Essere imprenditori di se stessi
di Adriano, Maestri
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14 Giugno 2011
Dare ai giovani strumenti concreti e aderenti alla realtà per imparare a gestire la propria vita economica. Ecco l'obiettivo delle lezioni che si sono svolte alla Settimana dell’educazione finanziaria, organizzata a Torino da Intesa Sanpaolo, PattiChiari e Fondazione per la Scuola
È inconsueto che la Sala delle Aste di Intesa Sanpaolo in via Monte di Pietà ospiti degli studenti, ma in questi giorni l’inconsueto è diventato una bella consuetudine, perché in quella sala si sono svolte le lezioni della “Settimana dell’educazione finanziaria”, organizzata da Intesa Sanpaolo, PattiChiari e Fondazione per la Scuola, a vantaggio delle scuole secondarie di primo grado di Torino e provincia. Dare educazione finanziaria significa anzitutto dare nozioni fondamentali che ci accompagneranno per tutta la vita, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista economico. Imparare a fare delle scelte economiche consapevoli dovrebbe quindi rappresentare una priorità nella formazione culturale di ogni persona, ma la realtà dei fatti purtroppo è diversa.
In Italia, come del resto negli altri Paesi, la crescita dell’educazione finanziaria è generalmente legata ad eventi negativi come la recente crisi economica o il crollo dei mercati azionari di una decina d’anni fa. Solamente di fronte a circostanze di grande impatto mediatico le persone capiscono che occuparsi di questi temi è importante, anzi è decisivo.
Lezioni coinvolgenti
È necessario dunque concentrarsi sulla formazione delle generazioni future, in modo da rendere l’economia non più seriosa e noiosa, ma interessante, coinvolgente e davvero prossima alla gente, un compito che deve essere svolto da chi è in grado di sostenere con strumenti e competenze adeguate e il più precocemente possibile la formazione di una coscienza economica.
Competenza e capacità di gestione sono due termini chiave per comprendere a fondo l’essenza della Settimana dell’educazione finanziaria e l’impegno nei confronti dei ragazzi: l’obiettivo non è calare dall’alto una serie di termini e concetti che sarebbero sicuramente dimenticati in breve tempo, ma dare degli strumenti concreti e strettamente aderenti alla realtà che possano essere utilizzati per gestire tutta la propria “vita economica”.
L’obiettivo della Settimana dell’educazione finanziaria non è solo quello di spiegare ai ragazzi il ruolo della banca e dei servizi bancari, ma di proporre anche i temi del credito, del risparmio, dei rischi legati agli investimenti, del sovra-indebitamento e della previdenza e di stimolare in loro l’attitudine ad interessarsi fin da giovani alla gestione delle proprie risorse economiche. Così, attraverso un ragionamento sulle entrate e le uscite del bilancio familiare, sulla differenza tra il costo di un oggetto ed il suo valore, sull’importanza del risparmio per affrontare gli imprevisti della vita, gli studenti sviluppano una prima consapevolezza sul ruolo che il denaro potrà avere nel loro futuro. Si tratta quindi di dare ai giovani le competenze per essere imprenditori di se stessi e imparare a gestire con consapevolezza e capacità di scelta gli accadimenti della vita, che inevitabilmente hanno una ricaduta economica.
Test positivi
La strada intrapresa sembra essere quella giusta: i primi dati dimostrano che il programma didattico riesce a stimolare nei ragazzi un approccio più corretto e consapevole nei confronti delle tematiche finanziarie, facendoli familiarizzare con nozioni di concreta utilità nella vita quotidiana che integrano in modo innovativo l’offerta didattica dei consueti programmi. I questionari di valutazione sottoposti, prima e dopo le lezioni, agli oltre 200 studenti che hanno preso parte alla fase test, hanno confermato l’efficacia del metodo di apprendimento adottato.
È più che raddoppiato, ad esempio, il numero di studenti che esprime con esattezza il concetto di finanza, mentre è cresciuto del 22% il numero dei ragazzi che sa come funziona una carta di credito prepagata. Si registrano poi notevoli miglioramenti anche per quanto riguarda il concetto di bilancio famigliare, correttamente identificato dall’88% degli studenti.