Se la guardia privata va in tv
di Massimo Zaurrini
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13 Aprile 2012
Soprattutto nelle grandi città sembrano sostituire la vecchia guardia giurata in guardiola. La videosorveglianza in remoto guadagna terreno nelle filiali, ma, a differenza di quanto si potrebbe pensare senza togliere il lavoro ai vigilanti
È sempre più frequente recarsi alla filiale di una Banca e, invece una guardia privata armata, trovare che a vigilare le entrata vi sia un televisore che trasmette le immagini di un’agente privato seduto in una centrale di videosorveglianza, chiamato, seppure distante centinaia di chilometri, a controllare cosa accade all’esterno e all’interno della filiale.
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio per la sicurezza fisica di ABI (Ossif) la videosorveglianza sembra piacere sempre di più ai responsabili delle filiali. Il calo costante delle rapine nelle banche, la diminuzione del contante gestito dalle filiali e la possibilità di tagliare sui costi di sorveglianza hanno portato negli ultimi anni a un’espansione di questa pratica.
Sulla base delle banche che aderiscono a Ossif, l’85% delle filiali bancarie italiane, la diffusione della videosorveglianza ha fatto registrare negli ultimi 5 anni un aumento di oltre il 6%, passando dal 15,9% delle filiali dotate di tale sistema nel 2007 al 22,1% del 2011.
Parallelamente il servizio di guardiania affidata a una persona fisica non sembra aver risentito eccessivamente delle nuove opportunità fornite dalla tecnologia. La percentuale di filiali dotate di guardia privata, infatti, ha subito solo una lieve flessione, passando dal 14,5% del 2007 al 13,4% del 2011, con il dato del 2009 e 2010 che è sempre stato superiore al 14%.