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09 Maggio 2025 / 18:52
Fintech in Europa: una strategia italiana condivisa, per crescere

 
Fintech

Fintech in Europa: una strategia italiana condivisa, per crescere

di Michelangelo Bottesini* - 9 Maggio 2025
Così ItaliaFintech, analizzando il mercato e ascoltando i suggerimenti delle tante imprese del settore che rappresenta, ha elaborato un insieme di proposte concrete, pensate per sbloccare il potenziale ancora inespresso. 
L'innovazione tecnologica ha trasformato in profondità il mondo dei servizi finanziari, ridisegnando l'offerta, le relazioni con i clienti e i modelli di business. Ma non tutti i Paesi europei si stanno muovendo con lo stesso ritmo. Il nuovo Report realizzato da ItaliaFintech, con la collaborazione dell'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, mette a confronto l'Italia con Regno Unito, Francia e Spagna, mostrando in modo chiaro quanto l'ecosistema italiano abbia ancora ampi margini di sviluppo rispetto ai partner europei.
Nel settore finanziario, le tecnologie sono da sempre una forza trasformativa. Tuttavia, innovare in questo ambito significa anche muoversi in un equilibrio delicato tra l'introduzione di nuovi servizi e la tutela del cliente finale, in un contesto regolamentare in continua evoluzione. 
Banche, assicurazioni e altri operatori stanno sperimentando soluzioni per ottimizzare i processi e arricchire l'offerta, ma sono spesso le startup Fintech ad agire da motore dell'innovazione: più agili, capaci di leggere i trend emergenti e di proporre applicazioni concrete delle tecnologie, rappresentano un elemento chiave per l'evoluzione del sistema. 
Nel nuovo scenario competitivo, fatto di aspettative digitali in continua evoluzione e customer journey sempre più sofisticati, infatti, le startup Fintech si distinguono per agilità, sperimentazione e capacità di leggere i bisogni emergenti del mercato. Hanno modelli flessibili, tecnologie avanzate e un approccio data-driven che consente loro di muoversi con rapidità e precisione. E proprio per questo rappresentano un asset strategico per il sistema bancario, in grado di accelerare la trasformazione digitale delle istituzioni finanziarie tradizionali. Collaborare con le Fintech consente alle banche di ampliare l'offerta, migliorare l'efficienza operativa, accedere a soluzioni già pronte per il mercato, ma anche attrarre nuovi target e fidelizzare le generazioni più giovani. Un'alleanza che può rendere il sistema finanziario italiano più competitivo, inclusivo e sostenibile.
Eppure, in Italia queste realtà stentano a crescere. I numeri parlano chiaro: nel nostro Paese ha sede solo l'8% delle startup Fintech attive nei quattro Paesi analizzati, e contiamo appena cinque startup Fintech ogni milione di abitanti, contro le trentasette del Regno Unito. Anche sul fronte degli investimenti il divario è netto: tra il 2019 e il 2024, le startup italiane hanno attratto solo il 6% dei capitali complessivi raccolti, mentre oltre il 73% è stato catalizzato dalle realtà britanniche. A questo si aggiunge una struttura aziendale ancora fragile: due startup Fintech italiane su tre hanno meno di dieci dipendenti, mentre nel Regno Unito e in Francia è molto più diffusa la presenza di scaleup strutturate.
Il confronto internazionale aiuta però anche a capire quali scelte siano state vincenti altrove. Il Regno Unito ha fatto della regolamentazione un vero motore di innovazione, grazie a strumenti come la Regulatory Sandbox, la Digital Sandbox e il programma Innovation Pathways. La Francia ha scelto un approccio fondato su accompagnamento e consulenza, valorizzando il dialogo continuo tra mercato e istituzioni. In Spagna, invece, è stato il settore privato a promuovere con successo l'adozione della Sandbox, grazie a un'iniziativa portata avanti dall'associazione Fintech locale e accolta con ampio consenso politico.
In Italia, pur con alcune iniziative interessanti - come il Canale Fintech della Banca d'Italia, Milano Hub e la Sandbox regolamentare - manca ancora una strategia sistemica, capace di connettere tra loro i diversi strumenti e orientare l'ecosistema verso una crescita strutturata. ItaliaFintech, analizzando il mercato e ascoltando i suggerimenti delle tante imprese del settore che rappresenta, ha elaborato un insieme di proposte concrete, pensate per sbloccare il potenziale ancora inespresso. 
Tra queste: 
  • la semplificazione burocratica dei percorsi autorizzativi per creare impresa, soprattutto sfruttando le opportunità date dalla digitalizzazione, come era già possibile in passato per la creazione di startup innovative;
  • il potenziamento degli strumenti di sperimentazione con un utilizzo più flessibile delle Sandbox regolamentari, ad esempio entrando in una logica di 'always on' senza finestre temporali limitate;
  • il rafforzamento dell'accesso ai capitali, sia confermando e ampliando, ove possibile, gli incentivi a chi investe in Startup Innovative, sia promuovendo anche il settore Fintech nelle iniziative di sistema che coinvolgano gli investitori esteri sfruttando il prezioso lavoro svolto da Italian Trade Agency, Innovit e dal MAECI a sostegno dei percorsi di internazionalizzazione delle imprese italiane. 
A queste si devono aggiungere azioni trasversali che stimolino lo sviluppo di Cultura Finanziaria, elemento chiave anche perché i clienti diventino più consapevoli delle opportunità di servizi innovativi proposti dalle imprese Fintech, e siano in grado di distinguere le offerte presenti sul mercato scegliendo le realtà che rispettano le regole e che pongono grande attenzione agli aspetti di cybersecurity.
L'Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano in Europa, ma per farlo è necessario un salto di qualità, un cambio di passo che metta al centro l'innovazione e la digitalizzazione come motore di sviluppo. 
 
*Michelangelo Bottesini è Presidente di Italia Fintech
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