ancora ben definito un indicatore che ne misurasse la gravità.
    Proprio su questo aspetto si è concentrata, nell’ultimo periodo, l’attenzione di OSSIF, il Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine, che, grazie alla collaborazione con l’ISTAT e tramite il Gruppo di studio tecnico dell'ABI per la sicurezza, è pervenuto alla definizione di un indicatore dell’intensità delle rapine in banca.

    Gli step per calcolare l’indicatore

    Primo obiettivo è stato quello di individuare le variabili che potessero avere influenza su un indicatore di intensità delle rapine. Dopo attente valutazioni sull’enorme set informativo fornito dal Data Base Anticrimine di OSSIF, la scelta è ricaduta sulle seguenti 10 variabili:
  • Esito della rapina
  • Bottino sottratto
  • Durata della rapina;
  • Vie di accesso dei malviventi
  • Numero di rapinatori
  • Armi utilizzate dai rapinatori
  • Presa di ostaggi
  • Presenza di morti/feriti
  • Presenza di feriti lievi/malori
  • Mascheramento dei rapinatori.
  • A ciascun indicatore elementare è stato quindi attribuito un peso in funzione dell’importanza che la relativa variabile deve assumere nella determinazione dell’indicatore di intensità.
    Il secondo passo è stato quello della standardizzazione degli indicatori elementari in modo tale da poterli aggregare per la determinazione dell’indice di intensità e per permettere negli anni confronti temporali. Ciascun indicatore elementare V è stato trasformato in una variabile R compresa tra 0 e 1, dove 0 rappresenta l’intensità minima della rapina e 1 l’intensità massima. Per le variabili dicotomiche (sì, no) si è posto R=0 in caso di assenza del fenomeno e R=1 in caso di presenza del fenomeno. Per quanto riguarda, invece, le variabili le cui modalità sono suddivise in classi, sono stati associati dei valori crescenti di R alle diverse modalità di V, in base alla gravità del fenomeno. Con riferimento, ad esempio, alla variabile Durata della rapine è stato attribuito un valori di R pari a 0 nei casi in cui la durata è stata pari a 1 minuto ed è stato posto un valore di R pari a 1 nei casi in cui la durata della rapina è stata superiore a 15 minuti., con dei valori intermedi nei casi rimanenti.

    La formula

    Infine, una volta ottenute tutte le variabili standardizzate si è provveduto ad effettuare un’aggregazione, tramite una media aritmetica ponderata con i pesi definiti a priori. L’indice di intensità della singola rapina i è quindi così definito:
    dove Rij è il valore standardizzato dell’indicatore j per la rapina i e Pj è il peso dell’indicatore j.
    I valori dell’indicatore ISR variano tra 0 (minima intensità della rapina) e 100 (massima intensità della rapina).

    Le aree più calde per intensità media di rapine

    Le 10 province italiane con l'indice “intensità media delle rapine” più alto
    Le analisi elaborate per l’anno 2013 hanno evidenziato che il valore medio dell’intensità delle rapine in Italia è stato pari a 27,9. A livello provinciale le rapine più gravi si sono verificate a Napoli (indice di intensità pari a 42,1), a Salerno (41,5) e Reggio Emilia (41,5). Dalle analisi territoriali sono emerse tre aree geografiche particolarmente “calde”: la prima comprende appunto le province di Napoli e Salerno; una seconda zona comprende le province di Reggio Emilia e Parma; la terza infine è caratterizzata da 4 province della costiera adriatica: 3 province abruzzesi Chieti, Pescara e Teramo e la provincia di Ancona. Nella classifica delle 10 province con la più alta intensità figurano anche Viterbo ed Agrigento.

    Dall'intensità alla frequenza

    Le 10 province italiane con l'indice rischio più alto
    La seconda mappa indica invece l'indice di rischio, ossia le 10 province più a rischio per quanto concerne la frequenza (rapine ogni 100 sportelli). Dal confronto delle due mappe sono emerse chiare differenze. Con riferimento alla frequenza delle rapine, emerge chiaramente la criticità registrata in Sicilia con ben sei province - Siracusa (che domina la classifica con un ampio distacco), Agrigento, Catania, Ragusa, Palermo e Trapani - tra le 10 a più alto rischio rapina, mentre un altro hot spot riguarda le province di Ascoli Piceno e Teramo. Pisa e Rimini concludono con la frequenza rapine più elevata. Le province di Teramo e Agrigento, infine, sono risultate le uniche due ad essere comprese sia nelle 10 province a con maggior frequenza, sia nelle 10 province con la maggiore intensità media.
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