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Un risparmio…sulla carta

 
Imprese

Un risparmio…sulla carta

di Flavio Padovan - 6 Marzo 2012
L’adozione della fattura elettronica garantirebbe una riduzione dei costi per 6 miliardi di euro, ma il decreto attuativo è fermo da 3 anni
Ci siamo quasi. Forse. Dopo anni di attesa il secondo decreto attuativo della Finanziaria 2008 è all’ultimo passaggio del suo iter di approvazione, cioè al vaglio del Consiglio di Stato. Lo ha annunciato Anna Pia Sassano, Responsabile Settore Processi e Sistemi ICT dell’Agenzia delle Entrate, nel corso della sessione inaugurale del CBI 2011, l’evento che riunisce ogni anno la community nazionale e internazionale del corporate banking e della fattura elettronica. La dichiarazione di Sassano ha immediatamente portato una ventata di ottimismo tra gli operatori italiani presenti in sala, ancora all’oscuro che da lì a pochi giorni un altro intervento normativo, quello contenuto nell’art.12 del Decreto Salva Italia avrebbe dato un ulteriore impulso al processo di dematerializzazione ed efficienza della PA, obbligando le amministrazioni tutte, sia centrali sia locali ad ammodernare il sistema dei pagamenti attraverso una forte limitazione dell’uso dei contanti. Ma qual è l’importanza del secondo decreto attuativo? Con la Finanziaria 2008 è stato introdotto l’obbligo di emettere fatture esclusivamente in formato elettronico nei confronti della PA centrale. Un’imposizione che in realtà non è ancora operativa a causa della mancata indicazione su tempi e modalità tecniche dello scambio di fatture, informazioni che sono appunto l’oggetto del decreto atteso da oltre 3 anni. Risultato: quello che sarebbe dovuto essere un fattore di stimolo all’adozione dell’e-invoicing nel nostro Paese è diventato paradossalmente un freno. Molte imprese, anche quelle con pochi rapporti con l’amministrazione statale, hanno infatti rimandato il passaggio a soluzioni di fatturazione elettronica in attesa delle regole contenute in questo provvedimento nella convinzione, diffusa, che la normativa detterà in futuro la modalità operativa complessiva e che dunque avviare investimenti in condizioni d’incertezza fosse prematuro e rischioso. Il varo del decreto imminente, se non ci saranno ulteriori stop servirà dunque a togliere ogni ostacolo, anche solo psicologico, all’uso della fattura elettronica; inoltre, la vicinanza con il mondo delle aziende e dei cittadini, nonché l’elevato numero di transazioni di incasso e pagamento generate ogni anno, rendono la Pubblica Amministrazione uno dei key player nel tessuto economico italiano, in grado di svolgere il ruolo da volano per un’ampia adozione dell’e-invoicing.

Un buon affare per PA e fornitori

“Il pieno sviluppo della fatturazione elettronica significa più efficienza e sicurezza, ma soprattutto minori costi per le imprese e il Paese. Anche per questo è importante favorire la diffusione di questo strumento che, se adottato in modo capillare, può far risparmiare 3 miliardi alla sola Pubblica Amministrazione e altrettanto ai suoi fornitori”, ha ricordato il direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, nel corso dell’intervento di apertura del Convegno CBI 2011 che, al suo interno, ha organizzato anche quest’anno una sessione internazionale dedicata esclusivamente alla fattura elettronica. Un’occasione importante per fare il punto sulle iniziative in corso a livello nazionale e internazionale insieme ai principali attori che stanno guidando il cambiamento. In primo piano, e non poteva essere diversamente, è stata posta l’iniziativa della Commissione europea del Multi-Stakeholder Forum on e-invoicing, che ha da poco avviato i suoi lavori, seguito a fine dicembre anche da quello italiano (vedi su bancaforte.it le videointerviste a Michel Catinat, Commissione europea, e Carmelo Piancaldini, Agenzia dell’Entrate e rappresentante italiano al Multi- Stakeholder Forum). Analizzando a livello internazionale lo scambio di informazioni tra controparti commerciali, è emerso che gran parte di esse si basano ancora su processi transazionali di tipo tradizionale, attraverso lo scambio di documenti cartacei. Partendo da questo dato non sorprende che su un totale di 30 miliardi l’anno di fatture scambiate in UE, quelle elettroniche rappresentano solo il 5% del totale.

