Facebook Credits, un nuovo competitor per banche e carte?
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12 Febbraio 2012
I dati presentati alla Sec per la quotazione rivelano che il social network ricava 557 milioni di dollari da forme di pagamento o abbonamento
Nel 2011 Facebook ha ottenuto 557 milioni di dollari di ricavi, pari al 15% del fatturato complessivo, da forme di pagamento o da abbonamenti. E' quanto emerge dal
dossier depositato alla Sec
, in vista del prossimo debutto in Borsa della società, previsto entro maggio. Si tratta di un incremento di cinque volte rispetto ai 106 milioni di dollari di ricavi da pagamenti
registrati nel 2010
(nel 2009 la stessa voce valeva solo 13 milioni di dollari).
Lo scrive il sito American Banker, precisando che il boom di ricavi da pagamenti dipende dalla vendita di
Facebook Credits
, la moneta virtuale del social network, che costa 10 cents per ogni singolo token. Gli utenti usano la moneta virtuale per acquistare oggetti digitali da mostrare sulla loro pagina di Facebook, oppure per procedere all’upgrade di qualche game usato sulla piattaforma social. Mentre Facebook alimenta la sua piattaforma i “Facebook Credits crescono di pari passo e le banche rischiano di perdere parte dei rapporti privilegiati che hanno oggi come oggi con i clienti” dice
Gwenn Bezard, research director di Aite Group
. Se, infatti, ipotizza Bezard, i consumatori sceglieranno di adottare Facebook Credits per una parte dei loro acquisti, le banche potranno essere disintermediate da un nuovo competitor, e saranno più distanti da una gran quantità di dati preziosi che potrebbero essere utilizzati per il cross-selling di prodotti e per rafforzare il rapporto con la clientela. Facebook potrebbe inoltre diventare un brand importante nel segmento dei checkout alberghieri e anche in quello dei Pos, minacciando così il ruolo delle carte di credito e di debito.
Mentre alcuni esperti disegnano questo scenario, che potrebbe realizzarsi prima di quanto le banche immaginano, Facebook intanto sta già facendo i conti con questa crescita esponenziale nel settore dei pagamenti, soprattutto in termini regolamentari. “I pagamenti sulla piattaforma di Facebook potrebbero essere considerati un prodotto finanziario”, “…potremmo essere considerati un’istituzione finanziaria” si legge nel dossier presentato alla Sec in vista della Ipo. Ciò non significa necessariamente che Facebook abbia in programma di diventare una banca. Nonostante ciò il social network ha fatto richiesta per ottenere le licenze da intermediatore di denaro, un passo che lo metterebbe nella stessa categoria di PayPal. Alla fine, Facebook, come già Google, potrebbe entrare nel mercato delle pubblicità personalizzate e del marketing. Facebook è molto aggressivo nel promuovere l’utilizzo dei suoi Credits, tanto che già dallo scorso mese di luglio ha di fatto espulso tutti gli altri sistemi di pagamento virtuale dal suo sito, obbligando gli sviluppatori di apps e soprattutto di games ad utilizzare la sua piattaforma per la commercializzazione dei giochi sul suo sito. In base ad un accordo con Zynga, lo sviluppatore di gaming che ha realizzato Farmville, la hit dei giochi su Facebook, il social network trattiene una quota del 30% su ogni gioco targato Zynga venduto e giocato sulla sua piattaforma. Naturalmente banche e regulators dovranno elaborare strategie di risposta o di collaborazione, ad esempio sul fronte del trattamento dati, e non sarà facile per Facebook ottenere l’ok degli enti regolatori di diversi Paesi per l’utilizzo dei Credits. Nel contempo, secondo Idc, realizzare una card con il brand di Facebook potrebbe essere un affare per banche o emittenti di carte.