Con Apple Watch il mobile payment è al polso
di Mattia, Schieppati
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27 Aprile 2015
Il nuovo device, distribuito in 9 Paesi, sarà in Italia dopo la metà di maggio. Funzionerà in combinazione con gli iPhone 5 e 6. La novità più importante: l'abilitazione al sistema Apple Pay che cambierà lo scenario dei contactless payments ...
L'attesa è finita: il 24 aprile negli Apple store di 9 Paesi nel mondo (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Regno Unito e Usa; l'Italia è prevista nel secondo slot di consegne, a partire dalla metà di maggio) è stato messo in vendita l'Apple Watch, l'ultimo prodotto-feticcio della casa di Cupertino, il primo importante passo verso quello scenario di weareable technology, la tecnologia da indossare, che rappresenterà il futuro. Una rivoluzione? Per quanto riguarda le funzioni in sé, diciamo che si tratta piuttosto di un primo assaggio di quella che potrebbe essere una rivoluzione.
Prima questione: non si tratta di un dispositivo "stand alone", ovvero autonomo. Il Watch infatti non prevede un alloggiamento per una propria Sim, ma lavora in abbinata con l'iPhone (dal modello 5 in su), portando al polso le funzioni di comunicazione e di connessione dello smartphone. Non pensate quindi che, con questo gioiello tecnologico al polso, potrete liberare le tasche dal telefonino. Certo, spostando appena il polsino della camicia sarà possibile innanzitutto guardare l'ora, ma anche
consultare le mail
, i
messaggi
sms e di WhatsApp, guardare
foto
e telefonare in vivavoce; tutte le funzioni "testuali" sono effettuate tramite
traduttore vocale
(ecco perché Apple ha lavorato per anni al perfezionamento di Siri). Inoltre, il Watch è dotato di alcuni s
ensori biometrici
, tra cui il monitoraggio delle pulsazioni, sfruttate sia per il controllo dell’allenamento che il monitoraggio della salute (tutte le funzioni del dispositivo sono ben descritte da
questo approfondimento
).
E fin qui, siamo di fronte a un oggetto curioso e divertente, ma che non cambia di molto la situazione rispetto all'uso dell'iPhone. A mutare lo scenario è un altro aspetto: l'Apple Watch ha un sistema nativo che abilita all'utilizzo del
sistema di pagamento Apple Pay
sia gli iPhone 5 (fino ad ora esclusi da questo sistema) sia gli iPhone 6 al di fuori degli Stati Uniti. L'orologio è insomma la testa d'ariete per portare in Europa, e in tutti gli altri Paesi del mondo, il sistema di pagamento “proprietario" di Apple, che ha già dimostrato negli Usa una forza espansiva molto importante. In più, pagare con l'orologio, senza nemmeno più dover togliere il telefonino dalla tasca (e, una volta attivato, funziona anche se il telefonino è spento), è estremamente più semplice e immediato, il che promette di far cadere anche le ultime resistenze psicologiche al boom di questo sistema di pagamento.
Certo è prematuro ipotizzare che i pagamenti mobili avranno un grande beneficio dagli smartwatch e dall’Apple Watch in particolare, sottolineano i ricercatori dell'
Osservatorio Mobile Payment & Commerce
del Politecnico di Milano. Che hanno analizzato le possibili ricadute di questo nuovo dispositivo sul mondo dei contactless payments. Molto dipende dal successo di questi gadget, ancora costosi e afflitti da problemi come la scarsa durata delle batterie e un parco di applicazioni ancora molto ristretto. «Va detto inoltre che gli smartwatch, per i pagamenti, avranno senso solo se abbinati a uno smartphone. È infatti sullo schermo di quest'ultimo - e non sul piccolo display dell’orologio - che potremo tenere d’occhio lo storico delle nostre transazioni e avere altre informazioni utili. Sono aspetti non secondari, ma corrispondono a un valore aggiunto importante che i pagamenti mobili offrono all’utente rispetto a quelli via carta di credito fisica», sostiene Valeria Portale, Responsabile della Ricerca dell'Osservatorio.