Twitter, un canale per l’emergenza
di Franco, Volpi
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7 Novembre 2011
L'allarme in diretta e la gestione dei soccorsi. Nel disastro che ha travolto Genova i social network hanno giocato un ruolo chiave. E ora organizzano la ricostruzione
Quella cui stiamo assistendo in questi giorni, venerdì a Genova, poi sabato e domenica su tutto il Piemonte meridionale, quindi a Torino, è la prima grande disastrosa emergenza nazionale nella quale stanno giocando un ruolo fondamentale le reti di social network. Durante le recenti rivoluzioni dei paesi arabi del Nordafrica si è tanto parlato – molto spesso a sproposito – dell'importanza di Facebook e Twitter come strumenti di mobilitazione. Ora stiamo vedendo in azione nel nostro paese gli effetti di questa potenza, e forse chi fino a ieri considerava Twitter e Facebook solamente un passatempo per gente che ha tempo da perdere dovrà ricredersi.
Venerdì, mentre una massa d'acqua impressionante ha sommerso, cogliendola di sorpresa, la città di Genova,
i primi a lanciare l'allarme
e a gestire, in qualche modo, l'emergenza sono stati proprio
centinaia di utenti Twitter
. Che in pochi minuti hanno allestito in rete una “unità di crisi” a tutti gli effetti, e mentre le reti cellulari andavano ko e interi quartieri rimanevano isolati, hanno continuato a diffondere informazioni, numeri d'emergenza, aggiornamenti sulle condizioni delle strade e della sicurezza. Un fiume di notizie che è stato prontamente “agganciato” e diffuso dai siti di quasi tutti i quotidiani online, che hanno così trasmesso una particolare – e, nella sua drammaticità, interessantisima – diretta del disastro che stava avvenendo.
Alexa12
«Diffondere il più possibile: il numero verde per emergenza a Genova è 800177797».
Simoncico
«Aprite le wifi, salite nei piani alti nelle zone pericolose, usate solo il tag #allertameteoLG solo per servizio».
RobbOnet
: «Ricordate. Ogni informazione importante traducetela in più lingue. Gi stranieri potrebbero non capire le istruzioni».
Buzzes
: «Sono sul treno, si vedono fiumi e canali quasi a livello strada».
Damianoide
: «Via tutti da Brignole, Brigate Partigiane, Foce/Fiera, Piazza della Vittoria , onda di piena in arrivo».
GloriaKermit
_XD: «Mia sorella era a Brignole. Le arrivava l'acqua alla vita!!! State in casa!! Stazioni nel caos!». FilippoXl: «Numero di emergenza alluvione Genova / Liguria: 800 177 797. Fate girare».
E così via, interminabili.
La Protezione Civile subito ha capito la forza di questo strumento
, e ha intelligentemente cominciato a rilanciare nel suo Twitter Feed l'aggiornamento continuo dei tweet degli utenti (
http://valdicecina.salaoperativaprociv.org/tweets-archive/
). Immediatamente gli hastag #genova e soprattutto #allertameteoLG sono esplosi, e per ore hanno costituito la fonte di informazione e di scambio di comunicazioni più utilizzato dai genovesi stessi, e da chi da tutta Italia non aveva altri strumenti per entrare in contatto con la città.
Subito anche gli utenti di
Facebook
, strumento meno immediato ma con una rete di contatti molto più estesa, si sono messi sulla stessa lunghezza d'onda, e per intere giornate i due rivali, FB e Twitter, hanno collaborato dando un contributo fondamentale all'emergenza.
Mai in Italia, con questa estensione, i social network avevano dimostrato la loro forza ed efficacia, soprattutto la reattività di potere subito, nell'attimo stesso in cui un evento accade, darne notizia e c
ostruire una “rete” condivisa di punti di vista e indicazioni utili
. L'indicazione più rilanciata, ulteriore dimostrazione di come la tecnologia sia uno strumento sempre più fondamentale, è stata quella di
“liberare” le frequenze wifi private
: ovvero, visto il black out della rete telefonica fissa e cellulare, togliere le password dalle connessioni wifi private di case e uffici in modo da metterle liberamente a disposizione di tutti coloro che, con un pc o con uno smartphone, potevano appunto connettersi e comunicare.
Non solo. La
forza aggregante dei social network
non si è esaurita nella concitazione della tragedia, ma sta diventando un
motore importante anche nella gara di solidarietà
che subito è partita in tutta Italia tra i volontari che si sono messi a disposizione, badile in mano e stivali di gomma ai piedi, per correre in aiuto delle popolazioni colpite dall'ondata di maltempo, a Genova come alle Cinque Terre e nel basso Piemonte.
La risposta più straordinaria è quella che è stata generata, in meno di 24 ore, dalla pagina di Facebook “
fangosullemagliette
”, lanciata venerdì pomeriggio, ad allagamento ancora in corso, da Emanuela Risso, una giovane genovese laureata in lingue e appassionata di new media. 11 mila
adesioni in due giorni per questa pagina amministrata da Emanuela e dai suoi amici, che è diventata uno dei punti di riferimento fondamentali per avere informazioni specifiche sulla situazione di Genova, e che, in collegamento con la Protezione Civile e con i municipi, ha contribuito a
gestire il flusso e le richieste dei volontari arrivati in città
per aiutare a spalare il fango e rimuovere i detriti: organizzando squadre d'intervento, segnalando i punti della città con più necessità di manodopera e indicando i canali attraverso i quali effettuare donazioni per la ricostruzione.