Banche, ruolo trainante

Ad emergere nel corso del dibattito è stato anche l’importante lavoro, evidenziato soprattutto dagli esperti di altri Paesi, che ha svolto il sistema bancario italiano tramite il Consorzio CBI nel creare infrastrutture capaci di abilitare il colloquio tra i diversi soggetti appartenenti alla catena del valore. La rete del CBI interconnette oggi circa 670 istituti finanziari consorziati (banche, Poste e l’Imel CartaLis) e oltre 850mila utenti, principalmente Pmi, oltre alla Pubblica Amministrazione. Community che sale ad oltre un milione e mezzo se si considerano anche tutti coloro che utilizzano solo gli standard CBI, precisa Liliana Fratini Passi, direttore generale del Consorzio CBI.

Coopetition, una delle chiavi del successo

Il canale CBI rappresenta una best practice a livello internazionale per la standardizzazione della messaggistica finanziaria in ambito Customer-to-Bank. In un mercato corporate fortemente caratterizzato dal “multi banca” e da un numero molto elevato di banche, gli stituti finanziari italiani hanno infatti compreso che la valorizzazione delle attività collaborative poteva rappresentare la chiave di volta per la valorizzazione dell’offerta commerciale competitiva nei confronti degli utenti corporate. “Una delle principali parole chiave del successo di un’infrastruttura come il CBI è la “coopetition”, ovvero la possibilità che anno gli istituti finanziari di agire contemporaneamente in senso cooperativo, condividendo un’infrastruttura di rete in cui sono definite regole e servizi comuni, e in senso competitivo, in quanto questa stessa infrastruttura abilita il singolo istituto finanziario a creare un’offerta personalizzata alla clientela, includendo ulteriori servizi a valore aggiunto da parte di singole banche o di cluster” spiega Fratini Passi.

Fatturazione elettronica CBI

La modernità dell’architettura realizzata ha permesso al Consorzio CBI di sviluppare servizi innovativi per le imprese non solo relativi all’area incassi e pagamenti e all’area informativa, ma anche di gestione documentale, tra cui rientrano la fattura elettronica e i correlati servizi finanziari (es. anticipo fattura). Il valore della fatturazione elettronica CBI, condiviso con il sistema e offerto dalle banche aderenti alle proprie aziende, consiste proprio nel supportare l’integrazione completa dell’intera financial value chain, dalla tramitazione della fattura, alla generazione automatica dell’incasso/ pagamento, alla relativa rendicontazione e riconciliazione automatica. È così possibile integrare ed efficientare i processi aziendali abilitando funzionalità di invio end-toend delle fatture, attivazione della richiesta di pagamento e riconciliazione automatica tra informazioni commerciali e finanziarie. Inoltre il servizio di Richiesta Anticipo Fatture e quello di Bonifico ad iniziativa del beneficiario sono stati registrati dal CBI nel Repository internazionale ISO20022 e rappresentano pertanto dei benchmark internazionali per il loro sviluppo da parte di altre comunità. Un riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto dal CBI in questo campo è arrivata dall’Un-Cefact, il Centro delle Nazioni Unite per la facilitazione del commercio internazionale e il business elettronico, che ha chiamato il direttore generale del Consorzio a coordinare il Supply Chain PDA Finance & Payments domain, l’area dell’organismo Onu che si occupa dei requirements di standardizzazione per il settore Finance e, appunto, dello standard di fattura elettronica.

Banche e amministrazione, un dialogo che funziona

Nei due giorni del convegno di Milano si è parlato anche dei nuovi progetti di collaborazione avviati dal settore bancario con la PA attraverso i servizi finanziari personalizzati definiti in ambito CBI ed erogati tramite il Servizio di Nodo con cui le pubbliche amministrazioni dialogano in modo efficiente con l’intero sistema bancario. In questa direzione va, ad esempio, il progetto portato avanti con l’Agenzia del Territorio che consente agli oltre 32mila utenti del portale www. agenziaterritorio.gov.it tipicamente geometri, ingegneri, notai, ecc. di pagare online alcuni dei servizi offerti tramite bonifico bancario, in aggiunta agli strumenti già oggi disponibili. “Dopo la positiva sperimentazione e l’avvio operativo sul web, stiamo pensando di estendere presto questa nuova modalità di pagamento anche ad altri servizi, tra cui la fornitura di dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare”, ha annunciato Gabriella Alemanno, sottolineando come i processi di digitalizzazione non vadano visti sotto l’aspetto meramente tecnologico, ma come  mezzi per la creazione di una PA moderna in grado di cambiare radicalmente il rapporto con i cittadini innalzando efficacia ed efficienza. Un altro esempio di successo del dialogo banche-PA è quello sviluppato col Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica (Dipe) per monitorare le grandi opere pubbliche ed evitare l’infiltrazione di capitali illeciti e con Equitalia Holding per la gestione del Fondo Unico Giustizia (Fug) e la tesoreria del Gruppo. “Consideriamo le banche come un interlocutore fondamentale nel cammino per lo sviluppo dei processi aziendali di gestione del Fondo Unico Giustizia, ai fini sia del progressivo ampliamento della propria base informativa, sia dell’utilizzazione di strumenti operativi evoluti”, ha dichiarato Carlo Lassandro, amministratore delegato di Equitalia Giustizia. L’acquisizione, mediante il Consorzio CBI, delle funzionalita informative e dispositive sui conti correnti sequestrati ha consentito a Equitalia Giustizia di compiere un significativo salto di qualita, sia nella gestione finanziaria delle risorse intestate al FUG, sia nella tempistica di esecuzione dei provvedimenti giudiziari di dissequestro e di confisca (vedi anche la videointervista a Lassandro nella sezione multimedia di Bancaforte.it). Il Servizio di Nodo CBI potrebbe inoltre rispondere in modo efficace anche alle nuove esigenze di riscossione evoluta manifestate dall’Agenzia delle Entrate, che bene si integrano con quanto già previsto dalla Finanziaria 2008 in tema di obbligatorietà della fattura elettronica per i fornitori che operano con amministrazioni ed enti pubblici. Sempre, ovviamente, che il secondo decreto attuativo concluda presto il suo iter legislativo.

