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Minori online, come difenderli?

 
Scenari

Minori online, come difenderli?

- 12 Febbraio 2020
L’annuale Report realizzato da Telefono Azzurro e Doxa Kids in occasione del Safer Internet Day indaga la capacità e competenza di genitori e insegnanti nell’accompagnare bambini e adolescenti a un uso sicuro della Rete. Il risultato? Il 30% dei genitori non sa cosa fare …
In occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale sulla sicurezza dei minori in Rete, Telefono Azzurro, la principale non profit italiana che si occupa da oltre trent’anni di tutela dell’infanzia, in collaborazione con Doxa Kids, ha realizzato un report statistico che fotografa La conoscenza e la competenza del mondo degli adulti-educatori, ovvero genitori e insegnanti, nell’accompagnare gli adolescenti a un uso corretto e sicuro del mondo digitale, dal web alle piattaforme social ai sistemi di instant messaging.
«Il mondo degli adulti, a partire dalla famiglia, dalla scuola, dalle realtà educative, fino ad arrivare ai decisori istituzionali e alle aziende che operano in questo ambito, hanno infatti il dovere di prendere coscienza del passaggio cruciale che le giovani generazioni stanno vivendo. Ci troviamo nel mezzo di un cambiamento epocale, che modifica i codici della loro quotidianità, del loro essere nel presente, delle loro relazioni, delle loro prospettive di crescita», ragiona il professor Ernesto Caffo, neuropsichiatra infantile e presidente di Telefono Azzurro. «Un cambiamento di cui i ragazzi debbono essere protagonisti, attori consapevoli, portatori attivi di diritti e non solamente un target destinato alle logiche del business o, peggio, vittime di tanti nuovi e tragici pericoli, dal cyberbullismo alla pedopornografia. La tecnologia è un mondo affascinante e attrattivo, generatore di possibilità positive, ma i ragazzi non hanno una preparazione culturale ed esperienziale che li renda coscienti dei rischi di questa loro relazione con un mondo nuovo e per tanti versi ancora ignoto».

Adulti impreparati

Ignoto e pericoli per i minori, che vanno dal cyberbullismo al sexting, violazione della privacy. Secondo i dati del centro di ascolto di Telefono Azzurro continuano ad essere questi i rischi maggiori nella rete per bambini e adolescenti. In particolare nel 2019 la richiesta di aiuto da parte di minori coinvolti nelle situazioni di difficoltà è arrivata nel 64% dei casi dal genere femminile.  Il mondo degli adulti, in particolare di chi, genitori e insegnanti,  è chiamato a un’attenzione costante su questo fronte, dimostra ancora un’impreparazione diffusa. Secondo quanto emerge dall’indagine, per un genitore essere al passo con le diverse piattaforme di social media utilizzate dai bambini, in età sempre più precoce, può essere difficile, tanto che il 30% di loro si dichiara impreparato e di non avere adeguate competenze su tematiche dell'online, in particolare su cyberbullismo, incitazione al suicidio e l'autolesionismo, l'hate speech e sextortion. I genitori temono in particolare modi che i propri figli incontrino contenuti che esaltino l'anoressia, l'autolesionismo, il suicidio (21%), oppure che siano esposti a contenuti pornografici (18%) o immagini drammatiche o violenti. Nonostante queste paure, al 45% dei genitori è capitato almeno una volta di permettere l'utilizzo al figlio/a di un'applicazione senza verificarne il limite di età per l'utilizzo; nel 48% dei casi ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni. Allo stesso modo, anche gli insegnanti esprimono un bisogno di formazione sia sul piano delle tematiche, sia nella conoscenza delle procedure di gestione di situazioni di disagio. Il 46% degli insegnanti pensa, infatti, di non aver ricevuto un'adeguata formazione sui possibili percorsi di segnalazione di casi di violenza, pericolo e/o pregiudizio.

Un appello alla responsabilità diffusa

Un problema evidente di formazione degli adulti, quindi, che fa il paio con una sostanziale “irresponsabilità diffusa” – è l’allarme lanciato da Telefono Azzurro – rispetto ai tanti e diversi attori che hanno a che fare con il mondo del digitale. «Quello del digitale è un mondo sostanzialmente privo di regole e di controlli, uno spazio globale difficile da racchiudere nelle consuete prassi normative», osserva Caffo, sottolineando quello che è il tema fondamentale quando si parla di regolamentazione della Rete. Una critica che diventa una chiamata collettiva all’impegno: «È rispetto a questa sfida che si gioca oggi il ruolo fondamentale del mondo adulto, che deve necessariamente imparare a operare in una logica di rete, mettendo a valore comune le conoscenze e le esperienze, ponendosi traguardi di alto respiro. È fondamentale, a nostro parere, siglare un patto di corresponsabilità tra professionisti, aziende tecnologiche, mondo accademico e società civile, Forze dell’Ordine, authorities di vigilanza e istituzioni. Un patto che trasformi la capacità di ascolto in concretezza d’azione e che ponga al centro dell’agenda un obiettivo non più rimandabile: la tutela dei bambini e dei ragazzi nel mondo della Rete».
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