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24 Aprile 2024 / 00:32
Aumentano le rapine ma non in banca

 
Sicurezza

Aumentano le rapine ma non in banca

di Giovanni Gioia - 5 Dicembre 2012
Mentre nelle banche e negli uffici postali continua il calo, negli altri settori le rapine sono aumentate: +20% nel 2011. Dal Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, realizzato da OSSIF in collaborazione con il Ministero dell’Interno e le categorie interessate, emerge che…
Tra gli obiettivi potenziali dei rapinatori, le banche rappresentano una quota percentuale che si è fortemente ridotta nel corso nel corso degli ultimi anni. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, la quota di rapine ai danni delle dipendenze bancarie (rispetto al totale delle rapine denunciate) è passata dall’8,5% nel 1998 al 3,3% nel 2011 (per gli ultimi dati 2012 vai all'articolo Rapine 2012, continua il forte calo in banca), rivelando uno spostamento delle attenzioni dei rapinatori verso obiettivi diversi. Come farmacie, supermercati, tabaccherie, esercizi commerciali e in genere tutte le attività che prevedono la gestione di significativi volumi di contante.
Con questa consapevolezza, OSSIF ha avviato, in collaborazione con il Servizio di Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, l’Osservatorio Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria che ha proprio l’obiettivo di monitorare l’evoluzione dei fenomeni criminosi e di condividere con i settori di attività economica più esposti informazioni, strategie e best practice per la prevenzione. L’idea di estendere l’attività di monitoraggio del rischio rapina oltre i confini del mondo bancario è stata accolta dalle realtà e dalle associazioni di categoria più sensibili al tema: Poste Italiane, Assovalori, Confcommercio, Federazione Italiana Tabaccai, Federdistribuzione e Federfarma. Frutto di questa intensa e proficua collaborazione è la realizzazione del Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, giunto ora alla terza edizione, il cui obiettivo primario è proprio quello di analizzare la distribuzione complessiva dei reati appropriativi ai danni dei singoli comparti esposti al rischio.

Metà delle rapine in pubblica via

Le rapine denunciate in Italia nel corso del 2011 sono state 40.549, pari ad un incremento del 20,1% rispetto al 2010. Il dato evidenzia, purtroppo, un'inversione di tendenza che si verifica dopo un triennio positivo in cui le rapine avevano fatto registrare complessivamente un calo del 34%. E’ risultato in aumento anche il tasso ogni 100.000 abitanti che è passato dalle 55,8 rapine ogni 100.000 abitanti nel 2010 alle 66,4 nel 2011. Come negli anni precedenti, circa la metà delle rapine commesse è stata effettuata in pubblica via. Seguono le rapine in esercizi commerciali (15,4%), in abitazione (7%), in banca (3,4%), in farmacia (2,8%) e negli uffici postali (1%). Si deve, comunque, sottolineare come l’incremento del 20,1% esprima una variazione media nazionale, nella quale confluiscono andamenti difformi per aree territoriali e per tipologia di reato. I dati positivi riguardano prevalentemente le rapine in banca e negli uffici postali, mentre un vero e proprio “boom” ha riguardato le rapine in abitazione (+35,7%) che hanno toccato le 2.858 unità. Un incremento superiore alla media nazionale ha riguardato anche le rapine in pubblica via (+22,4%) che hanno raggiunto le 20.657 unità.

Il confronto intersettoriale

Dal confronto dei dati delle categorie partecipanti all’Osservatorio Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria, emerge, in particolare, come la recrudescenza delle rapine abbia riguardato gli esercizi commerciali (+6,6%), le farmacie (+5,1%) e le tabaccherie (+3,8%), mentre per gli uffici postali (-10,3%) e le banche (-19,4%) prosegue il positivo trend decrescente.
Anche da un’indagine campionaria della Federdistribuzione effettuata su un campione di imprese (i cui punti di vendita sono inferiori a quelli del campione analizzato del 2010), emerge comunque un numero di rapine più elevato rispetto a quello dello scorso anno. Proprio per le imprese della Gdo è stato riscontrato l’indice di rischio più elevato e pari a 10,6 rapine ogni 100 punti operativi: seguono le farmacie con 6,4, le banche con 4,1, gli uffici postali con 3,6 e le tabaccherie con 0,8. La recrudescenza dei reati registrata per le rapine negli esercizi commerciali, nelle tabaccherie e nelle farmacie, ed anche l’elevato indice di rischio che ha caratterizzato sia le imprese della Gdo che le farmacie, possono trovare spiegazioni considerando alcune caratteristiche che contraddistinguono tali categorie:
  • si tratta di esercizi ad alta frequentazione la cui struttura non consente l’installazione di numerosi sistemi di sicurezza come per le banche o le poste;
  • si tratta, inoltre, di esercizi presenti anche in zone con alto tasso di criminalità e che possono avere orari prolungati, anche h.24, come il caso delle farmacie attraverso servizi di turnazione.
  • Rapine ogni 100 punti operativi nel 2011 e variazione % rispetto al 2010