Box approfondimento 1: MISE: un click per rilanciare l’export

La piattaforma telematica ITH-Italia faciliterà le attività di import-export delle Pmi

Semplificare, facilitare e velocizzare i processi legati all’attività di import-export e di internazionalizzazione delle imprese. Nasce con questo obiettivo il progetto “International Trade Hub-Italia” (ITH-Italia), uno strumento innovativo voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per supportare le Pmi nella competizione sui mercati mondiali. Si tratta di una piattaforma unica che eviterà alle aziende tutte quelle incombenze burocratiche, e i relativi costi, che oggi devono adempiere (oltre 100 atti che coinvolgono più di 20 soggetti diversi). ITH-Italia permetterà di svolgere tutto online, grazie a “un riordino delle incombenze normative e procedurali e alla traslazione in formato elettronico della documentazione necessaria alle varie fasi dei processi di internazionalizzazione, investimento e import-export”, spiega Pietro Celi, Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e la Promozione degli Scambi del MISE. Alla base del progetto il protocollo MISE-ABI, firmato nel 2011, che prevede il coinvolgimento attivo del Consorzio CBI. Bancaforte seguirà i lavori di realizzazione di ITH-Italia con interviste, approfondimenti e aggiornamenti online.

Box approfondimento 2: CBI, la storia e le sfide del futuro

Era il 19 dicembre 2001 quando, su impulso del Comitato esecutivo dell’ABI, fu costituita l’Associazione per il Corporate Banking Interbancario (ACBI). Sono passati 10 anni da allora, e quella che era una semplice idea abilitare servizi interoperabili basati su standard condivisi per una community aperta di banche e imprese, preservando comunque le capacità concorrenziali è diventata un asset strategico per il Paese e un modello studiato a livello internazionale per la capacità dimostrata non solo di generare valore per le banche stesse e per le aziende, ma anche di affermare un nuovo modello di relazione basato sul dialogo e la condivisione di dati e informazioni. Un percorso che non è ancora terminato. Il Consorzio CBI ha infatti davanti a sé nuove sfide importanti, prima tra tutte il supporto ai processi di ammodernamento della PA. Ulteriori traguardi da raggiungere sono l’offerta di servizi Business to Consumer, l’ampliamento del campo di azione sul piano internazionale, l’apertura a nuovi soggetti e mercati. Senza dimenticare che per larga parte del settore produttivo italiano, e sicuramente per le amministrazioni pubbliche, la dematerializzazione e l’uso della fattura elettronica rappresentano una rivoluzione in fieri che necessita ancora di attenzione e sostegno perché possa generare tutti i benefici attesi. In occasione dell’anniversario, la storia del CBI, l’evoluzione, ma anche le prospettive future del Consorzio sono state raccolte nella monografia dal titolo “CBI 10 anni di storia”, dove trovano spazio anche i ricordi dei protagonisti che hanno contribuito a scrivere questa success story internazionale, ma profondamente italiana per fantasia, entusiasmo e progettualità.

Tutti gli articoli del Dossier CBI 2011:

  • Un risparmio...sulla carta
  • e-billing, un mercato promettente
  • Obiettivo 2020: al via il Forum sulla Fattura Elettronica
  • Inoltre per le videointerviste ad esperti e player del mercato raccolte nel corso del convegno CBI 2011, vai alla sezione Video.
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