Umbria, i finanziamenti bancari superano i 21 miliardi
di Gianluca, Smiriglia
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29 Maggio 2014
Il quadro economico difficile si riflette sulle dinamiche del credito. Ma le banche continuano a sostenere famiglie e imprese
In Umbria, come nel resto del Paese, perdura ormai da un biennio la fase di indebolimento delle attività produttive: la spesa per investimenti si è ulteriormente contratta, risentendo negativamente della ridotta redditività aziendale e dell'incertezza nelle prospettive economiche. L'attività industriale è stata influenzata dalla debolezza della domanda interna, mentre la
domanda estera
- al netto del settore dei metalli – ha invece fornito un contributo positivo.
Le conseguenze si riflettono sulle
dinamiche del
credito
. Sulla base dei dati disponibili a febbraio 2014 emerge che la recessione frena l’opportunità di investimenti e quindi di erogazione di risorse: i finanziamenti bancari destinati principalmente alle famiglie e alle imprese della Regione hanno superato i 21,3 miliardi di euro con una contrazione annua intorno all’1,3% rispetto al 2013 (trend comunque migliore rispetto alla media dell’Italia centrale a -1,8%) e sono comunque superiori di gran lunga al dato sui
depositi
(circa 15 miliardi, sempre a febbraio 2014): segno è che le banche in Umbria, come nel resto d’Italia, impiegano più di quanto raccolgono. In particolare, alle imprese sono andati 13,6 miliardi e alle famiglie oltre 6,7 miliardi.
Il settore bancario continua, quindi, a sostenere le esigenze finanziarie di famiglie e imprese, pur scontando esso stesso la difficile congiuntura economica sul territorio, con il risultato che a febbraio 2014 il
rapporto sofferenze/impieghi
ha raggiunto il 13,5%, con sofferenze a circa 2,9 miliardi di euro.
Le banche in Umbria
La struttura del settore bancario regionale, secondo i dati più recenti, vede attive sul territorio
41 banche
per un totale di
530 sportelli
. Gli
Atm
sparsi sul territorio sono
762
unità; i
Pos
(apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi)
30.632
. Nella regione i
lavoratori
bancari sono l’
1,3% del totale
nazionale di settore che ha toccato le 320.000 unità.
Questi i dati diffusi sulla situazione creditizia del territorio dalla Commissione regionale ABI Umbria nel corso di un’audizione alla Provincia di Perugia. Il
Vice Presidente di ABI Umbria
,
Luciano Bacoccoli
, ha ricordato che “pur in un contesto di difficoltà dell’economia reale, le banche sono vicine alle imprese, convinte delle loro capacità di tenuta e delle potenzialità di crescita. In questo scenario, fondamentale è un adeguato rapporto banca-impresa. Il mondo bancario, negli ultimi anni, ha modificato il proprio modello organizzativo e di offerta nei confronti del mondo imprenditoriale, adeguandolo alle mutevoli esigenze delle imprese, specie di piccole e medie dimensioni. Allo stesso tempo le banche hanno sostenuto le famiglie, supportandole sia con la messa a disposizione di risorse finanziarie sia nei loro piani di investimento e nella gestione del risparmio”.
In questa fase di crisi, il consolidamento del rapporto tra banche e imprese ha prodotto risultati importanti: l’Avviso comune per la sospensione dei mutui ha rappresentato la prova più tangibile di quanto le banche siano vicine alle imprese. Con le
Nuove misure per il credito alle Pmi
, avviate a febbraio 2012, le banche a livello nazionale hanno sospeso 115.000 finanziamenti a livello nazionale (che si aggiungono ai 260.000 dell’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011), pari a 34,9 miliardi di debito residuo (in aggiunta ai 70 miliardi dell’Avviso comune) con una liquidità liberata di 6,3 miliardi (oltre ai 16 miliardi di euro con l’Avviso comune). All’Umbria è riconducibile il 4,2% del totale delle operazioni sospese e il 2,3% dell’ammontare complessivo delle quote capitali sospese. Con la moratoria in corso, invece, a fine marzo 2014, le banche hanno sospeso circa 20.000 finanziamenti a livello nazionale, pari a 7,4 miliardi di debito residuo con una liquidità liberata di 892 milioni. All’Umbria è riconducibile il 3% del totale delle operazioni sospese e il 2,6% dell’ammontare complessivo delle quote capitali sospese.
Sempre nell’ambito dell’Accordo “Nuove misure per il credito alle Pmi”, da gennaio 2013 è pienamente operativa l’iniziativa
Progetti investimenti Italia
avviata da ABI e tutte le Associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale (alla presenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dello Sviluppo Economico) al fine, tra l’altro, di favorire la crescita degli
investimenti delle imprese. Si tratta di un plafond complessivo di 10 miliardi di euro rivolto alle Pmi, in bonis, che vogliano effettuare investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività di impresa. A fine marzo 2014 sono ammontati a 4 miliardi di euro, per un totale di 12.206 domande accolte. il 79,2% delle domande presentate riguarda investimenti in beni materiali. In Umbria sono stati erogati 190 finanziamenti per 84,7 milioni di euro pari al 2,2% del totale nazionale.
Infine, nel corso dell’audizione è stato ricordato il rinnovo da parte delle banche delle misure di
anticipazione degli emolumenti di cassa integrazione straordinaria
, anche in deroga, a favore dei lavoratori (come nel caso relativo ad una nota azienda in Regione) nonché il Protocollo tra ABI Umbria, banche e Regione che individua una serie di misure idonee a completare la ricostruzione degli edifici tuttora danneggiati dal sisma a Marsciano del 2009.