NOBID, l’identità digitale europea prende forma e passa anche per i pagamenti
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20 Agosto 2025
Il Large-Scale Pilot europeo dedicato ai pagamenti digitali basati su eIDAS2 sta sperimentando funzionalità interoperabili, sicure e transfrontaliere. Una applicazione - in cui è attivamente impegnata anche ABI Lab - fondamentale per l'adozione rapida e su larga scala dell'identità digitale europea da parte dei cittadini. Ne parla Kyrre Rødsjøsæter, Project Coordinator del consorzio NOBID
Un portafoglio digitale europeo per identificarsi, pagare, accedere a servizi sanitari o firmare contratti con la stessa facilità in tutta l'UE. È questo l'obiettivo ambizioso del Portafoglio Europeo di Identità Digitale (EUDI Wallet), previsto dalla nuova normativa eIDAS2 e al centro di quattro grandi sperimentazioni finanziate dalla Commissione europea. Tra queste, il progetto NOBID, che coinvolge sei Paesi - Danimarca, Germania, Islanda, Lettonia, Norvegia e Italia - e si concentra in particolare sull'integrazione dei pagamenti digitali, testandone l'utilizzo in contesti reali, transfrontalieri e ad alta frequenza.
A rappresentare l'Italia nel consorzio sono ABI Lab, Bancomat, Banca Sella, Intesa Sanpaolo, Intesi Group, PagoPA, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS), Poste Italiane e Tinexta Infocert, con la guida del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. ABI Lab, il Centro di Ricerca e Innovazione per la Banca promosso dall'Associazione Bancaria Italiana, ha contribuito attivamente al pilota sviluppando casi d'uso concreti relativi ai pagamenti digitali e all'interazione tra digital wallet e servizi bancari.
Nella strategia della Commissione europea, il portafoglio EUDI deve diventare uno strumento quotidiano per cittadini e imprese, con molteplici utilizzi, dall'identificazione all'accesso ai servizi pubblici e privati, fino ai pagamenti anche transfrontalieri e istantanei. Ma quali sono i principali ostacoli tecnici e normativi da superare? Come si sta affrontando la questione dell'interoperabilità tra sistemi nazionali? E in che modo i pagamenti digitali possono rappresentare la chiave per l'adozione su larga scala? Lo abbiamo chiesto a Kyrre Rødsjøsæter, Project Coordinator di NOBID, che ci ha raccontato gli obiettivi, le lezioni apprese e le prospettive per i prossimi anni.
Quali sono i principali obiettivi del progetto NOBID a livello europeo?
Il consorzio NOBID è uno dei quattro progetti pilota su larga scala (Large-Scale Pilot - LSP) che rientrano nell'iniziativa europea per lo sviluppo del portafoglio digitale europeo di identità (EUDIW), nell'ambito del programma Digital Europe.
Collaboriamo con sei Paesi - Norvegia, Danimarca, Islanda, Lettonia, Germania e Italia - per sperimentare servizi digitali legati a pagamenti, identificazione e funzioni interoperabili che possano essere utilizzati su scala continentale. NOBID è focalizzato sui pagamenti, considerati uno dei principali casi d'uso per l'identità digitale.
In che modo il portafoglio digitale sviluppato in NOBID si differenzia dalle soluzioni esistenti?
Molti Paesi, come la Norvegia, dispongono già di servizi digitali avanzati, ma spesso sono frammentati, con piattaforme e regole non interoperabili. L'obiettivo del portafoglio EUDIW è superare questa frammentazione, creando un'unica soluzione transfrontaliera, accessibile da qualsiasi Paese membro.
Immaginiamo un cittadino italiano che possa recuperare una prescrizione medica a Parigi, iscriversi a un'università a Madrid, aprire un conto a Oslo o inviare denaro a Berlino, il tutto dallo smartphone e con un solo strumento d'identità digitale. EUDIW punta a integrare funzionalità diverse in un ambiente sicuro, conforme e semplice da usare.
