Ripresa, il contributo delle banche
di Rosangela, Iannicelli
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1 Dicembre 2010
Le banche italiane sono rimaste accanto a famiglie e imprese nel momento più duro della crisi economica. E ora cominciano a intravedersi segnali di ripresa, come emerge dal Rapporto di previsione AFO sugli scenari del triennio 2010/2012
Una graduale ripresa economica che potrebbe risentire delle incertezze sui mercati internazionali in seguito alle minacce di contagio che arrivano dai Paesi con problemi di sostenibilità del debito pubblico e a rischio default. È questa la fotografia del quadro congiunturale dell’Area-Euro contenuta nell’ultimo Rapporto di Previsione AFO-FinancialOutlook 2010-2012.
Una nuova fase di incertezza che, per i paesi dell’Euro e per l’Italia, non si traduce in un ritorno alla recessione, ma in una prospettiva di ripresa meno forte rispetto alle attese. Secondo le stime del Centro Studi ABI e delle principali banche italiane il Pil del nostro Paese – dopo un calo complessivo del 6,3% nel biennio 2008-09 – crescerà dello 0,9% quest’anno e di poco oltre nel 2011-12 (+1,2%).
Il settore bancario italiano continua a mostrare una sostanziale tenuta pur scontando gli effetti della crisi e registrando un modesto miglioramento del conto economico (+1,5% l’utile netto), che non permetterà di recuperare le perdite subite nel 2009 (-29%). Solo dal 2011 si avrà un miglioramento della redditività che porterà il Roe al 3,6% e al 4,5% nel 2012, valori comunque inferiori (circa la metà) rispetto a quelli registrati prima del turmoil finanziario. Confermato il trend di crescita delle sofferenze: al valore di realizzo dovrebbero registrare il +40% nel 2010, +12% l’anno prossimo, e rimanere stabili nel 2012.
Per l’Area Euro si prefigura una crescita del Pil dell’1,2% per l’anno in corso, dopo il calo del 2009 (-4,1%), e poco più alta nel successivo biennio (+1,3%). Prosegue il recupero della produzione industriale e la risalita della fiducia delle imprese. Gli effetti negativi della recessione si fanno sentire sul mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è stabile al 10% per l’Area euro ed è pari all’8,7% per il nostro Paese.
L’industry italiana
La congiuntura creditizia in Italia ha offerto nei primi mesi del 2010 evidenti segnali di miglioramento. Il credito al settore privato a maggio ha registrato una crescita annua dell’1,3% con chiari segni di accelerazione. Il settore bancario è impegnato anche sul fronte del rafforzamento patrimoniale; a fine 2009 il Tier1 ratio era pari al 9%, 1,4 punti in più del 2008. Nell’ultimo trimestre il miglioramento del core tier 1 ratio è stato superiore a quello medio registrato dai principali gruppi bancari europei.
Il tasso di crescita dei prestiti erogati a famiglie e imprese nel 2010 è pari al 3,9% (0,5% nel 2009); crescita che si consoliderà nel 2011-2012 con un +5,5% annuo.
Credito e depositi
In Italia il credito alle imprese è cresciuto significativamente di più che nella media dell’area dell’Euro e per il 2010 è prevista una crescita del 2,5% dopo la flessione dello scorso anno (-2,3%), legata principalmente al crollo degli investimenti. Nel successivo biennio il credito erogato alle imprese dovrebbe accelerare fino ad avvicinarsi al +6% a fine 2012.
Il credito alle famiglie continua a registrare valori in crescita, +6,2% nell’anno in corso (+6,9% il solo comparto dei mutui). L’aumento della propensione al consumo delle famiglie favorirà la crescita del credito al consumo, che nel triennio aumenterà mediamente del 5,5%.
I depositi (+3,6% nel 2009) registreranno un aumento del 5% nel 2010 e del 4% nel 2011-2012. Decisamente sostenuta risulta la crescita della raccolta con incrementi annuali del 6,1% a maggio. La severità della recessione spingerà al rialzo le sofferenze bancarie: le sofferenze nette segneranno una crescita del 40% nel 2010, del 12% nel 2011 e dell’1% nel 2012. In rapporto agli impieghi, le sofferenze nette evidenziano un graduale peggioramento fino al picco del 2,9% nel 2011.
Dopo una riduzione del 56% nel 2008 e del 29% nel 2009, l’utile netto delle banche segnerà nell’anno in corso una sostanziale stabilità (+1,5%) rispetto al 2009. Nel biennio 2011-2012 l’utile potrebbe ritornare a livelli vicini a quelli del 2008, pur rimanendo su valori sensibilmente inferiori a quelli pre-crisi. In un tale contesto, il return on equity passerà dal
2,8% del 2009 al 4,5% del 2012.