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26 Aprile 2024 / 23:02
Crisi? Puntate sull'IT

 
Fintech

Crisi? Puntate sull'IT

di Giuseppe Goglio - 6 Dicembre 2011
Per trasformare gli smartphone degli italiani in 25 milioni di sportelli virtuali le banche devono investire in tecnologia e modificare il loro approccio al cliente. Ne parla Fabio Fregi, Enterprise & Partner Group Director Divisione Enterprise di Microsoft
In un periodo in cui i problemi economici non concedono sconti a nessuno, le istituzioni finanziarie si trovano facilmente al centro del mirino. Se a questo si aggiungono i profondi cambiamenti in atto sul lato utente anche per quanto riguarda i rapporti con gli sportelli bancari, diventa facile intuire quanto sia delicato il momento attraversato dal settore del credito. Il modello a cui si viene chiamati ad allinearsi, infatti, non è più un semplice cambiamento generazionale, ma assume sempre più i contorni di una vera e propria rivoluzione. Un aiuto importante per superare indenne l’ostacolo può arrivare come mai in passato dalla tecnologia, a condizione di sposare senza remore una strategia finalizzata a integrare nei servizi bancari anche le soluzioni fino a oggi trascurate per diverse ragioni. “Il mondo della banche è caratterizzato da grandissime specificità e gli sportelli stanno attraversando una grande fase di cambiamento – spiega Fabio Fregi, Enterprise & Partner Group Director Divisione Enterprise di Microsoft -. Lavorare con loro significa quindi conoscerne i processi e affiancarle durante il percorso di cambiamento”.
La riflessione avviene a margine di un evento organizzato a Milano da The Innovation Group con l’obiettivo di proporre spunti di riflessione sul settore bancario e affrontare i cambiamenti necessari, ritenuti indispensabili a mantenere la competitività.
“Parliamo di un mondo sotto pressione – afferma Fregi - schiacciato tra la politica che vorrebbe maggiore esposizione nei confronti delle imprese e la congiuntura che invece induce a una maggiore rigidità nella concessione del credito”.
Una prospettiva capace di trasformarsi in un potenziale dilemma, ma dalla quale secondo la visione Microsoft è possibile uscirne indenni puntando proprio sulla tecnologia. “Le banche devono ancora impegnarsi per cogliere appieno bisogni e cambiamenti degli utenti – sostiene Fregi -, ma mi ha fatto piacere ascoltare anche di realtà dove sono già state implementate nuove funzionalità e servizi proprio per rispondere alle mutate esigenze”.
Tutto ruota intorno al concetto di “consumerizzazione”, un termine capace sollevare diffidenza in qualsiasi responsabile di sistemi informativi, ma con il quale prima o poi diventa inevitabile confrontarsi. “Sempre più utenti operano da casa con l’home banking e presto lo faranno abitualmente anche in mobilità. Sono queste le potenzialità da intercettare per passare dalle attuali migliaia di sportelli fisici a 25 milioni di sportelli virtuali, tanti quanti gli utenti di smartphone in Italia”.
Il problema richiede un approccio ribaltato. Dove fino a oggi è stato infatti il cliente a recarsi presso lo sportello, ora è la banca chiamata a raggiungere l’utente utilizzandone strumenti e modalità desiderate.
Compiere i primi passi, non è così difficile come si potrebbe immaginare: “I nostri utenti sono fondamentalmente gli stessi a cui si rivolgono le banche e possiamo quindi mettere in gioco una grande sinergia – dichiara Fregi -. Portando in dote il 97% del mercato Pc client e la nostra community Msn possiamo diventare un veicolo ideale per l’adozione dei servizi messi a punto da una banca”.
Perché l’evoluzione abbia successo, è indispensabile anche rivedere l’organizzazione sul fronte interno, dove il passaggio richiesto rende necessario accantonare convinzioni maturate nel corso degli ultimi decenni: “Bisogna guardare senza esitazione al cloud pubblico, dove siamo in grado di indirizzare ogni esigenza, compresa la regolamentazione nei vari Paesi. Possiamo andare dagli strumenti di collaborazione in tempo reale, fino alle infrastrutture di cloud computing, dove sviluppare servizi online”.
Tra i temi più dibattuti nella giornata di incontri milanese, la manifesta necessità per le banche di passare senza esitazione dalle parole ai fatti. “Significa individuare e adottare strumenti che già esistono. Per esempio, in collaborazione con Citybank abbiamo messo a punto un servizio di erogazione di strumenti finanziari in modalità peer-to-peer”. In pratica, in piena ottica social networking applicata al settore, gli utenti del servizio alimentano un database con le proprie caratteristiche e le proprie scelte in materia di investimenti. Per gli altri utenti che si riconoscono in profili simili, diventa quindi più facile individuare forme di investimento più adatte alle proprie caratteristiche senza limitarsi ai profili standard messi a punto dalle banche.
Nel momento in cui le banche vedono sempre più messi in discussione punti fermi della propria strategia consolidata da anni, non poteva mancare un ultimo attacco a quello che probabilmente meglio di ogni altro aspetto rappresenta la tecnologia in ambito finance: “Il mainframe è ormai il passato e le banche stanno cercando di uscire da questo monopolio di dati particolarmente costoso – conclude Fabio Fregi -. Il mainframe presenta complessità e costi di gestione che le banche non possono più permettersi e il cloud computing va proprio in direzione di una riduzione importante delle spese, nell’ordine del 40%”.
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