Come avete affrontato il tema dell'interoperabilità tra i diversi sistemi?
Lo abbiamo trattato come un vero progetto pilota internazionale. Ogni Paese ha contribuito con le proprie normative, tecnologie, vincoli e opportunità. Abbiamo sviluppato un ambiente di test condiviso per simulare l'interoperabilità in scenari reali.
È un processo in evoluzione: i quattro progetti LSP attuali pongono le basi per i prossimi due, che inizieranno in autunno e proseguiranno il lavoro fino alla fase di produzione vera e propria. L'obiettivo è rendere disponibili portafogli digitali operativi entro la fine del 2026.
Quali strategie avete adottato per garantire sicurezza, protezione dei dati e fiducia degli utenti?
La privacy e la sicurezza sono al centro del progetto. Ogni Paese coinvolto lavora per garantire la conformità al GDPR, tenendo conto delle specificità nazionali. Inoltre, un terzo dei partner non appartiene all'UE, il che aggiunge complessità, ma anche valore.
L'approccio è quello della privacy by design, integrata sin dall'inizio. Vogliamo andare oltre la mera conformità: la fiducia degli utenti è cruciale. Le esperienze maturate, ad esempio in Norvegia, mostrano che le soluzioni digitali sono più facilmente adottate se sono integrate in servizi quotidiani (bancari, sanitari, fiscali), se offrono benefici evidenti (semplificazione, risparmio di tempo) e se garantiscono trasparenza nella gestione dei dati.
Guardando oltre la fase pilota, quale sarà l'impatto per cittadini e PA?
Siamo ancora lontani da una versione definitiva, ma l'obiettivo è chiaro: semplificare la vita dei cittadini europei, facilitando l'accesso ai servizi in tutti i Paesi dell'Unione. L'identità digitale potrà ridurre la burocrazia, favorire la mobilità lavorativa e amministrativa, rendere più fluidi i processi e rafforzare la fiducia nell'ecosistema digitale europeo. Con il tempo, il portafoglio EUDI si arricchirà di nuove funzionalità. L'importante è costruire una base solida, interoperabile e sicura, e questo è ciò che stiamo facendo oggi con il contributo attivo di partner come ABI Lab.
Dalle parole di Kyrre Rødsjøsæter appare evidente come l'avanzamento dei progetti europei sul portafoglio digitale non sia solo una sfida tecnologica, ma rappresenti un'opportunità strategica. In particolare per il settore bancario chiamato a confrontarsi con nuovi modelli di interazione digitale e ad anticipare l'integrazione di wallet e servizi finanziari.
In parallelo, la piena attuazione del regolamento eIDAS2, approvato nel 2024, richiederà un forte coordinamento tra autorità pubbliche, operatori privati e fornitori tecnologici. Entro il 2026, gli Stati membri dovranno rendere disponibile il portafoglio EUDI ai propri cittadini, ma il successo dell'iniziativa passerà soprattutto dalla fiducia degli utenti, dall'efficienza delle soluzioni e dalla loro reale utilità nella vita quotidiana.
In questo contesto, l'esperienza maturata in progetti pilota come NOBID rappresenta un tassello fondamentale per traghettare l'Europa - e l'Italia - verso una nuova fase dell'identità digitale.
NOBID (Nordic-Baltic eID Project) è il consorzio europeo che guida una delle iniziative più ambiziose dell'Unione Europea: lo sviluppo del portafoglio digitale europeo (European Digital Identity Wallet). ll progetto coinvolge sei Paesi - Danimarca, Germania, Islanda, Lettonia, Norvegia e Italia - e mira a creare uno strumento sicuro, interoperabile e utilizzabile in tutta Europa per l'identificazione digitale e i pagamenti.
Co-finanziato dalla Commissione Europea con il Grant Agreement 101102740, NOBID punta a rendere più facile e sicuro l'accesso ai servizi pubblici e privati in tutta l'UE, promuovendo l'inclusione digitale, la protezione dei dati personali e l'autonomia dell'utente.