    Un aspetto che può, inoltre, spiegare l’incremento dei reati registrato per le farmacie e le tabaccherie, ma che può, senza dubbio, spiegare anche le motivazioni che stanno dietro le rapine in tutti i comparti, è dato dall’eccessivo utilizzo del contante nel nostro Paese.
    In particolare, in un recente studio (Wincor Nixdorf, in collaborazione con Doxa, 2010) è stato affermato come proprio le tabaccherie e le farmacie sono i due comparti dove maggiormente vengono effettuate transazioni in contante: nelle farmacie si arriva a una percentuale dell’81%, che arriva all’88% nelle tabaccherie. Ma sotto questo punto di vista i segnali di ripresa sembrano esserci. Da un altro studio (si tratta della ricerca SIA, realizzata da ISPO nel 2012: “Gli italiani e e la voglia di cash”) è infatti emerso che il 30% degli italiani sia disposto ad abbandonare del tutto il contante, e che il 74% ritiene che l’uso delle carte di pagamento rappresenti un aiuto concreto per ridurre l’evasione fiscale.

    Le analisi territoriali

    Dalle analisi territoriali dell’incidenza delle diverse tipologia di rapina è emersa, in particolare, la situazione critica del Lazio, della Puglia e della Campania. Il Lazio è risultato al primo posto per le rapine in banca (7,3 rapine ogni 100 sportelli) e al secondo posto per quanto riguarda le rapine negli uffici postali (7,1 rapine ogni 100 uffici postali) e nelle farmacie (12,7 rapine ogni 100 farmacie). La Puglia è stata caratterizzata dalla situazione più critica sia con riferimento alle rapine negli uffici postali (indice pari a 9,1), sia per quanto riguarda le rapine nelle tabaccherie (indice pari a 2,3), mentre si è piazzata al secondo posto per le rapine in banca (6,2 rapine ogni 100 sportelli).

    Le 3 regioni e le 10 province a più alto rischio nel 2011, con i relativi indici per le diverse tipologia di rapina

    La Campania è presente sul podio delle regioni più a rischio con riferimento alle rapine in banca (indice pari a 6), negli uffici postali (6,2) e nelle tabaccherie (2,1). La Lombardia è stata, invece, caratterizzata sia dal maggior numero di rapine in farmacia (365) sia dalla rischiosità più elevata (12,9 rapine ogni 100 farmacie). Con riferimento alle province spiccano le situazioni “critiche” delle seguenti zone: Napoli, al primo posto sia per le rapine negli uffici postali che nelle tabaccherie e al secondo posto per le rapine in banca; Barletta-Andria-Trani, al primo posto per le rapine in banca e al quinto per le rapine negli uffici postali; Foggia, Palermo e Prato, presenti nella “top-ten” del rischio di tutte le tipologie di rapina.

    Le 3 regioni e le 10 province più colpite ordinate secondo l’Indice di rischio (IR)

    Farmacie a rischio

    Le analisi hanno, inoltre, consentito di determinare, per ciascuna area, quale settore presentasse la maggiore criticità. È emerso che ben in nove regioni su venti (Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Umbria, Lazio, Campania e Sicilia), il settore a maggior rischio è stato quello delle farmacie. Otto regioni (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria) sono state caratterizzate da un indice di rischio più elevato per le rapine in banca, mentre in Valle d’Aosta, Puglia e Sardegna la maggior criticità l’hanno rappresentata le rapine negli uffici postali.

    Settore a più alto rischio a livello regionale e provinciale

    A livello provinciale 62 province sono state caratterizzate da un livello di rischio più elevato per le rapine in banca: in particolare si segnalano Barletta-Andria-Trani (15,9 rapine ogni 100 sportelli), Prato (12,9) e Lodi (9,3). In 41 province si è invece registrato un indice di rischio più elevato per quanto riguarda le rapine negli uffici postali: Napoli (14,2 rapine ogni 100 uffici postali), Roma (13,5) e Foggia (13,2) sono state le province a più alto rischio. Infine, la criticità maggiore è stata rappresentata dalle rapine in tabaccheria in quattro province, tra le quali spicca Vibo Valentia con 1,9 rapine ogni 100 tabaccherie.

    L'indice di rischio più elevato a Barletta A.T.

    Le diverse tipologie di rapina sono state, infine, analizzate congiuntamente per riuscire a determinare le aree a più “alto rischio criminalità” a prescindere dallo specifico settore colpito. È stato dunque calcolato un Indice di rischio che tenesse conto di tutte le rapine commesse (in banca, alle poste, in tabaccheria e in farmacia con riferimento alle sole regioni) e di tutti i punti soggetti a tale rischio (banche, uffici postali, tabaccherie e farmacie). I risultati ottenuti () indicano che il Lazio, la Puglia e la Lombardia sono risultate essere le regioni a maggior rischio con indice pari, rispettivamente, a 5, 4,3 e 4,2 rapine ogni 100 punti operativi. A livello provinciale è stata invece Barletta-Andria-Trani a presentare l’indice di rischio più elevato e pari a 6,9 rapine ogni 100 punti operativi. Seguono le province di Prato (6,8 rapine ogni 100 punti operativi), Napoli (6,5), Foggia (5,6) e Palermo (5,2). Tra le province del nord figurano in graduatoria solamente Lodi (4,3 rapine ogni 100 punti operativi) che presenta una maggior criticità con riferimento alle rapine in banca (9,3 rapine ogni 100 sportelli) e Milano (4,2 rapine ogni 100 punti operativi) che, invece, presenta una maggior criticità per quanto riguarda le rapine negli uffici postali (indice pari a 7,2).

