Una nuova cultura del lavoro per rilanciare crescita e occupazione
di Gianluca Smiriglia
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9 Maggio 2013
Al Forum HR 2013 sempre aperto il capitolo dell'occupazione di settore. L’esperienza e le proposte del mondo bancario in una rinnovata sinergia con imprese e istituzioni per il rilancio dell’economia
“I livelli retributivi delle banche italiane non sono più compatibili con le prospettive di crescita del settore, e queste ultime non consentono gli attuali livelli occupazionali”. Non lascia spazio a dubbi Francesco
Micheli, Vice Presidente vicario dell’ABI e Presidente del Comitato dei banchieri che ha la delega in materia di relazioni sindacali, intervenendo a Roma alla chiusura della due giorni di HR 2013 (
vai allo speciale di Bancaforte), l’annuale convegno sulle risorse umane dell’ABI arrivato alla sua ottava edizione. Centrale quindi il tema degli esuberi e la necessità di pensare a forme nuove di occupazione.
Ampliando il discorso, il mondo bancario propone una nuova cultura del lavoro per rilanciare la crescita, così come sottolineato dal Direttore Generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, all’apertura del Forum: “Ripresa economica e occupazione sono le priorità verso cui concentrare tutti gli sforzi dei settori economici e finanziari. È indispensabile una rinnovata sinergia tra tutte le strutture del Paese per restituire centralità e innovazione al mercato del lavoro nelle prospettive produttive e competitive di cui ha bisogno la nostra economia. In questo quadro resta aperto il capitolo dell'occupazione in banca anche alla luce della riforma delle pensioni. Le banche italiane stanno affrontando la recessione attrezzandosi da tempo con cambiamenti profondi nelle aree di business e nelle caratteristiche delle risorse umane”.
Tutto questo di fronte al permanere della crisi, al peggioramento della qualità del credito, alla compressione del margine di interesse e alle politiche di rafforzamento patrimoniale con i loro effetti sui bilanci aziendali.
In un quadro macroeconomico estremamente complesso e inedito, le banche italiane agiscono per rafforzare il loro ruolo immaginando appunto una più moderna cultura del lavoro, che apra a nuove opportunità professionali attraverso un utilizzo più intenso delle strutture produttive e un impiego più efficiente delle risorse già occupate. Innovare la gestione delle risorse umane diventa, così, una sfida determinante per definire la capacità delle banche di crescere e riposizionarsi sul mercato.
In questo senso, già con il contratto nazionale di carattere straordinario del 2012 si è dato spazio a punti qualificanti quali: una politica salariale compatibile con lo sforzo di ripresa del settore, il sostegno all’occupazione e la valorizzazione della solidarietà generazionale, l’adozione di misure per la crescita della produttività e competitività. Va ricordata la costituzione del Fondo per l’occupazione, un nuovo strumento pensato per favorire la creazione di lavoro stabile, garantendo una riduzione dei costi per le imprese che procedono ad assunzioni a tempo indeterminato. Infine, il recente Accordo in tema di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, pari opportunità e responsabilità sociale quali leve per favorire la crescita delle imprese e la cultura sociale del lavoro.
Per tutto questo l’ABI guarda con favore alle misure presentate nel programma di Governo ed è pronta a fare la sua parte, in piena sintonia con imprese ed Istituzioni, su tutte le soluzioni a favore del rilancio dell’economia e, quindi, dell’occupazione. Fondamentali pertanto sono gli obiettivi di: riduzione delle tasse sul lavoro, semplificazione e rafforzamento dell’apprendistato, modifica della legge Fornero per ciò che riguarda i contratti a termine, aiuti alle imprese che assumono a tempo indeterminato, rifinanziamento della Cig in deroga.