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26 Aprile 2024 / 17:22
Video, mobile e IoT fanno volare i conti di Alphabet

 
Fintech

Video, mobile e IoT fanno volare i conti di Alphabet

di Mattia, Schieppati - 8 Novembre 2016
Per la holding di Google il terzo trimestre si chiude con un utile sopra le attese. Grazie alla video-adv fruita da smartphone e al boom degli oggetti intelligenti ...
Pa pubblicità su smartphone e quella video fanno volare i conti di Alphabet, la holding di Google, che chiude il terzo trimestre dell'anno in corso sopra le stime. Segno di un vero boom, di come la fruizione di contenuti da mobile, e in particolare di contenuti video, non sia più solo una prospettiva ma costituisca ormai una realtà diffusa a livello globale. Lo smartphone al centro del sistema digitale e il video come strumento per conquistare (e mantenere) l'attenzione degli utenti: un binomio che ormai non può più non essere preso in considerazione da chiunque intenda fare comunicazione online.
Ma a far crescere il già florido colosso oltre le aspettative sono anche i frutti della ricerca e dello sviluppo che l'azienda ha impegnato in direzione dell'Internet of Things, dall'automotive alla domotica. «Le ricerche fatte attraverso dispositivi mobili e i video stanno sostenendo il nostro business pubblicitario core», ha scritto Ruth Porat, direttore finanziario di Alphabet, in una nota che accompagna i risultati: «Ma siamo davvero entusiasti per i progressi delle attività più nuove in Google, come quelli della divisione "Other Bets" che comprende progetti come le vetture senza autista, Google Fibre e i termostati Nest, fiore all'occhiello della domotica del futuro».
Tradotto in numeri, questo entusiasmo si traduce in ricavi del segmento Google - che include anche YouTube - per 22 miliardi di dollari (nel terzo trimestre 2015 erano stati di circa 18 miliardi); di questi, 20 miliardi i ricavi pubblicitari. Gli utili sono stati di 5 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto ai 4 miliardi dello stesso periodo del 2015. Il numero di click fatti dagli internauti su siti legati a Google e che hanno generato introiti sono saliti del 42% rispetto al terzo trimestre del 2015. Questo balzo ha più che controbilanciato il calo dell'13% del cost-per-click su siti del gruppo (una misura dei prezzi per la pubblicità attentamente monitorata). A livello aggregato, il numero di click capaci di generare introiti è salito del 33% annuo.
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