Tutti i crediti anticipati alle aziende
di Ildegarda Ferraro
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8 Ottobre 2013
A quota 6 miliardi i crediti PA ceduti a banche e intermediari. Le imprese sentono i morsi della crisi e le banche vedono aumentare la rischiosità. Patuelli: “Occorre una legislazione che agevoli i nuovi prestiti”
Ammontano a 6,2 miliardi i crediti PA, scaduti entro la fine del 2012 e quindi pagabili, che le imprese hanno ceduto a banche e intermediari finanziari. Per circa 3,5 miliardi di crediti la banca ha avuto un trasferimento pieno, mentre per 2,7 miliardi l’impresa resta a garanzia. Le imprese hanno effettuato circa 1 milione e 200 mila operazioni a 161 banche e intermediari. È quanto emerge dalla rilevazione che l’ABI ha appena concluso sui crediti della Pubblica Amministrazione ceduti dalle imprese. I risultati sono stati trasmessi al Ministero dell’Economia e delle Finanze. La normativa in tema di pagamento di debiti scaduti della PA prevede infatti che le banche e gli intermediari finanziari, attraverso l’ABI, comunichino al Ministero l'elenco completo dei crediti certi, liquidi ed esigibili maturati dalle imprese nei confronti della PA al 31 dicembre 2012.
I numeri
Ecco i risultati dell’indagine in estrema sintesi:
sono stati sentiti 1.813 banche e intermediari finanziari, potenzialmente autorizzati ad effettuare operazioni di acquisizione di crediti commerciali vantati da imprese nei confronti della PA;
161 banche e società di factoring e leasing hanno dichiarato di avere crediti certi, liquidi ed esigibili nei confronti della PA al 31 dicembre 2012, ceduti in proprio favore;
sono state segnalate circa 1.276.100 operazioni di cessione, di cui 1.137.800 (l’89,2% del totale) nella forma pro-soluto, che realizza per la banca il pieno trasferimento dei rischi e dei benefici connessi con le attività oggetto della transazione, e 138.300 (il 10,8%) nella forma del pro-solvendo, che non comporta per la banca il completo trasferimento;
l’importo dei crediti maturati dalle imprese nei confronti della PA al 31 dicembre 2012 e non estinti è pari 6.166.000.000 di euro di cui:
le cessioni pro-soluto in termini di ammontare sono pari al 56,4% del totale, per complessivi 3.476.628.000 di euro;
le cessioni pro-solvendo sono pari al 43,5% del totale, per 2.683.245.000 di euro;
l’importo medio del totale dei crediti ceduti è pari a 4.830 euro, 3.056 euro per le cessioni pro soluto e 19.399 euro per le cessioni pro solvendo.
Le imprese sentono i morsi della crisi e le banche vedono aumentare la rischiosità. Il Presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, facendo il punto a Palermo sul quadro d’insieme ha ricordato che “La Pubblica Amministrazione ha già liquidato alle imprese crediti per circa 11 miliardi di euro. In più ci sono i 6 miliardi che le banche hanno anticipato alle aziende per i crediti certificati”. “La rischiosità dell’operatività bancaria – ha aggiunto Patuelli – è enormemente cresciuta in tutta Europa. Il governatore della Bce, Draghi, ha comunicato al Parlamento europeo che in tutta Europa è in crisi la domanda di credito e noi in Italia abbiamo una legislazione che complica l’erogazione di nuovi prestiti. Se in uno sportello viene acceso un mutuo e la famiglia o l’azienda fra due anni non paga più, la banca deve caricare la perdita nel conto economico del medesimo esercizio, ma la parallela compensazione fiscale invece che essere nello stesso anno è spalmata in diciotto anni. In un momento di crisi così è come dire di fare il salto in lungo con una palla di ferro attaccata ai piedi. Attendiamo e sollecitiamo una correzione in questo senso, almeno per i futuri prestiti, per renderci più omogenei all’Europa e per rendere più omogeneo il meccanismo a quello degli altri settori merceologici. Ci auguriamo che questo correttivo sia nella legge di stabilità. Abbiamo avuto garanzie pubbliche dal ministro Saccomanni”.