    Il modus operandi

    Le rapine in banca sono risultate essere quelle caratterizzate dal più alto tasso di fallimento (20,6%) seguite dalle rapine negli uffici postali (19,9%), dalle rapine ai danni delle imprese della Gdo (17%) e dalle rapine in tabaccheria (1,5%). Con riferimento alle modalità di esecuzione è emerso che ad agire sono stati sempre pochi malviventi: in particolare, le rapine commesse ai danni delle banche, delle tabaccherie e degli uffici postali sono state effettuate prevalentemente da due rapinatori (con una percentuale massima che arriva al 56% per le rapine in tabaccheria), mentre nelle rapine in farmacia e negli esercizi commerciali, nella maggior parte dei casi, ha agito un solo malvivente (70% dei casi nelle rapine in farmacia). Una forte differenza è stata riscontrata, invece, per quanto riguarda la tipologia di armi utilizzate. Da un lato, nelle rapine in banca la percentuale di rapine in cui sono state adoperate armi da fuoco è stata relativamente bassa (21%), dall’altro, in tutti gli altri comparti l’utilizzo delle armi da fuoco ha rappresentato la modalità prevalente di esecuzione. Nel dettaglio, le rapine con armi da fuoco sono state il 70% per le rapine in tabaccheria, il 56% per le rapine ai danni delle imprese della Gdo, delle farmacie e degli esercizi commerciali e il 51% per le rapine negli uffici postali. È emersa, infine, una forte concentrazione delle rapine negli orari del tardo pomeriggio/serali: tra le 17 e le 20 è stato commesso il 64% delle rapine in farmacia e il 28% delle rapine ai danni degli esercizi commerciali, mentre tra le 18 e le 21 è stato commesso il 53% delle rapine in tabaccheria.

    I furti

    Con riferimento ai furti, i reati totali denunciati in Italia nel 2011 sono stati 1.460.205 ed hanno subito una recrudescenza rispetto al 2010 (+10,2%), anno in cui erano rimasti pressochè stabili (+0,5% rispetto al 2009). Un netto incremento ha caratterizzato anche il tasso ogni 100.000 abitanti che è stato pari a 2.409 furti ogni 100.000 abitanti, contro un valore di 2.191 registrato nel 2010. Con riferimento alle tipologie dei furti, quelli più frequenti nel 2011 sono stati i furti in abitazione (14% dei casi), seguiti dai furti su auto in sosta (13,4%), furti con destrezza (9,2%), furti di autovetture (8,7%) e furti in esercizi commerciali (6,4%). Anche per i furti, così come per le rapine, l’incremento del 10,2% esprime una variazione media nazionale nella quale confluiscono andamenti differenti. Da segnalare, in particolare, il forte incremento di alcuni reati “predatori” come i furti in abitazione (+21,1%) che hanno raggiunto i 204.891 casi e i furti con strappo (+24%) che sono stati 17.657.
    Dal confronto intersettoriale è emerso un incremento per i furti ai danni delle imprese della Gdo (+58,8%), negli uffici postali (+26,5%) e in banca (+5,3%), mentre una sensibile riduzione ha caratterizzato i furti nelle tabaccherie (-15,5%). Le imprese della Gdo sono state caratterizzate dall’Indice di rischio più elevato (2,1 attacchi ogni 100 sportelli), mentre i colpi che hanno fruttato di più sono stati quelli in banca (oltre 42 mila euro).
    Una particolare tipologia di furto che accomuna banche e poste è rappresentata dagli attacchi agli Atm che sono stati 401 verso le banche (-2,2%) e 58 verso gli uffici postali (+7,4%). L’Indice di rischio è risultato, invece, superiore per le poste con un valore di 8,9 attacchi ogni 1.000 Atm, contro un valore di 8,8 per le banche. In entrambi i casi, gli attacchi sono stati commessi prevalentemente con l’utilizzo di gas e/o esplosivi e hanno fruttato mediamente oltre 51 mila euro nelle uffici postali ed oltre 43 mila euro nelle banche.

    Gli assalti ai portavalori

    Infine, una tipologia di reato che si caratterizza per la particolare efferatezza degli assalti è costituita dagli attacchi ai danni delle aziende di trasporto valori. Nel 2011 sono stati registrati 56 colpi che hanno fruttato mediamente oltre 270 mila euro. In particolare sono stati registrati 12 attacchi nei momenti di carico/scarico del denaro dai furgoni portavalori, in quella fase che viene definita il “rischio marciapiede”, e 14 casi (contro i 5 dello scorso anno) gli attacchi sono stati condotti direttamente contro i furgoni portavalori in movimento. In questo caso tutti gli assalti sono stati messi a segno e hanno fruttato oltre 8 milioni di euro, pari ad una media di 621 mila euro.
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